Il budget della CAMORRA. Tutta la famiglia Schiavone, da Giuseppina Nappa in giù, aveva bisogno di 100mila euro al mese. Ecco, una per una, le cifre spedite nelle carceri a Sandokan e ai figli

27 Agosto 2021 - 11:18

Nella conversazione tra i due cugini Dell’Imperio saltano fuori conti veri. Oltre alle necessità di garantire un buon tenore di vita a un numero molto alto di parenti e congiunti, Walter Schiavone e suo fratello Ivanhoe avevano anche le proprie esigenze per una vita agiata e stabilmente accompagnata dal divertimento nei locali più ricercati e più costosi

 

CASAL DI PRINCIPE – Il gip del tribunale di Napoli Isabella Iaselli ritiene giustamente molto importante una conversazione, intercettata in auto, tra i due cugini Francesco e Salvatore Dell’Imperio, entrambi appartenenti all’orbita criminale della famiglia Schiavone, specificatamente a quella rappresentata da Walter Schiavone che, con il fratello Ivanhoe, è stato per lungo tempo il rappresentante principale degli affari dei discendenti di Francesco Schiavone Sandokan.

Ha ragione a considerarla importante nella valutazione dell’accusa formulata ai danni di “Walterino”, perchè nel momento in cui i due Dell’Imperio passano da quella che può sembrare una battuta, quando uno dei due dice all’altro che per Walter occorrono almeno 50mila euro al mese, sentendosi rispondere che non bastano e che ne occorrono 100mila, ad una precisa descrizione di alcune voci di spesa che Walter Schiavone deve fronteggiare, diviene qualcosa di più di una battuta, qualcosa di molto utile per stabilire che Walter Schiavone svolgeva un’attività criminale, perchè solo con un’attività criminale si possono, eventualmente, accumulare cifre così alte, addirittura vertiginose.

E dunque, emerge una sorta di libro degli stipendi carcerari: a Parma, per il padre Francesco Schiavone Sandokan, da Walter arrivano 1.500 euro al mese; per suo fratello Carmine, al tempo ugualmente recluso come del resto ancora oggi, occorrono altri 1.500 euro al mese; poi c’è il fratello più piccolo, il penultimo per età, dopo di lui c’è solo Ivanhoe, che trovandosi recluso nel carcere Pagliarelli di Palermo ha evidentemente bisogno di più soldi. Per cui ad Emanuele Libero che poi sarebbe stato trasferito al penitenziario di Benevento, dove si è reso peraltro autore di una rissa con pestaggio per la quale è stato processato, dal tribunale sannita, venivano spedito 2.200 euro al mese.

Il conto farebbe 5.200 euro al mese solo per i reclusi. In realtà il Dell’Imperio parla di 7mila euro. Per cui siccome questi qua erano e sono analfabeti in tutto, fuorchè nel conteggio dei soldi, si può ritenere che nella trascrizione della conversazione possa essere sfuggito almeno un nome, perchè se leggete bene, Dell’Imperio nella sua somma parla di tre quote da 1.500 euro e una sola da 2.200 per Emanuele Libero. Possibile che sia sfuggito il nome di Nicola Schiavone, cioè del primogenito che nel 2016, epoca a cui risale questa intercettazione, non era ancora neppure in odore di pentimento.

Tutto il resto, riguardava poi Ivanhoe, le due sorelle Angela e Chiara, la mamma Giuseppina Nappa, i cognati e le cognate, i nipoti eccetera. Fermo restando la vita brillante e lussuosa che sia Walter che Ivanhoe intendevano fare e continuavano a fare.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA

7.5. Dell’Imperio commenta le necessità economiche per il sostentamento della famiglia Schiavone.

 

Il 19 febbraio 2016, sempre a bordo della Fiat Panda di DELL’IMPERIO Francesco, si registrava la seguente intercettazione di interesse investigativo, relativa a una conversazione tra il predetto e il cugino DELL’IMPERIO Salvatore ():

 

Progr. n. 6317 del 19/2/2016 16.33.57 (R.I.T. 4348/15 – Allegato nr. 10)

 

Francesco: … tengono i problemi… i problemi veri!

Salvatore: Si? 

Francesco: Eh;

Salvatore: Uh anima della Madonna, tanta… incomprensibile… non tengono una lira?

