I MARIUOLI DELL’ASL. La Rampone a Carizzone: “Metti il c…o sulla tavola, Antonio Stabile ci rovina, ha cambiato tenore di vita, vai a parlare col padre Salvatore della Fials”

10 Maggio 2021 - 12:48

Abbiamo scelto due stralci dell’ordinanza, entrambi relativi a conversazioni tra il direttore del Dipartimento e la sua amante. I due cominciano a temere anche per se stessi e se la prendono con il rampollo di casa Stabile, poi attaccano il medico Vincenzo Letizia: “E’ un imbecille, per acchiappare 400 euro in più al mese ne consuma 15mila”

 

AVERSA(g.g.) Come abbiamo scritto nelle precedenti puntate di questo lungo focus sui mariuoli dell’Asl di Caserta, solo a novembre 2018 l’allora direttore del Dipartimento di Salute Mentale della citata Asl Luigi Carizzone e la sua amante nonchè segretaria tuttofare Patrizia Rampone, si rendono conto di rischiare anche loro per l’inchiesta della procura della repubblica di Aversa-Napoli nord, di cui ormai cominciano a conoscere più cose, visto e considerato che i Nas dei carabinieri, oltre ad aver acquisito tantissimi documenti negli uffici dell’Asl di Caserta, hanno inaugurato una vera e propria processione di dipendenti Asl da sottoporre ad interrogatori come persone informate dei fatti.

Ed è proprio l’essere venuti al corrente del fatto che alcuni degli interrogati hanno spiegato, con dovizia di particolari, agli inquirenti, gli imbrogli dei progetti Rems extra orario di lavoro, che Luigi Carizzone, fino ad allora fiducioso sul fatto che gli obiettivi dell’indagine fossero altri, a partire da Nicola

Bonacci, responsabile dell’Unità Operativa di salute Mentale di Teano, a fargli dire che, da quel momento in poi bisognava stare attenti perchè “rischiamo anche noi”.

Da un lato, però, Carizzone prende coscienza di essere anche lui sotto osservazione, nel momento in cui i Nas hanno compreso con abilità e capacità (“i carabinieri figli di zoccola si sono imparati” afferma il dirigente con una metafora che detta da lui suona come un complimento), il meccanismo che comunque parte e arriva dalla potestà e alla potestà del dirigente, cioè dello stesso Carizzone, dall’altra parte, ritiene di essere ancora tranquillo nel suo ufficio, al punto da esprimere delle vere e proprie confessioni e dando dunque la possibilità agli inquirenti di avere materiale quasi impossibile da depotenziare in sede di processo, così come non è stato possibile depotenziarlo nella fase cautelare, che, non a caso, si sta ancora sviluppando con la reclusione ai domiciliari di Luigi Carizzone e di tutti gli indagati principali della vicenda, dopo che il tribunale del Riesame ha certificato la validità, la fondatezza dell’impianto accusatorio, già riscontrato per la maggior parte dalla decisione del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Aversa Napoli nord Maria Gabriella Iagulli, che nella sua ordinanza ha accolto il 90% delle richieste formulate dal pubblico ministero Giovanni Corona, titolare di un fascicolo che col passar del tempo è diventato sempre più voluminoso, diramandosi verso sentieri diversi da quello iniziale, costituito dal caso di assenteismo di Antonio D’Angelo e dalle situazioni relative all’uso illegale dei fondi pubblici utilizzati per i progetti Rems.

Dunque, Carizzone e conseguentemente la Rampone continuano a parlare liberamente. I due sono effettivmaente una coppia assortita, anche per quel che riguarda le opzioni lessicali. Virile e non è una battuta relativa “all’oggetto” della citazione pronunciata dalla Rampone, che sulla scia del simpaticissimo, quanto fornitissimo vocabolario del suo amante, ricorre ad una metafora tutto sommato nota e che viene utilizzata quando si vuole professare la propria determinazione, da concretizzare in una esibizione muscolare delle proprie ragioni.

Devi sbattere il cazzo sulla tavola…“. Siccome siamo in Campania e ancor di più ci troviamo nella zona prospiciente al napoletano, si capisce bene che la traduzione in italiano della frase necessaria per inserirla nel ragionamento costruttivo di validazione dell’impianto accusatorio, non rende come rende la modalità con cui Patrizia Rampone l’ha pronunciata, sicuramente in napoletano stretto.

