IL CINE-PANETTONE AVERSA. Ops, ora l’ingegnere D’Orazio è meglio di Padre Pio: perchè Mimmo Palmieri sarà presidente del consiglio comunale

2 Gennaio 2019 - 12:58

AVERSA(g.g.) Facciamo un articoletto breve breve perchè tanto la gente, cioè quelli che dovrebbero essere i cittadini, che si trasformano in popolo sovrano alle elezioni, mancheranno ancora una volta alla loro funzione, considerando normale quello che è successo al comune di Aversa, in queste ultime settimane.

Fino all’altro ieri, Mimmo Palmieri, insieme a Giovanni Innocenti, Michele Galluccio e all’altro consigliere appena entrato, Claudio Palladino, sparavano a palle incatenate all’indirizzo dell’ingegnere Pietro D’Orazio, nuovo dirigente in pectore, indicato dall’altro consigliere comunale ribaltonista (il primo è Innocenti, anch’egli eletto a rappresentare la minoranza nel popolo aversano) Rosario Capasso per la delicata funzione di guida e coordinatore del settore urbanistica del comune.

Dopo il tentativo, decisamente sterile (CLICCA QUI PER LEGGERE), operato dal sindaco Enrico De Cristofaro, dell’incontro avuto con uno dei leader dell’opposizione Gianpaolo Dello Vicario, l’inerzia delle cose è andata in quella direzione alla cui realizzazione il presidente del consiglio Bisceglia ha tentato in tutti i modi di opporsi nelle ultime settimane. Il primo cittadino gli ha chiesto di rispettare il patto di metà consiliatura e di cedere la poltrona di presidente del consiglio comunale al sempre ambizioso Mimmo Palmieri.

Bisceglia ha abbozzato e si è dimesso. Presto il consiglio eleggerà il nuovo presidente, il cui nome è già, in pratica, scontato.

I 4 dell’apocalisse, perchè  una vera apocalisse minacciarono qualora D’Orazio fosse stato nominato, abbandoneranno il loro fronte di lotta. In poche parole, mentre fino a ieri D’Orazio era incompatibile, mentre fino a ieri erano pronti, così dicevano o almeno facevano intendere i 4 moschettieri, ricorsi alla Corte dei Conti, all’autority anticorruzione, oggi, all’improvviso, D’Orazio è diventato un valido dirigente di cui il comune di Aversa ha bisogno, anche secondo il punto di vista nettamente modificato di Palmieri, Galluccio e degli altri 3.

Da qui, la valutazione che il bene e il male, il buono e il cattivo, la compatibilità e l’incompatibilità di D’Orazio (ricordiamo in lite con il comune con tanto di contenzioso ancora aperto, sin dai tempi della sua epurazione, da parte del commissario prefettizio, arrivato dopo la morte di Giuseppe Sagliocco), dicevamo, da qui il bene e il male, il buono e il cattivo, la compatibilità e l’incompatibilità di D’Orazio, non hanno come discrimine unico e indiscutibile l’adeguabilità di questo professionista e della funzione che gli si vuol far ricoprire, alle norme vigenti, ai codici amministrativi, allo statuto e ai regolamenti interni del comune di Aversa, ma solamente al fatto che Palmieri sia o non sia eletto presidente del consiglio comunale.

Questo a dimostrazione di quanto sia forte, nell’animo di chi fa politica ad Aversa e in generale nella nostra provincia, il movente della legge vista come riferimento, come struttura fondamentale rispetto alla quale tutte le altre ragioni dovrebbero essere complementari.

Non è che noi, dopo tanti anni di bicicletta, ci stupiamo di fronte a queste cose, conosciamo bene i pregi e i difetti del simpatico Mimmo Palmieri. Sappiamo bene pure cosa è successo in queste serate, allorquando Rosario Capasso, perennemente allenato ad esprimere la sua grande attitudine, cioè il politicismo spinto e, ce lo conceda, anche deteriore, ha finanche incontrato i 4, che, sulla carta, si erano costituiti come gruppo per contrastarlo. Li ha incontrati grazie, magari, ai buoni uffici di Giovanni Innocenti che qualcuno sospetta abbia agito come una sorta di quinta colonna di Capasso nel gruppo frondista che oggi dice di ispirarsi alle posizioni della Lega di Salvini, preparando, magari in un immediato futuro, l’adesione al partito comunista dei lavoratori, qualora l’andazzo e l’inerzia della politica nazionale e locale, dovesse andare verso una surreale rivincita del bolscevismo.

Questi 4 consiglieri comunali brindano, dunque. Non certo al bene e ad un anno migliore per la città di Aversa.