Francesco: No, Salvatò ci vogliono quaranta-cinquantamila euro al mese a casa di quello;  

Salvatore: Ce ne vogliono cento! (ironico, non ci crede, ndr) 

Francesco: Ahhh! Ma sei scemo? Salvatò… incomprensibile… sta là, mille e cinque… Mille e cinque dal padre, sta a Parma… mille e cinque; Il fratello piccolino sta a Caltanissetta, due e due (euro 2.200,00); Va da Carmine, mille e cinque, quanto sono? mille e cinque, mille e cinque, mille e cinque sono… Quattro e cinque e due e due, sono settemila euro scarsi (circa, ndr) ok? Ci stiamo no?… Deve mangiare “iss” , deve mangiare il fratello, devono mangiare le sorelle, deve mangiare quell’altra sorella, deve mangiare la madre, devono mangiare le cognate e devono mangiare i figli!

Salvatore: Devono mangiare però!

Francesco: … incomprensibile…si accavallano le voci…

Salvatore: Eh no, non devono andare a prenderlo nelle “fesse”!  

Francesco: Salvatò, i soldi là …incomprensibile… e li mandava, ma stai buono? 

Salvatore: Ma che ci vogliono cinquemila euro al mese? 

Francesco: Questo è scemo davvero;

Salvatore: Ma devono mangiare o devono fare il lusso? 

(l’auto intanto si ferma di nuovo nei pressi del bar Italia di Frignano, sito in quel Corso Italia, NDR)

Francesco: Scendi jà;

Salvatore: Mò quando ci vediamo? 

Francesco: Mò vengo tra un quarto d’ora; 

Salvatore: quarantamila euro!? 

Francesco: Ma che ne sai tu? 

Salvatore: Uhà; (incredulo, ndr)

poi Salvatore DELL’IMPERIO scende dall’auto, che subito riparte con il solo Francesco DELL’IMPERIO a bordo”. 

 

La conversazione continuava in relazione alla famiglia Schiavone, e secondo il Dell’Imperio Francesco, per mantenere l’intero nucleo familiare con un certo tenore di vita adeguato al loro ruolo criminale, era necessaria una somma di 40-50 mila euro al mese. A tal proposito, Salvatore Dell’Imperio commentava ironicamente: “Ce ne vogliono cento!”, lasciando intendere che, per mantenere il tenore di vita cui erano abituati gli Schiavone, sarebbero stati necessari almeno 100.000 euro al mese.

Poi  Francesco Dell’Imperio, nel ricostruire l’ammontare delle somme necessarie per sostenere economicamente i componenti della “famiglia” camorristica, forniva i riferimenti idonei a confermare il fatto che si stesse parlando proprio della famiglia di SCHIAVONE Walter:

 

  • affermava che occorrevano 1.500 euro “al padre, sta a Parma”, ed in effetti SCHIAVONE Francesco detto Sandokan risulta attualmente detenuto presso il carcere di Parma;
  • diceva che “il fratello piccolino” a Caltanissetta necessitava di 2.200 euro mensili facendo chiaro riferimento a SCHIAVONE Emanuele Libero, allora recluso presso il carcere “Pagliarelli” di Palermo (non Caltanissetta), ma comunque in Sicilia, successivamente trasferito in altro istituto;
  • citava “Carmine”, altro fratello di SCHIAVONE Walter, detenuto presso il carcere di Terni, cui occorrevano altri 1.500 euro mensili;
  • faceva i conteggi finali del denaro occorrente mensilmente alla famiglia, aggiungendo che necessitavano anche dei fondi per mantenere i parenti liberi, ovvero SCHIAVONE Walter (cit: “Deve mangiare iss”), il fratello Ivanhoe, le sorelle Angela e Chiara, la madre NAPPA Giuseppina, le cognate (ossia le mogli dei fratelli reclusi) e i loro figli”.

 

Si tratta, anche per questo GIP, di un’attività captativa molto importante, in quanto sintomatica della circostanza che la famiglia Schiavone era ancora pienamente al centro del contesto criminale di Casal di Principe, lasciando intendere chiaramente che il denaro di cui necessitava mensilmente la famiglia era quello provento dalla attività illecite, considerando che né SCHIAVONE Walter né i suoi parenti stretti svolgevano attività lavorative tali da giustificare così importanti entrate economiche; tra l’altro, l’ascolto quotidiano delle intercettazioni consentiva di appurare che i membri della famiglia, in particolar modo Walter ed Ivanhoe Schiavone, erano soliti partecipare a molti eventi mondani organizzati nei locali della zona, per cui necessitavano di una consistente e continua disponibilità economica.