Dopo un secolo di storia, chiude la “merceria Perrino” di MARCIANISE

3 Agosto 2025 - 19:50

L’annuncio arriva da Alessandro Armanno, titolare, che ha comunicato con un messaggio sentito la decisione di abbassare definitivamente la saracinesca

MARCIANISE – Dopo quasi cent’anni di attività, cala il sipario sulla merceria Perrino di Marcianise, un vero e proprio punto di riferimento per generazioni di sarti e appassionati di sartoria. L’annuncio arriva da Alessandro Armanno, titolare, che ha comunicato con un messaggio sentito la decisione di abbassare definitivamente la saracinesca.

La storia dell’attività affonda le radici nel secondo dopoguerra, quando Don Luigi Perrino aprì una sartoria semplice ma animata da grande passione. Nel 1984 la gestione passò alla famiglia Pugliese/Armanno, che ha portato avanti l’attività con dedizione e competenza. In questo piccolo negozio, nel corso dei decenni, si è scritta una parte importante della storia sartoriale locale: hanno lavorato professionisti di altissimo livello, sono passate intere generazioni di sarte e sono stati realizzati abiti destinati anche a volti noti dello spettacolo, dello sport e della politica. Tra gli episodi più emozionanti, il ricordo di un ricamo che ha raggiunto perfino Papa Giovanni Paolo II.

Il laboratorio non è stato solo un luogo di lavoro, ma anche una bottega di fiducia, dove ogni cliente poteva trovare una soluzione, anche nei momenti più delicati. Alessandro ricorda, ad esempio, il giorno in cui una sposa disperata, a poche ore dalle nozze, si vide cedere la zip del vestito. In pochi minuti il danno fu riparato e la giornata fu salvata. “Mi chiama ancora oggi ‘angelo custode’”, racconta con emozione.

La merceria è stata anche testimone silenziosa dell’evoluzione della moda: da un bottone poteva partire il ricordo di un’epoca, e da un tessuto si potevano leggere i cambiamenti del gusto e dello stile nel tempo. Tra aneddoti e volti familiari, il negozio è diventato una sorta di cronaca sartoriale della comunità marcianisana. Intere famiglie vi hanno fatto tappa: nonne, madri, figlie e anche mariti un po’ restii, incaricati con bigliettino alla mano di recuperare fili, cerniere o accessori.

Nel messaggio di saluto, non mancano i ringraziamenti sentiti a chi ha contribuito a mantenere viva l’anima del negozio. Un pensiero speciale è rivolto alla signora Clorinda Marzocchella, vera maestra d’arte capace di realizzare opere di alta precisione anche in una sola notte, e ai genitori, pilastri fondamentali dell’attività. La mamma Lillina, sempre pronta a inventare soluzioni e consigliare clienti e sarte, e il papà Raffaele, definito “il meccanico dei miracoli”, abile nel recuperare capi ritenuti irrecuperabili.

La decisione di chiudere, spiega Armanno, nasce dalla consapevolezza che il negozio ha sempre avuto bisogno di una figura femminile forte, una presenza venuta meno negli ultimi tempi. “Spero che qualcun altro possa raccogliere questo testimone – scrive – una donna, una sarta, una famiglia con la passione e l’amore per questo mestiere, perché questa attività ha ancora tanto da dare”.

Così, mentre si chiude una porta su quasi un secolo di storia e memoria locale, resta l’augurio che una nuova generazione possa riaccendere la luce su quella che è stata – e potrebbe ancora essere – una delle più belle botteghe dell’artigianato sartoriale campano.