LA NOTA CORONAVIRUS. Ascolta l’audio. De Luca disinformato o bugiardo: ha chiuso l’ospedale di MADDALONI, ma quello di TEANO sarebbe stato pronto in una settimana a diventare centro specializzato per il Covid-19

28 Marzo 2020 - 13:38

 

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CASERTA – (Gianluigi Guarino) Alcune argomentazioni, utilizzate ieri dal presidente della Regione De Luca nel suo quotidiano monologo streaming di un’ora o poco meno, ce le siamo appuntati. Ritenevamo di conoscere a sufficienza fatti e circostanze per organizzare un articolo di controcanto e di pubblicarlo a pochi minuti di distanza da quella esternazione.

Invece ci siamo auto limitati. Abbiamo desistito. Perchè mai come in questa vicenda storica del coronavirus, occorre, per quel che è possibile, ridurre al minimo la spesa emotiva, l’espressione del proprio sentire, quando questo è fortemente connotato da espressioni o manifestazioni dialettiche intrise di pathos e di una emozione, che viene scambiata il più delle volte in cattiva fede, per mera retorica.

Scambiata da chi? Da quelli che non vogliono misurarsi con altre argomentazioni che si contrappongono alle proprie o a quelle delle persone, dei politici di cui si è tifosi a prescindere. Per questo motivo, approfittando della scarsissima attitudine alla lettura che esiste dalle nostre parti, si commentano i toni, provando a non far diffondere le questioni di contenuto e di sostanza, di cui i nostri articoli abbondano.

Il tifo è una debolezza umana. Tutto sommato, non priva di fascino e, perchè no, anche di significato. Ma in momenti come questi, bisogna farne un uso limitatissimo, se non addirittura neutralizzarlo con uno sforzo di volontà, che compensa la pulsione, tenendola a bada, con la drammaticità di eventi impensabili fino a due o tre mesi fa.

E allora, non abbiamo scritto di getto. Abbiamo ascoltato e riascoltato le parole del governatore. Alcune di queste, le abbiamo riposte in un freezer ideale e le tireremo fuori quando sarà opportuno farlo, quando il contesto dei fatti e delle situazioni renderà attuale un confronto e una valutazione con gli stessi.

Oggi siamo in grado, dopo aver meditato e soprattutto dopo aver raccolto informazioni di primissima mano, di confrontare la verità effettuale con quella apparente che De Luca riesce, con grande abilità, a comunicare, collegandosi come pochi altri sanno fare, a quella pancia dei suoi corregionali, i quali si lasciano ipnotizzare dalla postura, dalle parole guascone e spavalde, da quell’idea che il governatore comunica ai suoi corregionali, di essere il più figo di tutti, di poterla fare a tutti e di non poterla avere da nessuno.

Dunque, De Luca, come potrete ascoltare collegandovi all’audio riguardante questo passaggio specifico dell’intervento di ieri, afferma testualmente: “Abbiamo fatto la verifica con il demanio di tutti gli immobili (…). Ma come, noi l’avevamo a disposizione un ospedale dismesso bello e pronto, e non lo utilizzavamo? E dai….Segnalateci le cose plausibili e non quelle che richiedono interventi edili per 6 mesi, 10 mesi di lavori.”

In questo audio ascolterete dei riferimenti diretti all’ospedale degli americani di Agnano, a un altro ospedale dismesso di Fuorigrotta e al vecchio Ascalesi. Tutti casi in cui, forse, effettivamente, ci sono problemi di tipo strutturale, che non si coniugano con la necessità di aver a disposizione nuovi spazi di terapia ordinaria e intensiva e di malati di coronavirus, e che dunque erano ben efficaci a sostenere la ragione di fondo della tesi espressa dal governatore.

De Luca, però, afferma che lui, cioè la Regione e il demanio, ancora cioè lo stato, ancora ancora cioè il governo, hanno verificato tutti gli immobili e non ne hanno trovato uno in condizione di essere utilizzato. E qui, De Luca, da consumato retore, ci ha piazzato anche la tonalità ironico-sardonica. E ha detto in sostanza: ma che credete che siamo degli scemi? Che se avevamo un ospedale pronto o bisognevole di interventi lunghi una o massimo due settimane, non l’avremmo utilizzato?

No, De Luca, è proprio così: c’era e non l’hanno utilizzato. E sul fatto che tutti gli immobili degli ospedali dismessi siano stati valutati correttamente e seriamente o sono stati semplicemente valutati dal demanio, non è la verità. Per cui, o il tuo staff, l’immancabile Verdoliva, che hai trasformato in una sorta di demiurgo, un tuttologo in grado di dirigere asl, di assumere poteri commissariali su grandi investimenti ospedalieri, non ti ha correttamente informato oppure, purtroppo, lo dobbiamo dire, ma solo perchè non esiste un’altra ragione logica, hai raccontato una bugia ai campani.

Peraltro, non la sola, nel corso di queste settimane. Ma d’altronde, come sai raccontare te le bugie, governatore, non le sa raccontare alcuno. Tu fai un bel discorso, usando qualche termine forbito, e poi ti colleghi con la “pancia” dei tuoi corregionali, sciorinando battute e divertimenti smargiassi. In questo modo, ieri avvinta a te come remora la citata pancia, riesci a distrarre anche quelli che la pancia non abitano e che hanno una maggiore cognizione delle cose.

