“Così ho ammazzato Giulia e il bambino che portava in grembo”. La terribile confessione del barista 30enne. Gli indizi sulla premeditazione. ERGASTOLO IN VISTA
2 Giugno 2023 - 19:33
Farneticante: ” Lei si era colpita al collo con un coltello da cucina, poi l’ho accoltellata pure io al collo, ma solo per non farla più soffrire”
SANT’ANTIMO – Lei si era colpita al collo con il coltello preso in cucina e che stava usando per tagliare dei pomodori. A quel punto l’ho colpita con lo stesso coltello che le tolto dalle mani. L’ho colpita per non farla soffrire Lei ha opposto solo una flebile resistenza”: Il racconto raccapricciante è farneticante é tratto dal verbale dell’interrogatorio a cui Alessandro Impagnatiello si è sottoposto dopo aver confessato ai carabinieri il terribile delitto commesso. Era stato lui, su espressa richiesta di sua sorella, a denunciate la scomparsa della fidanzata, era stato lui a inventarsi la storia del passaporto portato via da Giulia, insieme a una piccola somma di soldi in contanti era stato lui a inviarle un messaggino scrivendo di aver capito il suo genti di allontanarsi e di partire per l’amarezza maturata per un rapporto finito perché lui non si era dimostrato un buon fidanzato. In realtà l’aveva uccisa e l’ha tenuta nella sua auto per due giorni, dopo aver tentato di bruciare il corpo nella vasca da bagno e poi anche all’ esterno della casa dell’assassino. In questa vicenda un ruolo importante è stato svolto anche la collega di lavoro di con cui quest’ultimo aveva intessuto una relazione con lei. Una relazione che la ragazza credeva fosse un vero fidanzamento, una relazione durante la quale anch’essa era rimasta incinta, decidendo però in questo caso, insieme a lui, di interrompere volontariamente la gravidanza. Le due ragazze avevano capito e si erano incontrate, venendo a conoscenza di essere dentro a un labirinto malsano ed ugualmente vittime della stessa persona. La collega temeva per la vita della sua compagna di sventura. Ha chiamato al telefono e gli ha chiesto di Giulia. Lui le ha risposto che dormiva, lei gli ha chiesto la prova e dunque di inquadrare il suo viso, lui ha replicato che Giulia stava dormendo a casa di un’amica, chiudendo poi la conversazione, ulteriormente pressato dalla ragazza, affermando che lui aveva detto che dormiva deducendolo dal fatto che Giulia andasse a letto piuttosto presto. Insomma, un soggetto violento, sanguinario e pericolosissimo, ma non certo un genio del male, visto come si è mosso dopo il femminicidio, probabilmente premeditato, come dimostrerebbe le ricerche internet fatte dal 39enne sul delitto Poggi e su altri casi di femminicidi consumati nel nostro Paese negli ultimi anni e da altre ricerche, effettuate sempre nei giorni precedenti a quello del delitto, per apprendere il modo pie efficace per bruciare il corpo di una persona morta.