De Luca inaugura un pezzo nuovo dell’ospedale di Marcianise: sul divario tra Salerno e Caserta si dà la zappa sui piedi, su Sessa Aurunca o ha bevuto o ce l’ha con Oliviero

19 Aprile 2022 - 17:17

E alla forma fisica, all’adipe del sindaco Antonello Velardi, che sgomitando è riuscito a far spostare la consigliera regionale Maria Luigia Iodice, ha regalato un soavissimo complimento: “Si vede che hai mangiato la pastiera”

 

 

MARCIANISE (g.g.) Le parole pronunciate stamattina dal governatore della Campania Vincenzo De Luca, così come risultano dalla sintesi effettuata dall’Ansa, cioè da quella che sulla carta dovrebbe essere una delle agenzie di stampa più importanti ed autorevoli d’Europa e del mondo, denotano una cosa ed una cosa sola: quando De Luca viene qui a Caserta, se ne fotte a tal punto degli autentici nodi, veramente aperti riguardanti questa provincia da esporre concetti difficilmente commentabili, non ricorrendo alle rituali categorie valutative, tipo “questo ci è o ci fa?”, oppure “questo si è fatto almeno tre bicchieri di vino rosso”, prodotto dalle uve di pianura e, quindi, a più alta gradazione alcolica.

A meno che il giornalista dell’Ansa non abbia apprestato la giusta attenzione all’intervento che De Luca ha fatto in occasione dell’inaugurazione dei reparti di terapia intensiva e il centro di oncofertilità per la procreazione medico-assistita dell’ospedale “Anastasia Guerriero” di Marcianise, non si possono commentare le parole del governatore utilizzando le lenti di una valutazione ortodossa, normale collegando le considerazioni alla testualità concettuale e alla letteralità di ogni parola esposte.

De Luca che evidentemente è arrivato qui sapendo di avere la coscienza sporca, cosa, peraltro, che non lo ha mai turbato più di tanto, ha subito messo le mani avanti e ha detto che Caserta è stata la provincia tra le più penalizzate sul fronte degli investimenti sanitari e che la cifra degli stessi ha sviluppato numeri diversissimi rispetto a quelli riguardanti la provincia di Salerno, che poi, manco a dirlo, è la sua.

Il governatore ha affermato che ciò si è verificato “negli ultimi anni”. Ma che ora la musica sarebbe cambiata, la regione è riuscita a sortire dal default, dal debito catastrofico accumulato nella sanità e ora Caserta godrebbe della giusta attenzione. Per le parole precise vi rimandiamo alla lettura della nota di agenzia che pubblichiamo in calce a questo articolo.

Dunque, dobbiamo ritenere che Terra di Lavoro si sia accollata il debito della sanità campana in via quasi esclusiva, nonostante questo debito, che sarebbe più giusto definire voragine, sia stato creato da tutte le province della nostra regione. Siccome c’era il debito il governatore ha preso a calci in culo la provincia di Caserta tutelando quella di Salerno. Perché se uno dichiara che in questi anni Caserta è stata penalizzata nei confronti di Salerno e poi collega le scelte politiche in materia sanitaria effettuate negli stessi anni al problema del buco, del super debito, allora significa chiaramente che la provincia di Caserta ha dovuto sobbarcarsi anche i debiti fatti in passato dalla provincia di Salerno. Magari non è così, magari De Luca voleva dire un’altra cosa, ma l’espressione testuale riportata dall’Ansa e che per il momento prendiamo per buona è questa e c’è poco da aggiungere se non ribadire quello che abbiamo scritto all’inizio e cioè che quanto de Luca viene qui a Caserta se ne fotte a tal punto delle sorti di questo territorio da parlare in scioltezza, senza alcuna attenzione, giusto per dire quattro cose buttate lì senza costrutto e senza una valida base concettuale.

