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Ecco il noto bar in cui Walter Schiavone spediva i suoi scagnozzi a cambiare gli assegni. Il titolare sganciava i quattrini e…

28 Agosto 2021 - 13:57

L’episodio è contenuto nell’ordinanza di cui ormai ci occupiamo da qualche mese e che ancora oggi resta molto interessante per comprendere quale fosse l’attività del gruppetto messo insieme dal figlio di Francesco Schiavone Sandokan

 

FRIGNANO – (g.g.) Ogni “buon camorrista” che si rispetta deve avere uno stabile riferimento per il cambio dei proprio assegni. Stabile e, possibilmente docile, che non stia lì poi a spaccare il capello quando, dopo aver consegnato in contanti il corrispettivo di ciò che è scritto nel fogliettino dei desideri, si presenti magari già dal primo giorno o dal secondo o dal terzo in banca per incassarlo.

Noi non sappiamo se Vittorio Cacciapuoti, titolare del bar Caffetteria Italia di Frignano appartenga alla categoria dei pazienti, dei flessibili. Difficilmente può essere però il contrario, perchè, che fai, Antonio Bianco o Armando Diana o Baldascino o Francesco Dell’Imperio, mandati da te da Walter Schiavone, ti chiedono di cambiare un assegno e tu, dopo essere andato in banca e non aver trovato un euro disponibile, gli fai un cazziatone?

Quella è gente molto permalosa e ci potrebbe rimanere male. Ironia a parte, la pratica del cambio assegni è una delle pietre miliari del rapporto tra camorristi e imprenditori. Un contesto che non ha mai espresso un quadro valutativo univoco. In pratica non si è mai riusciti chiaramente a comprendere fino a quanto fossero complici, autori di un atto di disponibilità nei confronti delle esigenze dei camorristi, anche se questi non l’avevano richiesto e fino a quanto invece siano stati vittime in quanto individuati dalla camorra come soggetto in grado di attingere a buone dosi di danato contante e successivamente avvicinati da una o più persona di cui quel commerciante conosceva l’identità e di cui soprattutto conosceva la militanza criminale.

Non offrendo lo stralcio di ordinanza relativa agli arresti dei citati Walter Schiavone, Antonio Bianco, Armando Diana e compagnia dettagli aggiuntivi, non possiamo sapere di che natura fosse il rapporto tra Vittorio Cacciapuoti e i componenti del gruppo, diciamo così, di lavoro di Walter Schiavone.

L’episodio trattato nell’ordinanza e da noi pubblicato nella sua forma integrale in calce a questo articolo, espone la figura di Francesco Dell’Imperio, come interlocutore di Vittorio Cacciapuoti. E’ Dell’Imperio che porta l’assegno da 500, 600 euro al titolare del bar che ovviamente sgancia i quattrini e mette in tasca, sapendo sicuramente che nessuna certezza matematica c’era di scontarli felicemente in banda e che nessuna possibilità, avrebbe avuto in questo caso di protestare o di far protestare chi il titolo aveva firmato.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA

Salvatore chiama tale Carmine con il quale si dà appuntamento a tra mezz’ora… poi in macchina spiega a Francesco che gli dovrà far vedere un assegno… di aver provato a farsi prestare 5-600 euro da Vittorio (Cacciapuoti del bar, n.d.PG), ma che non ha voluto prestarglieli. Alle ore 16:39:07: 

Salvatore: Vittorio mò sono andato là, ho detto: “Vittò dammi cinque-seicento euro, te li dò venerdì” … Uhà, si è steso a terra proprio, gli è passato pure la voglia di fare i cornetti;

Francesco: Non te li ha voluti dare;

Salvatore: Me lo devi dire tu; (lo so, ndr) 

Francesco: …(tossisce… breve pausa, ndr)…

Salvatore: Tu glieli hai dati quei soldi? 

Francesco: Gli ho dato l’assegno;

Salvatore: Eh, ma gliel’hai dato?

Francesco: Quando scade!

Salvatore: L’assegno glielo hai dato?

Francesco: Eh (affermativo, ndr) il trenta aprile; (con scadenza il 30 aprile a.c. , ndr) …ride… stava facendo i cornetti, stava mettendo la crema dentro, se la mise in testa la crema (continua a deridere Vittorio, costretto ad accettare le condizioni, ndr) disse: ” mi dicesti il dieci marzo, me l’hai portata al trenta aprile? -disse- mannaggia la…” E questo non è niente, il compare mo’ me ne dà un’altra; (assegno, ndr) Quell’altro assegno mò me lo cambiò Guglielmo… incomprensibile, abbassa il tono di voce… 

Salvatore: Di quanto, di quanto?

Francesco: Cinquemila… incomprensibile… 

Salvatore: Che doveva fare… incomprensibile…

Francesco: … incomprensibile, parla a tono bassissimo… 

Salvatore: Tanto che sei intelligente? (ironico, poichè si affidano a lui, ndr)… tossisce… Ah?

Codivisibilmente con l’assunto della Parte Pubblica, l’argomento affrontato dai due conversanti è senza dubbio il cambio assegni, attività particolarmente frequente nel circuito della criminalità organizzata. In questa sede, invero, rilevano i commenti che i due fanno nella seconda parte della conversazione, sicuramente riferiti alla famiglia Schiavone:

“i due facevano riferimento al cambio assegni richiesto a CACCIAPUOTI Vittorio, suo amico e titolare del bar Caffetteria Italia sito in Frignano, al Corso Italia, utilizzato come vero e proprio bancomat del clan.”