“Ha favorito il reinvestimento di capitali illeciti”. Lazzaro Cioffi resta in carcere

20 Gennaio 2019 - 16:49

CASAGIOVE (red.cro.) – La Cassazione ha confermato le misure restrittive nei confronti dell’ex brigadiere Lazzaro Cioffi e alla moglie, Emilia D’Albenzio. Il caso preso in esame riguardava la vendita, al triplo del valore, del ristorante di Cioffi alla famiglia Fucito, a capo dell’organizzazione criminale che si occupava dello spaccio di droga nel parco Verde di Caivano.

Per gli inquirenti, la sovrastimazione del locale commerciale era stata decisa per gratificare Cioffi per le informazioni e la protezione concessa al suo cartello criminale. Nel ricorso, presentato davanti ai giudici della Cassazione, i difensori di Cioffi hanno cercato di spostare i benefici ricevuti, non dall’organizzazione ma dal singolo Pasquale Fucito.

“Vendendo al Fucito l’attività di ristorazione, intestata alla moglie ed alla figlia, a prezzo doppio rispetto al valore reale, consentendone la fittizia intestazione al nipote del Fucito ha favorito il reinvestimento di capitali illeciti, derivanti dal narcotraffico”. E per questo motivi i giudici hanno rigettato il ricorso di Cioffi e della moglie