CONSORZIO DI BONIFICA: un avvocato solo ha incassato1 milione di euro. Nel suo studio lavora il figlio di Marcantonio Abbate, ex dirigente dell’Ufficio Legale

16 Marzo 2021 - 12:44

Operazione da Guinnes dei Primati. Noi che abbiamo fatto il callo a cose del genere, subiamo, però, una sorta di richiamo etnico nel momento in cui ci stupiamo e, ancora oggi, rimaniamo increduli, di fronte a certe cifre e procedure. Dai 605mila euro di luglio introitati con sostituzione del credito ai 394mila deliberati di recente, dopo il pignoramento della sede

 

 

 

CASERTA (Gianluigi Guarino) – Edoardo Sabbatino, “chi era costui”?

Il celeberrimo interrogativo che un interdetto Don Abbondio pone e si pone di fronte alla spiazzante identità del semisconosciuto filosofo Carneade, andrebbe applicato ai tanti nomi che, a fronte di una non discutibile capacità professionale, hanno intascato soldi in quantità tanto cospicua da somigliare a quelle maxi-liquidazioni, che a chiacchiere hanno prodotto grande scandalo, dei boiardi di Stato, dei grandi pseudo-manager delle aziende pubbliche, i quali hanno rappresentato (e lo dice uno che per cultura non è né comunista, né socialista) uno schiaffo evidente alla miseria di tanti, ma soprattutto alla scelta di onestà compiuta da fior di professionisti del medesimo livello o anche più bravi che questi soldi non li guadagnerebbero nemmeno se campassero due volte.

Per cui, non è un problema che si rappresenta nell’identità di un avvocato rispettabilissimo qual è Edoardo Sabbatino, un civilista forse partenopeo, che fa parte però di una categoria abitata, solo per quel che riguarda la Campania, da decine di migliaia di suoi colleghi, con competenze ugualmente indiscutibili, ma che non hanno certo guadagnato in un intervallo di tre o quattro mesi, dal 1 luglio 2020 in poi, circa 950mila euro.

Sì, avete letto bene: 950mila euro.

Una roba del genere dove altro poteva avvenire se non in uno dei carrozzoni casertani, in uno degli opifici in perpetuo, inscalfibile e impunito servizio effettivo?

E tra questi carrozzoni casertani, dove altro poteva capitare se non dentro a uno di questi due che citiamo, cioè il Consorzio Idrico o il Consorzio di Bonifica del Basso Volturno, con sede a Caserta in via Roma?

I due Consorzi sono veramente una fetenzia. La stessa fetenzia originata dal medesimo metodo e dalla medesima cultura.

Il Consorzio di Bonifica, però, possiede una caratteristica discriminante. In certe operazioni si è dimostrato capace (si fa per dire) e si dimostra ancora oggi capace di muovere una quantità di danari che forse noi, per come siamo fatti, per mentalità, riteniamo enorme, quasi incommensurabile, assimilabile a quel famoso “milione” che destava dal coma profondo uno dei personaggi della saga cinematografica “Così parlò Bellavista” (CLICCA QUI).

Dunque, è probabile che questo articolo possa essere valutato, a Caserta e forse anche dall’autorità giudiziaria, esagerati, addirittura enfatico, esposto con un tono degno di miglior causa, perché evidentemente noi siamo dei provinciali, io sono fondamentalmente un montanaro, e dunque mi impressiono di fronte a cifre che nella mentalità moderna di questo territorio sono assolutamente normali.

Però, questo giornale, piaccia o no, è diretto da un montanaro, da un sannita frugale che alle nove e mezza di sera già dorme e quindi, se ci e mi volete leggere fatelo, altrimenti ci sono tanti altri strumenti di informazione locali che ben comprendono e che non si mostrano sorpresi quando un avvocato intasca quasi 1 milione di euro, probabilmente anche di più, visto e considerato che una delibera recente balla attorno alla cifra tonda.

