Famiglia casertana guadagna migliaia di euro con l’usura: LE PRIME CONDANNE
27 Giugno 2025 - 16:04

CASERTA – Avevano chiesto ed ottenuto, durante l’udienza preliminare, l’applicazione del rito abbreviato gli avvocati di Colomba Modesto, per il compagno Gianluca Mario D’Agostino, entrambi 45enni di Vitulazio, per Angela Desiree Modesto, 30enne di Bellona, e per Raffaella Vigliucci, 66enne di Bellona madre e suocera degli indagati. Sono tutti accusati tutti di aver messo in piedi un business usuraio.
Nella giornate di ieri sono arrivate le prime condanne: la sentenza è stata pronunciata dal giudice per l’udienza preliminare Daniela Vecchiarelli del tribunale di Santa Maria Capua Vetere. A Colomba Modesto sono stati inflitti 2 anni e 9 mesi di reclusione, mentre il marito è stato condannato a 2 anni e 6 mesi. Il riconoscimento delle attenuanti generiche ha inciso sul calcolo delle pene, ma non ha evitato la condanna.
Si tratta della procedura che consente di saltare il dibattimento e ottenere una decisione del giudice solo sulla base degli atti raccolti durante le indagini preliminari con, in caso di condanna, la pena ridotta di un terzo.
Raffaella Vigliucci, madre di Colomba, e la sorella Anna Desiree Modesto, sono anch’esse indagate nella stessa inchiesta e si trovano ad affrontare il rito abbreviato. Per le loro posizioni, però, il dibattimento proseguirà a settembre, quando verranno ascoltate le arringhe difensive.
Secondo la procura di Santa Maria Capua Vetere i quattro avevano organizzato un meccanismo di prestiti usurari erogati a quattro vittime. Per ognuna di queste è stato formulato un distinto capo d’imputazione, ovviamente coincidente con l’articolo 644 del codice penale che prevede e punisce il reato di usura compiuto in concorso tra gli indagati.
LA STORIA
La prima di queste vittime è Assunta Galluccio. Qui in effetti la vicenda è al limite del surreale anche per noi che in passato abbiamo pubblicato tanti articoli in cui riportavamo percentuali di interesse usurario spesso vertiginosi. Sarebbe successo, infatti, che per l’acquisto di beni – non sappiamo quindi se il prestito consistesse nei beni materiali stessi o in danaro di corrispettivo – la Galluccio avrebbe ricevuto 19mila340euro.
Seconda vittima Alessio Avenia. Anche in questo caso il pm scrive di un prestito per l’acquisto di beni ma anche in questo caso la specificazione non ci è utile a capire se questi soldi li hanno prestati in contanti o abbiano costituito il controvalore di mercanzia non meglio identificata e che noi non possiamo descrivervi in quanto occorrerebbe avere in mano l’ordinanza, emessa al suo tempo dal tribunale di SMCV, che purtroppo non possediamo. Avenia prelevava dal banco usuraio 6.605 euro per conto della suocera, protagonista dell’acquisto dei beni, prometteva la restituzione di una somma di 16mila700euro ossia una cosa leggermente inferiore al 300%. Alla fine però Avenia restituiva 6mila800euro ossia poco più del 30%. Secondo prestito per Avenia mille euro con promessa di restituzione di duemila mentre ne restituiva 1.500euro. Evidente non era un tipo che si faceva intimidire più di tanto a differenza della signora Galluccio.
Terza vittima Antonio Parisi che riceveva in prestito la somma di 700euro promettendone in cambio 3mila100euro.
Ultima vittima Alberta Giorgio. In questo caso non vorremmo fare battute e non sappiamo se quello che è scritto nell’avviso sia un refuso oppure ancora, sentitisi scoperti e sotto la pressione dell’indagine della magistratura i 4 indagati non abbiano alzato bandiera bianca. Fatto sta, scusateci ma noi siamo dei goliardi, che gli usurai finiscono per essere usurati visto che dei 2mila500 euro che prestano se ne vedono restituiti 2mila100euro a fronte dei 5milaeuro promessi quindi con un saldo usurario, caso più unico che raro nella nostra lunga carriera giornalistica, di meno 16%.