ELEZIONI & CARTE FALSE. Il sindaco e il politico Stefano Di Grazia rischiano il processo per 5 firme. A MARCIANISE, per 250 non è stato contestato il concorso al politico beneficiario di quel mega-imbroglio

28 Febbraio 2022 - 19:35

I due casi a confronto

 

 

TRENTOLA DUCENTA – Quando abbiamo letto il testo dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari firmato dal PM della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Aversa-Napolo Nord, Patrizia Dongiacomo, il pensiero è andato immediatamente ad una vicenda speculare, ma ben più grave, avvenuta a Marcianise prima delle elezioni comunali di maggio-giugno 2016.

Il PM Dongiacomo ha fatto notificare questo avviso ai sensi dell’articolo 415 bis del Codice di Procedura Penale, che dà la possibilità agli indagati di chiedere, entro e non oltre il termine di 20 giorni dal momento della ricezione, di essere ascoltati dall’autorità inquirente o di produrre nuovi documenti a discarico, in grado di far cambiare idea allo stesso PM.

A Marcianise, questo avviso è stato notificato agli indagati, in quella circostanza in numero superiore rispetto agli indagati di Trentola, un po’ di mesi fa.

In entrambe le situazioni, però, viene contestato il reato di falso in atto pubblico, compiuto dunque da un pubblico ufficiale in concorso con altri soggetti.

Il primo indagato per i fatti di Trentola è l’ex consigliere provinciale di Aversa Stefano Di Grazia, il quale avrebbe attestato falsamente che 5 cittadini del comune dell’agro aversano avevano apposto la loro firma di presentatori della lista Eureka direttamente al suo cospetto.

Al contrario, le indagini del PM avrebbero dimostrato che queste 5 persone, il cui nome potete leggere nello stralcio dell’avviso, che pubblichiamo in calce all’articolo, quella firma non l’hanno mai inserita nei documenti autenticati dall’allora consigliere provinciale.

Ma chi è l’altro indagato, che oggi rischia seriamente una richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura della Repubblica di Aversa-Napoli Nord?

Si tratta di Michele Apicella, oggi sindaco di Trentola Ducenta, al tempo dei fatti candidato alla massima carica comunale.

In poche parole, il PM ha individuato in Apicella l’indubbio beneficiario della presunta condotta criminale del consigliere provinciale autenticatore.

Va detto, però, che noi non abbiamo letto le carte di questa indagine, per cui non sappiamo se il ruolo di Apicella sia stato o meno diretto, sia stato più o meno attivo, sia stato più o meno fisicamente rilevabile.

Anche questo non è un particolare da poco.

A Marcianise, invece, la chiusura delle indagini a cui è seguita la richiesta di rinvio a giudizio, ha colpito solo i presunti autori materiali della certificazione falsa non di 5 firme, bensì di quasi 250, che i Carabinieri di Marcianise hanno accertato ascoltando una per una le persone che in teoria le avevano apposte, le quali in realtà mai e poi mai lo avevano fatto in calce alla lista Orgoglio Marcianisano, che nel 2013 fornì un contributo importantissimo all’affermazione elettorale di Antonello Velardi, ancora oggi sindaco di Marcianise.

Pensate un po’ che tra quelle firme ce n’era anche una teoricamente apposta da un detenuto in carcere al 41 bis per gravissimi reati di camorra.

Mentre nell’indagine della Procura di Aversa ci si pone il problema di stabilire chi sia stato il beneficiario delle condotte sub iudice del pubblico ufficiale, arrivando al nome di Michele Apicella con un’attività di indagine mirata, lo stesso non è accaduto a Marcianise, dove gli indagati oggi imputati questa attività l’avrebbero compiuta non si sa a vantaggio di chi e per quale motivo.

Per cui, l’avviso di chiusura indagini di Aversa, relativa a 5 presunte firme false contiene un dato logico di compiutezza.

Esattamente il contrario di quello che accade per l’indagine di Marcianise, dove quella lista incide, e lo fa pesantemente, sull’esito di quelle elezioni comunali.