DOLORE E MISTERO. Giovane mamma si vaccina a nove mesi di gravidanza già scaduti. La sua bambina muore prima di nascere, medico legale in campo

23 Ottobre 2021 - 19:16

Chiediamo scusa per la premessa un po’ lunghetta e un po’ barbosa, ma dobbiamo spiegare perché usciamo oggi con un articolo normale per una vicenda importante, quando ieri siamo stati letteralmente costretti a scrivere un articolo anormale (pardon, di merda) sullo stesso caso. Nella parte successiva ci poniamo degli interrogativi sulle strane, veramente strane, vicende che hanno preceduto il momento tragico della morte di una neonata già formata e pronta a vivere

SAN PRISCO (g.g.) – L’emporio disordinato, raffazzonato delle notizie che girano nella rete e che mai sono finalizzate ad informare, ma solamente a realizzare l’accattonaggio di un click partito, scippato attraverso l’esca velenosa di un titolo truccato, ci porta spesso, ci riferiamo a CasertaCe, a doverci adeguare a questo meccanismo truffaldino utilizzato da chi ha costruito la propria esistenza sulla strumentalizzazione di un’attività spacciata per giornalismo.

Lo dobbiamo fare perché il meccanismo micidiale dei social – che possiede anche tanti lati positivi, ma che è pure un mega nastro trasportatore di cervelli all’ammasso – ci costringe, per evitare di perdere posizioni di fronte ad una concorrenza sleale di notizie non vere o quantomeno aggiustate, taroccate, a seguire il posizionamento che, cari lettori, nell’anno 2021, 16esimo o 17esimo dell’era di Facebook, almeno per quanto riguarda l’avvento reale di questa enorme social community nel nostro territorio, un giornale che vive o muore per effetto dei risultati della concorrenza tra soggetti professionali dell’informazione è letteralmente costretto a seguire l’onda delle notizie false-taroccate, autoinfliggendosi la mortificazione del pessimo giornalismo o, addirittura, di qualcosa

che con la parola giornalismo non c’entra propria nulla, somigliando molto di più al tavolo del poker o al tavolo dei bari di un saloon del vecchio west.

Questo sistema ha fatto sì che avvenisse un livellamento verso il basso, frutto del poco impatto che una notizia in sé produce, anche nella sua proposizione social, quando non è sufficientemente drogata.

E allora se uno scopre che c’è stata una mamma nella provincia di Caserta, specificatamente di San Prisco, che ha perso la sua bambina, nata già morta e l’ha persa perché il giorno prima, due giorni prima aveva fatto la seconda dose del vaccino anti-covid, uno non può nemmeno giocare una reale partita della concorrenza, lavorando sulla traccia cronistica allo scopo di approfondirla, ma prima ancora di verificarla, perché tutti dobbiamo fare la corsa dei dementi per marcare la concorrenza che altrimenti, barando, conquisterebbe visite e click talmente immeritati in una valutazione seria della modalità in cui una news viene presentata e del grado di approfondimento attraverso cui la stessa rimpingua il cesto dei corretti contenuti di informazione.

Però, questa cosa, pur essendo costretti a trattarla a pasta e fagioli nelle scorse ore per i motivi appena citati (QUI LA NEWS

), a prescindere dall’epoca in cui si è verificata e a prescindere dall’identità degli strumenti massmediologici a disposizione per la promulgazione, resta comunque una notizia importante. E allora abbiamo voluto muoverci per svilupparla maggiormente nel rispetto di quelle che sono le indubbie ragioni della privacy che in casi simili ci stanno proprio tutte.

Dunque, il parto di per sé era già listato a lutto perché – come ci ha raccontato una persona vicina alla famiglia di questa giovane mamma – il cuore della bambina era già fermo a parto ancora non avvenuto. La donna è stata seguita da un ginecologo specialista che poi ha provveduto a raccogliere il feto deceduto nel corso di un intervento avvenuto all’interno di una clinica privata della provincia di Caserta.

