CASERTA. ME NE FREGO. Ormai il comune è “cosa loro”. Biondi umilia il collegio dei Revisori e protegge le magagne di Ecocar, Zampella, Deodati, Vallarelli & co.

11 Marzo 2021 - 19:06

Non ha risposto e non risponde da mesi. Ignorate completamente domande importantissime su: controlli sulla regolarità fiscale e contributiva della società; rapporti della società con i dipendenti e numero dei dipendenti dell’azienda (o del Consorzio?) che gestisce la raccolta rifiuti a Caserta

CASERTA (g.g.) – Seh, seh. E figuriamoci se il console Franco Biondi si degnava di rispondere a quei scassambrella del collegio dei Revisori, guidato dal presidente Giuseppe Fattopace, che ultimamente pare aver recuperato la dignità della sua missione istituzionale, svolgendo quel controllo per le materie di sua competenza sugli atti amministrativi del comune di Caserta in nome e per contro della Repubblica Italiana.

Lesa maestà: questo qua si sente un intoccabile e purtroppo, sostanzialmente, di fatto, lo è. E si può permettere di mutuare la famosa frase che colonnello degli Arditi Pietro Zaninelli pronunciò al cospetto del suo superiore che gli chiedeva di sacrificare la sua vita e quello dei suoi uomini in un attacco pressoché all’arma bianca contro le postazioni austriache nella mitica Battaglia del Solstizio che segnò la rivincita dell’esercito italiano comandato da qualche mese dal generale napoletano Armando Diaz, dopo la disfatta di Caporetto che condusse alla destituzione del parigrado piemontese Luigi Cadorna. Me ne frego. Un’affermazione che diventò celebre dopo l’utilizzo da parte del Vate Gabriele

D’Annunzio durante l’impresa di Fiume, ma soprattutto perché attribuita anche a Benito Mussolini.

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Troppi personaggi storici importanti, fondamentali nel bene e nel male per utilizzare il motto allo scopo di spiegare l’ultima “impresa” dell’ingegnere Biondi. Uno che di ardito ha solamente la strafottenza politico-amministrativa che lo porta a considerarsi, dinanzi all’impunità sostanziale di cui ha goduto e di cui gode, un invincibile a tal punto da decidere di non rispondere alle domande precise, stringenti, dirimenti che il collegio gli ha posto sulla gestione del rapporto tra il comune di Caserta e il mondo Ecocar, visto che non possiamo individuare una ragione sociale ben precisa di fronte all’immonde giochino raccontato ormai decine di volte di fronte al Consorzio Ecocar ed Ecocar srl.

Fa piacere leggere il testo delle domande spedite a Biondi e che Biondi ha ignorato e sta ignorando con un atto di rozzezza e di arroganza che andrebbe immediatamente sanzionato. Ci fa piacere perché le domande che formulano i revisori ricalcano quelle che da anni noi formuliamo, ovviamente senza ricevere alcuna risposta dalle colonne del nostro giornale.

Il collegio dei Revisori è da più di un mese ormai che chiede con urgenza al dirigenteatutto Biondi, per dirla in maniera facile, cosa diavolo stia combinando con l’appalto milionario e ormai fuori contratto per la riscossione dei rifiuti: cioè i rapporti con Ecocar. Informazioni e documenti relativi a: “controlli sulla regolarità fiscale e contributiva della società; rapporti della società con i dipendenti; numero dei dipendenti“. In pratica, i Revisori vogliono sapere se i soldi che il comune invia alla Ecocar mensilmente siano realmente necessari al servizio, oppure qualcosa sia sprecato.

Ma gli stessi Revisori, che hanno recuperato il contenuto della loro funzione, restano però troppo pavidi. Sono come arbitri che invece di avere in tasca due soli cartellini, ne hanno quindici e probabilmente tutti di colore giallo. Per cui si limitano ancora oggi ad ammonire. Ma come? Di fronte ad un atto irrispettoso nei confronti dell’organismo di controllo e anche delle persone che lo compongono, voi Revisori cosa fate? Reclamate – scusate, la cosa ci strappa un sorriso e qualcosa in più – verso il Segretario Comunale Salvatore Massi, una cinghia di trasmissione, una propaggine acritica del sindaco e dell’assessore. Dunque, anche in questo caso una funzione che deborda da quello che dovrebbe essere il suo contenuto, rappresentando a sua volta lo Stato italiano attraverso una dialettica formale con la locale prefettura. Di fronte ad una cosa del genere non si può non inviare anche alla stessa prefettura, ma soprattutto alle procure della Repubblica deputate. Prima di tutto, quella di Santa Maria Capua Vetere, per quel che riguarda l’accertamento di eventuali comportamenti penalmente rilevanti relativi alla specifica questione della diserzione di Biondi dinanzi ai quesiti posti, ma soprattutto di fronte a ciò che questi requisiti esprimono come tratto inquietante nella gestione dei rifiuti e che dinanzi allo sfregio operato dal dirigente dovrebbero diventare ancor di più sospetti o almeno degni di essere conniventemente indagati. Diritto penale, ma non solo, i Revisori dei conti avrebbero dovuto immediatamente investire la procura della sezione territoriale della Campania della corte dei Conti, dato che tutto il meccanismo, il sistema-rifiuti a Caserta ha causato danni economici inenarrabili al Bilancio della città, costituendo, come abbiamo scritto e documentalmente dimostrato più volte, il primo motivo di un disastro culminato nella dichiarazione di due dissesti.