Nelle scorse settimane, non so se tu, governatore, o uno dei tuoi …chiamiamoli manager, ma solo per capirci perchè tali non sono, cioè il direttore generale dell’asl di Caserta Ferdinando Russo, o magari lo avete fatto entrambi o in gruppo, aggiungendo alla compagnia anche il Postiglione, l’immancabile Verdoliva e anche quello lì, di cui non ci ricordiamo il nome, che hai nominato consigliere per la sanità, dicevo, non so se tu da solo o in compagnia, hai deciso di svuotare, di chiudere l’ospedale di Maddaloni, che serve, pardon, serviva un’utenza non di molto inferiore alle 100mila persone che risiedono tra il comune calatino, Santa Maria a Vico, Cervino, San Felice a Cancello, Arienzo e i comuni dell’ultima propaggine del sud ovest beneventano.

Servono, nel senso che a Maddaloni, c’era, e ora, da un paio di settimane, non c’è più, il pronto soccorso. E non essendoci più il pronto soccorso perchè tu, governatore e Ferdinando Russo l’avete chiuso, altri 100mila cittadini devono riversarsi su quello dell’ospedale civile di Caserta, che già con quello di Maddaloni aperto, era saturo fino al collasso, così com’è stato scritto in decine e decine di articoli, ora esploderà letteralmente, divenendo sempre di più, un luogo del rischio e non del soccorso civile.

Oltre a questo servizio, l’ospedale di Maddaloni, è stato smantellato anche nelle altre sue poche sezioni, sopravvissute in passato ai tagli legati alla necessità rigoriste del debito miliardario accumulato negli anni dalla sanità campana. Tutto ciò è avvenuto per insediare a Maddaloni un luogo del ricovero per i malati gravi di coronavirus.

Ad oggi, 6 posti in terapia intensiva. Questo e niente più. Pare che da lunedì dovrebbero diventare una dozzina. L’ospedale di Maddaloni, in pratica, anche quando l’emergenza coronavirus sarà finita, non tornerà ad essere quello che era, ma soprattutto quella conurbazione di 100mila persone non avrà un pronto soccorso. 

Insomma, un’altra occasione che, per eleganza e nel rispetto sel self controli che abbiamo promesso di osservare all’inizio di questo articolo, definiamo poco lungimirante perchè azzera i servizi sanitari nella terza o quarta città della provincia di Caserta e in tutta la sua conurbazione.

Contemporaneamente, vota al collasso definitivo il pronto soccorso dell’ospedale di Caserta. 

Ora, trasferiamoci ad una quarantina di chilometri da Maddaloni e approdiamo nell’area che ospita l’immobile dell’ospedale di Teano. Se abbiamo tardato a pubblicare questo nostro articolo, è perchè volevamo conferme incrociate sul fatto che questo nosocomio chiuso da pochi anni, conserva ancora due sale operatorie e una serie di stanze di degenza che vanno solamente sistemate in maniera veloce e senza alcun intervento edile da 6 o da 10 mesi.

Questo lo sanno tutti. Lo sa il sindaco Dino D’Andrea, lo sa l’europarlamentare Pina Picierno che, com’è noto, è di Teano, ma è anche dello stesso partito di De Luca, parimenti al sindaco, per cui tace in compagnia di quest’ultimo.

Bene, sfidiamo un qualsiasi dirigente o funzionario della Regione Campania o del demanio a visitare, insieme a noi, i locali dell’ospedale di Teano. In 7 giorni, si sarebbe potuto tranquillamente aprire, insediandoci 30, 40, 50 o anche più posti di terapia intensiva.

Per cui, ribadiamo, o De Luca è stato informato male dopo una visita, un sopralluogo fraudolento che il suo staff ha fatto a Teano, ammesso e non concesso che l’abbia fatto, oppure ha detto una bugia perchè lui in realtà non vuole recuperare nessun ospedale dismesso, ma è già proiettato verso una spesa iperbolica di decine e decine di milioni di euro che arricchiranno progettisti e imprese, poi vedremo chi saranno, per mettere in piedi i prefabbricati dei cosiddetti ospedali modulari.

Beh, in quest’ultima battuta ci siamo concessi una piccola evasione retorica, una valutazione maliziosa ma che onestamente tutte le circostanze di questa vicenda contribuiscono a collocare all’interno di quella categoria umana, o meglio, antropologica, di cui Giulio Andreotti definì indirettamente i tratti quando coniò la famosa frase sul “pensar male”.

Poi, magari non è così ma tutti gli elementi di questa vicenda, l’amnesia e la bugia sull’ospedale di Teano, quei bandi per gli ospedali modulari già pubblicati sul sito della Soresa, rendono verosimile, se non vero, quantomeno verosimile, questo pensiero malizioso. 

Per cui, si è preferito distruggere un ospedale, quello di Maddaloni, quando a Teano, dove il pronto soccorso non c’è più da un pezzo, per cui non si sarebbe depauperato nulla sul terreno dell’emergenza, avrebbe potuto rispondere e corrispondere rapidamente al grido possente e a volte straziante che si leva dall’umanità dolente, e che ha azzerato i tempi della programmazione.