I NUMERI (VERI). CAMPANIA E CASERTA: si conferma il disastro tamponi, siamo quasi maglia nera. De Luca ha chiuso le scuole ma dovrebbe chiudere se stesso
16 Ottobre 2020 - 11:56
UNO PER UNO, GLI INDICI CHE RELAZIONANO ALLA POPOLAZIONE RESIDENTE I NUMERI DEI TEST EFFETTUATI REGIONE PER REGIONE. Noi di CasertaCe scriviamo i fatti e non ci lasciamo affascinare dall’enfasi e da un sensazionalismo indotto anche da decisioni ingiustificate, come quella presa ieri dal governatore De Luca
CASERTA (l.v.r.) – E’ necessaria una breve premessa: se alle recenti elezioni regionali avete votato per il candidato governatore uscente, Vincenzo De Luca, perché pensate sia una specie di deus ex machina capace di risolvere ogni situazione con decisioni draconiane e drastiche, perché il virus del sars cov-2 va fermato ad ogni costo, siete nel posto sbagliato. Attraverso il nostro giornale, abbiamo dimostrato, dati alla mano, come il governatore De Luca abbia preso decisioni errate, scelte esagerate, necessario più alla costruzione di uno story telling dell’uomo forte ma poco impattanti sul profilo sanitario.
La notizia più recente è quella di ieri, l’ordinanza restrittiva per il contenimento dell’epidemia da coronavirus, con la quale il presidente di Regione ha deciso che per le prossime settimane le scuole e le università campane saranno chiuse, ad eccezione delle matricole dei corsi universitari. Forse, secondo l’unità di crisi della Campania, i ragazzi e le ragazze che seguono le lezioni del primo anno di università hanno una particolare corazza anticovid che gli permette di muoversi liberamente rispetto ad uno studente del quinto anno di un liceo o iscritto al secondo anno di università. Come già ribadito ieri, una scelta improvvisa che ha lasciato spiazzati migliaia di genitori casertani e campani, costretti a trovare una soluzione last minute per non poter perdere altri giorni di lavoro, cercando affidare i propri figli a nonni, zii, amici e baby sitter chiamate all’ultimo istante.
Un’ordinanza di chiusura legata al numero alto di contagi rilevati in Campania nelle ultime settimane. Ieri, ad esempio, sono stati 1.127 con oltre 13 mila tamponi testati. Ed è proprio sulla questione tamponi che, dati del ministero della Salute alla mano, la regione Campania si sta dimostrando impreparata a questa seconda ondata e alla condizione epidemiologica che il nostro Paese sta attraversando dal mese di marzo.
Nella scorsa primavera CasertaCe ha pubblicato diversi articoli in cui vi spiegavamo come la regione Campania abbia gestito in maniera insufficiente la mappatura del contagio. Mentre altre regioni volavano verso i 4/5 mila test giornalieri, la Campania arrancava sui mille giornalieri, rendendoci la regione con il rapporto più basso di test analizzati rispetto alla popolazione.
In questa seconda ondata, però, i numeri dei test analizzati giornalmente sembrano essere finalmente saliti. Leggendo l’andamento delle ultime settimane, il dato della Campania è ancora distante da quello del Lazio, ma più vicino alla cifra dei tamponi testati della Toscana che, va sottolineato, ha due milioni di residenti in meno rispetto alla nostra regione.
Attualmente, la Campania registra il quarto dato peggiore nel rapporto tra tamponi analizzati e residenti. In pratica, nelle 5 province della nostra regione, è stata analizzata una persona ogni otto, considerato i 723 test analizzati messi a confronto con le quasi 5 milioni e 800 mila residenti in Campania. Peggio di noi, solo Sicilia (un test ogni 8,63 persone), Puglia (8,43) e Sardegna (8,37). Come è chiaro, sono tutte regioni del Sud. Un dato che dimostra come, dal Garigliano in giù, la sanità soffra particolarmente. Rispetto alla regione con il numero di residenti più vicino a quello della Campania, il Lazio, siamo lontanissimi. Infatti, tra Roma e dintorni sono state analizzate una persona ogni 5,45. Una differenza abissale di 2,55 se si pensa che le due regioni si passano solo 100 mila residenti in più per il Lazio. La palma del migliore risultato va sicuramente al Veneto, un test ogni 2,32 persone. La regione guidata da Luca Zaia vicina più che mai alla mappatura completa della cittadinanza. Stessa cosa dicasi per il Trentino Alto Adige: 2,37. Anche la Lombardia dove, tra Fontana, Gallera e zone rosse ritardate, ne hanno combinato di ogni, il dato è nettamente migliore rispetto alla Campania: un test ogni 4,19 residenti.