Dario Sammartino e la popolarità del gioco online in Campania
13 Gennaio 2020 - 11:00
Il 2019 è stato un anno memorabile per Dario Sammartino: il fuoriclasse campano infatti si è aggiudicato a luglio il titolo di vicecampione del mondo al Main Event delle World Series of Poker di Las Vegas, vincendo la somma stellare di 6 milioni di dollari. Nessun italiano si era mai spinto così in alto nella classifica, fermatosi solamente di fronte all’Heads-Up contro Ensan Hossein che si è aggiudicato il primo posto assieme a un premio di 10 milioni di dollari, mentre il terzo gradino del podio è toccato al canadese Alex Livingston.
Napoletano doc classe 1987, la svolta di Sammartino è avvenuta circa 12 anni fa, quando decise di diventare un giocatore professionista. Appassionandosi da sempre al Texas Hold’em, dal 2008 in poi inizia l’ascesa della sua carriera che lo ha portato ad essere uno dei migliori giocatori del mondo.
L’aver conquistato il secondo gradino del podio delle WSOP, ha lasciato tuttavia Dario Sammartino con una sorta di amaro in bocca. Sembra impossibile anche solo immaginarlo, se si pensa alla cifra astronomica vinta, eppure quello che interessava maggiormente al pokerista campano era proprio il titolo di Campione del Mondo, anche in virtù del fatto che questo traguardo sarebbe ricaduto durante la ricorrenza del cinquantesimo anniversario del mondiale stesso.
Soprattutto Sammartino, che si ritrova a destreggiarsi nelle competizioni tra calcoli probabilistici, strategie e tattiche di gioco, sa bene che riuscire a vincere un secondo mondiale – arrivando questa volta primo – potrebbe quasi essere una mission impossible, dal momento che a sfidarsi durante eventi di questa portata vi sono dai 6000 ai 9000 giocatori, tra i quali potrebbero esserci pokeristi amatoriali, ma anche tanti professionisti esperti e diciamo che, anche se in minima parte, in questi casi il sorriso della Dea Bendata aiuta decisamente.
Ma i motivi per festeggiare non sono di certo pochi: oltre al record del primo italiano riuscito ad arrivare al main event delle World Series, vi è ovviamente la popolarità scatenatasi che è andata oltre il solo mondo del poker: tra tornei e premi vinti, Sammartino è ormai a tutti gli effetti un personaggio famoso.
Ma come iniziò ad avvicinarsi al poker live? Ebbene, ovviamente durante gli esordi iniziò a giocare per passione rimanendo entro i confini nazionali. Progressivamente si spinse fuori dall’Italia, alla volta dei Paesi europei e infine in giro per il mondo. Nonostante i primi tempi il bilancio delle vincite fosse in negativo, il campione decise comunque di proseguire con questa esperienza dal momento che con il cash game le vincite erano ancora numerose e sostanziose. Ovviamente il gran vantaggio del live game è quello di poter stare assieme agli amici divertendosi, e così dopo 3 anni di gavetta Sammartino poté debuttare nei tornei che lo hanno poi portato a competere in Italia e all’estero.
Una popolarità quindi che è cresciuta di pari passo con quella del poker online, annoverato sempre più tra gli eSports più gettonati, attirando a sé un numero sempre crescente di giocatori appassionati e ovviamente, durante gli eventi più attesi, i riflettori di tutto il mondo. Merito anche del progresso tecnologico, che ha saputo valorizzare al meglio questo gioco di tattica e strategia: ad oggi infatti è possibile giocare a poker con un dealer reale sui vari siti di casinò live disponibili online (per farsi un’idea di quali siano i migliori aperti al pubblico italiano vale la pena consultare questa lista dell’autorevole Gambling.com).
In Italia il poker e in generale il gioco online non conosce crisi, tanto da essere il Paese europeo con la più alta raccolta di scommesse, ma è in particolare in Campania che riscuote più successo – e forse non è un caso che il vicecampione mondiale provenga proprio da qui.
Tra scommesse sportive, estrazioni dei numeri e gioco d’azzardo, i comuni più dediti a questo tipo di intrattenimento sono Carpaia, in provincia di Benevento, e San Vitaliano, che nel 2017 si è aggiudicato il primato per il numero di giocate a video-lottery e slot machines. Per quanto riguarda le province invece, sul podio vi si trovano Salerno (con una media di 1.459,74 euro di giocate pro-capite soltanto nel 2017), Caserta (con 1.431,85 euro) e Napoli (con 1.285,90 euro).
A giovare del gioco d’azzardo ne è l’economia stessa: secondo il Primo Rapporto sul Gioco Pubblico infatti, esso costituisce una parte molto importante per il contributo fiscale che offre all’Italia, oltre che ovviamente ai livelli occupazionali, fornendo lavoro a ben 78mila persone.
Numeri alla mano, nel 2018 questo settore ha generato 14 miliardi di valore aggiunto contribuendo alla crescita del PIL nazionale, 10 miliardi di contributo fiscale diretto e 2 di consumo indotto. Entrando più nello specifico, il settore del gioco ha raccolto oltre 106 miliardi di euro, di cui l’82% è stato restituito in vincite, per una spesa complessiva di quasi 20 miliardi.