E veniamo alla questione vaccino. Quest’articolo sarebbe stato pubblicato già ieri se di mezzo non si fosse messa la necessità di capire, prima noi in modo da poterlo raccontare ai lettori, per quale motivo questa puerpera o semi-puerpera abbia deciso di fare un vaccino – pare Pfizer – durante il nono mese di gravidanza. Noi siamo convinti, arciconvinti, che tutte le donne incinte debbano farlo, ovviamente a patto che adeguate analisi di laboratorio e ancor più adeguate visite mediche stabiliscano che i previsti effetti collaterali non vadano ad incidere su quella che è una particolare condizione biomedica della donna che vive insieme, in simbiosi con un altro essere umano. Lo diciamo e lo ribadiamo.

Ora, però, non crediamo di scrivere una corbelleria, una stupidaggine nel momento in cui affermiamo che questa particolare condizione biomedica di donna incinta diviene ancor più particolare nell’ultimo mese e negli ultimi giorni della gravidanza quando, magari, un minimo di attenzione in più ci sta. Non c’è dubbio che il ginecologo della donna abbia agito in buona fede. E non c’è dubbio che magari nella sua condizione di consigliare il vaccino – con la seconda dose iniettata il giorno prima di quello in cui è stato constatato il decesso della bambina – abbia inciso qualche caso avvenuto di recente e sviluppatosi in geometrica antitesi a quello di cui stiamo trattando, ci riferiamo soprattutto al decesso della ragazza 29enne morta di covid proprio nelle ore del travaglio del parto, con il suo quarto figlio salvato quasi miracolosamente dall’equipe medica dell’ospedale civile di Caserta.

In quel caso scrivemmo che era stata una follia portare avanti una gravidanza senza vaccinarsi, dato che il non farlo determinava allora, come determina ancora oggi, un rischio ben maggiore rispetto a quello che una donna incinta può correre sottoponendosi al vaccino. Non siamo tanto stupidi da rimodellare l’affermazione in base alle circostanze. Qui infatti non ragioniamo sull’opportunità e sulla validità del vaccino da praticare dalle donne in gravidanza, però le verifiche cliniche, le analisi devono essere fatte nei primissimi mesi in modo da stabilire immediatamente la praticabilità di un vaccino. A quel punto potrà anche succedere l’irreparabile, però, purtroppo sarà stata molto più disgrazia che imperizia, perché disgrazia è appartenere a quella piccolissima percentuale di casi in cui persone perfettamente sane subiscono una reazione al vaccino addirittura letale.

Ma in questa circostanza qualcosa di sbagliato c’è stato. Questa mamma e questo padre hanno intenzione di vederci chiaro. Si parla della nomina di un medico legale come consulente di parte e ciò significa che in scena è già entrato almeno un avvocato per comprendere se la scelta di consigliare di fare il vaccino a questa giovane donna ad una manciata di giorni dalla scadenza di nove mesi sia stata o meno frutto di una valutazione scientificamente e professionalmente ineccepibile.

A noi, ripetiamo, non sembra sia stata una grande idea perché i normali effetti collaterali dei vaccini anticovid, che possono determinare, causare dolori articolari, febbre e anche malesseri dai sintomi molto marcati, hanno un peso ed esprimono un coefficiente di rischio se riguardano tutto il genere maschile, tutte le donne non gravide, tutte quelle gravide e sane, a posto con la salute analisi alla mano, hanno sicuramente un altro peso ed esprimono un altro coefficiente di rischio giocoforza più elevato quando i normali effetti collaterali, innocui per tutti gli altri, vanno a interferire con le ore complicate e delicatissime di una partoriente la quale può rischiare grosso, ma può far rischiare grosso anche al bimbo o alla bimba che porta in grembo in considerazione anche di un possibile attacco febbrile, di un rialzo termico, di un piccolo problema organico.

Con discrezione, rispettando il dolore di questa madre privata della sua bambina, di suo marito e di tutti i congiunti, cercheremo dunque di seguire il caso.