DECRETO RISTORI, l’intervento in aula della senatrice Petrenga: “Conte ha accolto qualche nostra proposta, ma non basta, si rischiano un milione di nuovi disoccupati”

15 Dicembre 2020 - 18:48

La parlamentare casertana ha sottolineato la gravità del momento, individuando nele piccole imprese soprattutto artigianali, il punto dolente da sostenere con forza, pena il disastro della nostra economia

 

“Le misure del decreto ristori sono assolutamente insufficienti e dimenticano intere categorie. Il tessuto produttivo è stato fortemente compromesso dalla crisi che stiamo vivendo e un governo responsabile avrebbe dovuto mettere in campo, fin dal primo momento, azioni di garanzia utili a sostenere l’economia del Paese. Fratelli d’Italia, con spirito collaborativo e nell’interesse degli italiani, ha presentato una serie di misure concrete e siamo lieti che alcune di esse siano state accettate. Che sia segnale di uno cambio di rotta da parte del governo? Ce lo auguriamo perchè per FdI l’interesse della Nazione e degli italiani è prioritario”.

Lo dichiara la senatrice di Fratelli d’Italia, Giovanna Petrenga, nel corso del suo intervento in Aula sul decreto Ristori.

“Ciononostante – aggiunge – dobbiamo registrare al tempo stesso che il governo è stato sordo su alcune nostre proposte di buon senso, come ad esempio l’invito a mettere a disposizione ristori per tutte le attività che hanno avuto una contrazione del fatturato superiore al 33 per cento rispetto all’anno precedente. Stessa colpevole indifferenza per la proposta di un regime fiscale agevolato per tutte le aziende che garantiscano una continuità societaria. Le misure insufficienti si traducono addirittura in misure inesistenti per interi settori, come nel caso delle mense scolastiche, dei poli museali e le attività di ingrosso della ristorazione. Se non si interviene subito a sostegno delle piccole imprese e degli artigiani avremo presto un milione di disoccupati, un’eventualità che dobbiamo evitare ad ogni costo, ma perchè ciò avvenga il governo deve uscire dal proprio immobilismo e da un’autoreferenzialità in grado di generare solo danni incalcolabili”.