Seconda parte del racconto: sempre stando a quello che De Luca ha dichiarato stamattina, essendo uscita la Campania dal default della sua sanità, sarebbe ritornata l’età dell’oro su cui, aggiungiamo noi, ci piacerebbe un attimo discutere con i titolari di laboratori e altre strutture convenzionate, messi letteralmente in croce e costretti, di fatto, a una quasi completa erogazione delle proprie prestazioni a totale carico dei cittadini, esaurendosi i budget convenzionali dopo i primi due, tre, massimo 5 giorni del mese. E ci piacerebbe un attimo discutere sempre sull’avvento di questa nuova età dell’oro, proclamata da De Luca, un attimo intervistare i cittadini casertani a cui oggi una risonanza magnetica costa fino a mille euro, o in alternativa, costa il dazio ancora più salato dell’ingresso in una lista più disagevole, più pericolosa di un girone dantesco, con appuntamenti in una struttura pubblica fissati a 7, 8 o anche 10 mesi di distanza dalla prenotazione.

La Regione ha potuto accedere ad un miliardo e 200 milioni di euro di fondi erogati dallo Stato, alla provincia di Caserta sono stati destinati 400 milioni di euro. Investiti non solo nell’ospedale di Marcianise, ma anche in quello di Sessa Aurunca. E qui, bisogna tornare ai discorsi sul “ci è o ci fa” o sull’eccesso di assaggi etilici, magari assorbiti dalle bottiglie della cantina Caputo, il che poi spiegherebbe molte cose. L’investimento sull’ospedale San Rocco di Sessa Aurunca di 60 milioni di euro, De Luca lo presenta, infatti, come una sorta di atto eroico, di momento gratificante di una sua forte caratterizzazione istituzionale che, come tale, va al di là degli interessi politici ed elettorali. Tanti soldi a Sessa Aurunca, a questo ospedale al confine tra due regioni, “nonostante lì io non abbia alcuna base elettorale, eppure lo abbiamo fatto perché era giusto farlo”. Meglio buttarla sul vino, altrimenti si deve attivare un’interpretazione maliziosa: considerando voti suoi solo quelli ottenuti dalla lista civica costruita insieme al figlio Piero, a Masturzi e a quelli del suo cerchio magico, De Luca non considera alla stessa stregua, quelli del Pd che a migliaia sono, invece, emersi dalle urne elettorali della città di Sessa Aurunca, grazie all’apporto di Gennaro Oliviero, divenuto poi presidente del consiglio regionale. Insomma, De Luca non avverte come voti suoi quelli che comunque ha ottenuto a Sessa Aurunca. Perché suoi sono, evidentemente, solo quelli raccolti dalla sua lista personale, dunque da Giovanni Zannini e se proprio deve fare il sacrificio di qualificare l’apporto del Pd, lui considera suoi i voti dati a Stefano Graziano, divenuto un suo super fedelissimo che oggi introita un compenso mensile grazie ad una nomina monocratica fattagli proprio da De Luca subito dopo le elezioni regionali. L’esito elettorale di Sessa Aurunca peraltro determinante per la elezione di Gennaro Oliviero e per la non elezione di Stefano Graziano, è un non-risultato, secondo il governatore il quale, però, magnanimamente concede questi 60 milioni di euro all’ospedale San Rocco, dicendo però implicitamente che si tratta di una scelta sua e non certo indotta da Oliviero.

Quasi quasi ci facciamo un sondaggio sopra: propendete per la spiegazione del vino o per la seconda? In conclusione, l’inaugurazione c’è stata e va anche registrato che la gara dello sgomitamento finalizzata a garantirsi il posto fisso affianco a de luca e a favore di foto, tra la consigliera regionale locale Maria Luigia Iodice e il sindaco Antonello Velardi, se l’è aggiudicata quest’ultimo grazie al bel po’ di chiletti in più che ha rispetto alla Iodice, la quale è stata costretta a seguire l’intervento di De Luca dalla platea. A proposito di fisici bestiali, il governatore ha guardato per bene il “fisicaccio” del Velardi, reduce dalla terza dieta fallita degli ultimi tre o quattro anni. “Si vede che hai mangiato la pastiera” gli ha detto De Luca con una delle sue battute non certo anglosassoni.

Eh già, la pastiera di Velardi. Amen e con questo possiamo congedare i nostri lettori da un articolo che non è granché non per causa nostra, ma per la cifra espressiva di chi lo popola.