Il cartello Baia Domizia-Cellole Bandiera Blu è legittimo. Lorenzo di Iorio e il Comune di Sessa Aurunca le buscano, per il momento, al Tar. E vi spieghiamo il perché

16 Settembre 2025 - 16:50

Invitandovi a leggere il testo integrale della sentenza che pubblichiamo in calce vi diciamo che i giudici amministrativi hanno accolto i contenuti della costituzione in giudizio operati dal Comune guidato dal sindaco Guido Di Leone in quanto Sessa ha rivendicato un diritto soggettivo e non appartenente alla categoria di quelli pubblici

CELLOLE (SESSA AURUNCA) – Per gli addetti ai lavori e gli esperti della materia, pubblichiamo in calce il testo integrale della sentenza, pronunciata dalla Terza Sezione del Tar della Campania – presidente Michelangelo Maria Liguori (a latere consigliere estensore Rosalba Ginsante e consigliere Valeria Ianniello) – a queste poche righe che dedichiamo all’esito di quello che potrebbe essere il primo round del confronto-scontro tra il Comune di Cellole e quello di Sessa Aurunca relativamente all’apposizione, da parte del primo, di un cartellone pubblicitario in suolo privato nel quale viene evidenziata la paternità, da parte di Cellole, dell’importante riconoscimento di Bandiera Blu di cui si giova la località balneare di Baia Domizia.

Un ricorso presentato lo scorso 8 agosto 2024 dal Comune di Sessa Aurunca, che si ritiene usurpato da quel cartello, dall’utilizzo del nome della località Baia Domizia che sarebbe in dotazione di Sessa, mentre Cellole potrebbe utilizzare solamente “Baia Domizia Sud”.

In realtà, noi abbiamo imparato a conoscere da anni il sindaco di Sessa, Lorenzo Di Iorio, soprattutto quando era pappa e ciccia con il grande dominus delle farmacie comunali. Qui il problema è esclusivamente di tigna. Diciamocela tutta: a Lorenzo Di Iorio “gli rode” il fatto — che molto lo ha sorpreso — che Cellole sia riuscito ad ottenere la Bandiera Blu, non una cosa di cui si viene insigniti facilmente, a causa della complessità dei requisiti richiesti e della necessità che questi interagiscano tra loro.

Non si tratta solo di mare pulito, ma di tante altre questioni che potrete leggere tranquillamente cercando “Bandiera Blu Cellole Casertace” su Google. Il ricorso è nato da un’azione sviluppata dal Comune di Sessa Aurunca, che aveva spedito a quello di Cellole un atto di diffida, non riscontrato da alcuna risposta. Di qui la convinzione, da parte di Iorio, di trovarsi di fronte a un caso di silenzio-inadempimento impugnabile davanti al Tar.

Al contrario, il Tar ha dato pienamente ragione ai contenuti della costituzione e delle controdeduzioni presentate in giudizio dal Comune di Cellole.

In sintesi, e invitandovi a leggere la sentenza per intero in calce all’articolo, il Tar della Campania ritiene inammissibile il ricorso di Sessa Aurunca, in quanto “deve intendersi ritualmente esperibile solo se proposto a tutela di posizioni di interesse legittimo, implicanti l’esercizio in via autoritativa di una potestà pubblica, e non (come in questo caso, ndr) se l’inerzia è serbata a fronte di un’istanza avanzata per il riconoscimento di un diritto soggettivo, poiché in tal caso l’interessato ha titolo a chiedere l’accertamento del diritto al giudice competente, vale a dire al giudice ordinario, se la materia non rientra tra quelle di giurisdizione esclusiva”.

In pratica, per come è stato organizzato il ricorso del Comune di Sessa Aurunca, questo doveva essere inoltrato al giudice del Tribunale Civile di S. Maria C.V. e non al Tar Campania.