Metti il ….. sulla tavola e chiama il padre di Antonio Stabile. Questo proposito è frutto della convinzione che i due hanno sul fatto che nell’indagine ci siano o ci sia comunque più o anche un solo target principali o principale. Stavolta Carizzone e la Rampone sono certi che l’obiettivo degli inquirenti è costituito da Antonio Stabile detto panzarotto, figlio di Salvatore Stabile, patron regionale del sindacato Fials che da decenni detta legge, letteralmente legge, al punto che l’abbiamo più volte paragonato al famoso sindacato americano degli autotrasportatori di epoca pre-kennedyana e kennedyana, nelle strutture sanitarie della provincia di Caserta, ma soprattutto in quelle della città di Aversa, dove non si muove foglia senza che Salvatore Stabile e Peppe Stabile, consigliere comunale di Aversa, vogliano.

Per cui, la dimostrazione muscolare di Carizzone, consiste, per Patrizia Rampone, nell’affrontare la cosa per quello che che è, significa andare a parlare con il vero riferimento delle azioni di Antonio Stabile, che con un co.co.pro. è stato messo lì, dentro o di fianco all’ufficio di Carizzone per controllare un sistema illegale, in modo da potervi partecipare e spartirne i proventi, come si è ben capito dalla vicenda relativa alle due strutture di accoglienza Rems di Gricignano d’Aversa Verde Smeraldo e Rosso Rubino, in cui soci occulti, per diretta ammissione di Carizzone che lo dice in più intercettazioni, erano lui stesso con la Rampone, Antonio Stabile e il commercialista Antonio Scarpa, genero del già citato Nicola Bonacci.

Insomma, un altro stralcio illuminante che conferma tutto ciò che noi abbiamo sempre scritto negli anni in merito al ruolo tossico svolto nella sanità casertana dal sindacato Fials.

Il secondo stralcio, da noi scelto per l’articolo odierno, illumina (si fa per dire) la figura di un altro indagato eccellente, cioè il medico Vincenzo Letizia, il quale svolgeva la funzione professionale nell’Uosm di Mondragone. E qui, Luigi Carizzone ritrova, diciamo così, tutta la sua verve dialettica e a Enzo Letizia ne canta 4, anzi 8.
E’ un imbecille, lui per acchiappare 400 euro in più al mese del provento fa consumare 15mila uero, fa mangiare un sacco di gente, ma questo è scemo proprio”.

E infine la similitudine preziosa che ancora una volta possiamo definire stilnovista: “Hai la testa per il trasporto delle cipolle“. E qui, il discorso è uguale a quello fatto per l’affermazione sul coso da dispiegare sulla tavola, detto da Patrizia Rampone. Scritta in italiano, non rende tantissimo, ma provate a tradurre questa frase sul trasporto del prezioso ortaggio e vedrete l’effetto che fa.

Insomma, nel momento in cui Carizzone e la Rampone temono anche loro di essere coinvolti, vorrebbero fare piazza pulita. Partendo proprio da Antonio Stabile. “Se li togliamo da la sopra, mi riprendo….Se ne deve andare, lo ha sporcato quel Dipartimento“. Era il tempo in cui CasertaCe scriveva spesso della presenza, a dir poco impropria, se non addirittura sconcertante, di Antonio Stabile e di altri componenti della famiglia, attorno all’ufficio di Luigi Carizzone.

Insomma, avevamo ragione da vendere. Va detto però che dal novembre 2018 in poi, forse dopo aver ricevuto qualche rassicurazione o aver percepito che quell’indagine della procura non avrebbe prodotto il terremoto che poi ha prodotto, nulla successe, perchè a quanto ci risulta Antonio Stabile ha continuato ad operare da co.co.pro. nel Dipartimento di Salute Mentale dell’Asl di Caserta.

E per oggi è tutto. Vi diamo appuntamento alla prossima puntata, invitandovi a leggere per intero i due non lunghissimi stralci che pubblichiamo in calce e che contengono altre frasi, altri dettagli che per motivi di brevità e per necessità di sintesi, non abbiamo inserito in questo articolo.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA