È morto (cause non naturali) il fondatore di Cogepa Spa, presente a CASERTA e provincia in decine di cantieri di Enel e Tim. Amico del boss Angelo Moccia, fu arrestato per aver tentato di corrompere con una mazzetta il braccio destro del ministro Di Maio
28 Settembre 2024 - 13:24
La notizia è stata resa nota stamattina. Qualche mese fa i nostri articoli sui blitz della polizia di Stato ai cantieri di Marcianise e di Capodrise
CASERTA (g. g.) – È morto, a quanto pare per cause non naturali, Bartolo Paone, fondatore della Cogepa Spa, azienda che, nel 2022 diversi giornali nazionali, indicavano come semi defunta, ossia in liquidazione, ma che, al contrario, noi di CasertaCe, ci siamo ritrovati, viva e vegeta, qualche mese fa, allorquando il commissariato di polizia di Marcianise effettuo’ diversi controlli ai suoi cantieri, frutto di ricchi contratti di fornitura stipulati con l’Enel, ma privi di fondamentali requisiti, relativi soprattutto alla sicurezza sui luoghi di lavoro.
Scoprimmo, all’epoca, che la presenza di Cogepa Spa, in provincia di Caserta, costituiva una realtà solida e frequentemente evidenziata dalla miriade piccoli e grandi cantieri, sempre legati al rapporto con Enel, ma anche e con altri grandi player industriali dell’energia e delle telecomunicazioni, quali Tim, Open Fiber ed Enav. Insomma, un’azienda dell’area metropolitana di Napoli, Bartolo Paone era di Casoria ed aveva agganciato tutti i treni giusti. Come? Questa domanda non può non trovare una traccia esplicativa nell’episodio, verificatosi nel dicembre del. 2021 in un noto bar romano di piazza San Lorenzo in Lucina, dove Barolo Paone provò, con modalità alquanto maldestre, di corrompere Dario De Falco, braccio destro del l’allora ministro degli Esteri Luigi Di Mario, pure lui napoletano e che Bartolo Paone già conosceva da qualche tempo, cioè da quando glielo avevano presentato, probabilmente a Napoli, come un imprenditore di successo, dinamico e molto capace nel sul lavoro.
Paone posò, il tutto ripreso dalle videocamere attive nel locale, sul tavolo, dietro al quale era seduto De Falco, un pacchetto chiuso dentro al quale c erano diverse mazzette da 50 euro. De Falco rifiutò e restituì l’involucro al suo mittente e, dopo essersi consultato con il ministro Di Maio, si recò in una caserma della Guardia di Finanza per denunciare Paone, il quale fu arrestato ai domiciliari qualche settimana dopo, a fine gennaio del 2022. Prove schiacciati a suo carico e una situazione giudiziaria largamente compromessa gli avrebbero creato uno stato di profonda contrizione. I finanzieri continuarono a indagare e, nell’ufficio napoletano di Paone, trovarono una sorta di libro mastro, che riportava a ingenti cifre di denaro, tutte già catalogate sotto forma di mazzette da 50 e 20 euro. La procura di Roma si convince che Paone usasse avvicinare e corrompesse persone potenti, in grado, secondo lui, di aprirgli le porte che contavano allora e contano, probabilmente, pure oggi per ottenere commesse di centinaia di milioni di euro.
A dirla tutta, visto com’erano combinati i cantieri di Cogepa Spa a Marcianise e a Capodrise, nei quali la polizia di Stato ha ravvisato e certificato più di un’irregolarità, l’idea che Cogepa conquistare questi lucrosissimi ordini non in forza della qualità della sua offerta professionale e di una ineccepibile qualità dei suoi cantieri, ma in base “ad altre ragioni e requisiti”, ad esempio quello di dispensar. mazzette, è tutt’altro che campata in aria. Ora, a quanto ci risulta il controllo dell’azienda è nelle mani dei figli di Bartolo Paone, il cui nome, divenuto iper mediatico per la vicenda della tentata corruzione al funzionario della Farnesina e braccio destro di Di Mario, non era sconosciuto, né alle cronache giudiziarie, a causa delle condanne subite dall’imprenditore per reati tributari, né a quelle dei giornalisti, che di occupano di cose di camorra e che lo segnalarono nei loro articoli in prima fila al matrimonio romano della figlia di Angelo Moccia, boss stagista e capo dell’omonimo clan egemone nel Nord Napoletano, a partire dai Comuni di Afragola e Frattamaggiore, che, da Casoria, città natale di Paone, distano pochissimi chilometri, in una conurbazione nella quale strade e palazzi agganciano l’uno all’altro senza alcuna soluzione di continuità, tanti Comuni, divisi spesso da un marciapiede o da uno spartitraffico.