Noi la delibera la abbiamo e vi diciamo una cosa: non la mandiamo a nessuno. Né ai Carabinieri, né alla Polizia, né alla GDF. Anche se richiesta. E sapete perché? Perché il pane ce lo dobbiamo guadagnare tutti provando a dare il meglio in funzione di uno Stato di Diritto a cui, sulla carta, apparteniamo. Dunque, a ognuno il suo. Le delibere stanno sul Consorzio e se volete ve le andate a prendere.

Veniamo al punto: il 1 luglio 2020 l’avvocato Edoardo Sabbatino presenta una fattura di 605mila euro. Attenzione, la manda affinché il Consorzio prenda atto di una cifra già regolarmente incassata dal professionista, il quale ha avuto piena e indiscutibile certificazione di un credito complessivo di 945mila euro.

Si è mosso da abile avvocato e la grazia o la fortuna ha voluto che proprio in quel periodo il Consorzio si apprestasse a incassare la somma di 605mila euro dalla Cassa Conguaglio per il settore elettrico.

Non possiamo metterci la mano sul fuoco, ma dovrebbe trattarsi di qualcosa che ha a che fare con l’utilizzo del Bacino Idroelettrico della zona Triflisco.

Ma, ripetiamo, è una deduzione non suffragata da alcun elemento documentale.

L’avvocato Sabbatino, evidentemente venuto a conoscenza dell’esistenza di questo credito, l’aggredisce, come si suol dire, ai sensi dell’articolo 511 del Codice di Procedura Civile (CLICCA QUI PER LEGGERLO), che regola l’istituto della sostituzione della titolarità di un credito da parte di un creditore del creditore.

Finta qui? No. L’avvocato Edoardo Sabbatino va avanti come un carro armato e, avendo in mano un titolo esecutivo che gli aveva consentito di chiedere e ottenere il pignoramento della sede del Consorzio di Bonifica, sito in via Roma a Caserta, si presenta al cospetto della governance consortile da una posizione di forza.

E così succede che, negli ultimi mesi dell’anno, la partita venga chiusa con una sorta di transazione.

All’avvocato il Consorzio scucirà sull’unghia la cifra di 394mila euro, di cui – leggete bene – 258mila da corrispondere “entro 48 ore” e altri 137mila entro il 30 settembre 2021.

Ecco perché abbiamo parlato di un milione di euro, dato che la somma complessiva tocca quota 999mila, insomma qualcosa in più dei 945mila del titolo iniziale.

A questo punto, ma solo per curiosità, non perché dietro a questa cosa ci debba essere necessariamente qualcosa di strano, sarà per noi interessante stabilire come si è formato questo credito. A quanto ci risulta, l’avvocato Sabbatino si occupò, qualche anno fa, della vicenda Reggia di Carditello, antica proprietà del Consorzio di Bonifica, pignorata dalla Società SGA in nome e per conto del Banco di Napoli, creditore record del Consorzio (altra storiaccia che ci siamo anche rotti le scatole di raccontare), poi acquisita al patrimonio dello Stato.

Altra curiosità fine a se stessa, fino a prova contraria, riguarda i tempi in cui un altro rispettabile professionista, qual è sicuramente l’avvocato Amedeo Abbate, figlio di Marcantonio Abbate (da noi un tempo definito scherzosamente “L’eroe delle due…pompe”) per decenni mattatore nel Consorzio con le cariche di dirigente del Settore Legale e poi di Direttore Generale, che comunque manteneva il controllo dell’Ufficio Legale, di cui rimaneva coordinatore.

Siamo sicuri, conoscendo la rinomata rettitudine e integrità dell’avvocato Marcantonio Abbate che lui, prima di andare in pensione, si sia sempre formalmente astenuto, non informalmente, ma formalmente, magari mettendolo nero su bianco, da ogni attività riguardante l’azione, ripetiamo legittima, dell’avvocato Edoardo Sabbatino, il quale, badate bene, è due volte attore.

La prima volta come avvocato, la seconda come legale rappresentante dello studio legale associato Sabbatino, che tra le sue sedi ne ha anche una proprio in via Roma, a poca distanza da quella del Consorzio di Bonifica, nel quale studio operava o opera ancora Amedeo Abbate, figlio di Marcantonio, che in questi giorni delle Idi di Marzo, è anche un nome che assume un significato importante.