S.MARIA C.V. Il comune distribuisce quattrini a palate ai disagiati ma non si sa neppure quanti siano. Nessun avviso, zero trasparenza

21 Luglio 2018 - 19:24

SANTA MARIA CAPUA VETERE (g.g.) – Il Comune di Santa Maria Capua Vetere continua a stupirci per la sua propensione alla trasparenza e alla corretta gestione dei procedimenti amministrativi. Stiamo scherzando? Stiamo coglionando qualcuno? Chissà.

Recentemente ha attirato la nostra attenzione una determina a firma di Erminia Cecere, precisamente la n. 144/18 del 19/07 (dunque una cosa fresca fresca), con la quale la dirigente pro tempore, e in proroga, dei servizi sociali ha approvato l’erogazione di contributi per vari cittadini quale misura di sostegno del reddito.

Siamo, oramai, abituati alla parzialità dei dati pubblicati in questo settore, giustificata dal D. lgs. 196/2003 che regolamenta la pubblicazione di dati sensibili.

Una legge a nostro avviso sbagliato, perchè è cosa buona e giusta proteggere la privacy delle persone rispetto le loro condizioni economiche e di disagio sociale ma ancor più cosa buona e giusta è che il cittadino-contribuente conosca o possa conoscere, se lo ritiene, la direzione da ogni singolo euro erogato dalle casse pubbliche grazie agli esosissimi prelievi fiscali.

In poche parole, se c’è una donazione liberale fatta da un’associazione che trova i soldi attraverso uno sponsor privato, un benefattore e che li avvia alla beneficenza diventa accettabile anche in caso che l’operazione la realizzi una fondazione che ha forti venature di carattere pubblico, che i dati sull’identità dei beneficiari vengano blindati e tenuti segreti. Ma se i quattrini sono erogati da un comune, da un ente pubblico che organizza i suoi programmi di spesa grazie al sangue versato dai contribuenti, non esiste ragione pur comprensibile riguardante la privacy che possa essere più importante del diritto di piena conoscenza da parte del cittadino di tutto il percorso del finanziamento, dalla sua partenza al suo arrivo. Sapendo da dove partono i quattrini si deve conoscere dove arrivano.

Se poi, questo tipo di dinamiche sono, con rispetto parlando per la persona, attivati da una dirigente della cifra di Erminia Cecere, la necessità di trasparenza diventa cogente.

La dirigente, che col decreto legislativo appena citato va letteralmente a nozze, non solo non pubblica l’elenco dei beneficiari, ma non ci vuole neanche far sapere, né a noi né ai cittadini sammaritani quale somma in totale sia stata impegnata per queste erogazioni una tantum e per quanti soggetti. Riusciamo solo a capire che ad ogni beneficiato di questo contributo vengono dati 500,00 euro, ma quanti sono i prescelti di detto contributo non è dato sapere. Insomma, la Cecere ha scavalcato anche il decreto legislativo rendendolo ancora più rigido, non solo non pubblica i nomi, utilizzando la possibilità che questa legge cretina gli fornisce ma non chiarisce nemmeno il numero dei contributi erogati. e in questo caso non c’è legge che tenga, visto che siamo di fronte a un caso molto grave di amministrazione non trasparente.

Ben conosciamo e ben comprendiamo che esistono situazioni di disagio economico particolarmente strazianti, ma un Ente Pubblico dovrebbe erogare i propri contributi economici secondo regole trasparenti prestabilite e predeterminate.

Se vi sono delle somme disponibili per i meno ambienti, tutti coloro che si trovano in questa sfortunata situazione devono avere la possibilità di accedere a dette somme attraverso avvisi che pubblicizzino questa possibilità, perché altrimenti i quattrini li prendono solo gli amici e gli amici degli amici.
In questo caso, infatti, ci sembra che ci siano stati solo pochi “illuminati” (non si può sapere quanti) che hanno, non si sa come né perché, chiesto aiuto economico al sindaco e ai Servizi Sociali, attingendo l’informazione sull’esistenza di questi fondi attraverso una visione notturna dello spirito santo. Tutti gli altri “fessi” che attendono la pubblicazione degli avvisi pubblici possono continuare ad aspettare.