Il COVID mette a nudo un’Asl impresentabile. Ambulanze che arrivano dopo un’ora e mezza, ora manca anche l’ossigeno in tutte le farmacie

5 Aprile 2021 - 18:53

Caserta (Gianluigi Guarino)  – Non sapremo mai quanti dei tanti morti, registrati negli ultimi mesi, rappresentino l’inevitabile conseguenza delle complicazioni di questo virus e quante invece si sarebbero potute evitare se la macchina della nostra sanità, ci riferiamo a quello campana ma in particolare a quella casertana, fosse stata meglio organizzata.

Niente di che, probabilmente sarebbero bastati standard da 5 in pagella e diverse vite, a nostro avviso, si sarebbero potute salvare, a prescindere dalla impossibile quantificazione.

D’altronde, mentre la prima ondata della scorsa rpimavera aveva interessato, tutto sommato marginalmente, la Campania e Terra di Lavoro, la seconda e la terza, verificatesi nell’ultimo autunno-inverno e che si stanno prolungando anche ad inizio primavera, hanno messo a nudo il disastro del nostro sistema sanitario, come avevamo peraltro largamente previsto, quando l’anno scorso di questi tempi, ci auguravamo che lo stellone della fortuna non avesse mai esposto queste aree territoriali agli stessi volumi di contagio delle regioni già duramente colpite nei primi mesi del 2020, a partire dalla Lombardia.

Purtroppo, la campania e la provincia di Caserta si sono, poi, a partire da settembre, equiparate alle altre regioni più colpite nella numerosità dei contagi e sono venute fuor tutte le carenze della sanità locale, che affondano

le loro radici in un’antica, atavica inconsistenza delle Governance, selezionate non in base alle capacità, ma in base alla cifra di servilismo rozzo-clientelare a favore dei padrini politici a cui devono la nomina e incredibili evoluzioni delle proprie carriere su livelli assolutamente spropositati rispetto alle loro effettive capacità.

D’altronde, basta scorrere il registro storico dei nomi dei protagonisti delle ultime gestioni dell’Asl di Caserta per arrivare ad una rapida spiegazione di ciò che sta succedendo. Ormai, il 118 si dibatte ogni giorno, ogni notte, tra un mare di difficolta che rendono le denunce, relative ai ritardi con cui le ambulanze giungono in soccorso di persone che accusano gravi malori, non necessariamente riconducibili al covid, un fatto che ha fiaccato anche le nostre reazioni.

Nei giorni scorsi, ad esempio, abbiamo registrato, decidendo di non intervenire con l’ennesimo articolo di denuncia, lo scoramento dell’avvocato sammaritano Emilio Maddaluna, il quale per ben due volte aveva dovuto attendere per più di un’ora l’arrivo dell’ambulanza in soccorso di suo padre, che poi è deceduto. Probabilmente, per il buon Giannino Maddaluna, storico commerciante di Santa Maria Capua Vetere, non ci sarebbe stato lo stesso nulla da fare per allungargli l’esistenza e, con ogni probabilità, sarebbe morto lo stesso. Ma può rappresentare questa affermazione un’attenuante o, al contrario, rappresenta una sconfitta, una resa incondizionata di un decente sistema di Welfare? Può vicenda personale del papà di Emilio MAddalna, essere rubricata tra gli eventi inevitabili, in funzione auto assolutoria rispetto alle enormi carenze del servizio di emergenza, che oggi paga il modo con cui è stato impostato dall’Asl, che ha truccato per 20 anni le gare d’appalto?

Truccate, avete letto bene, cosi come dimostra senza ombra di dubbio l’ultima ordinanza giudiziaria, che ha portato anche all’arresto di Cuono Puzone, patron di Misericordia che, attraverso un personale demotivato e, diciamocela tutta, fondamentalmente sfruttato, a partire dalla coazione dell’adesione all’associazione, modalità con cui vengono aggirate le norme del diritto del lavoro, gestisce da diversi lustri il servizio 118 dell’Asl, in una condizione in cui poi le magagne vengono alleggerite dall’ordinarietà dei tempi cosiddetti “normali” , ma che sono letteralmente esplose di fronte ad una imprevedibile straordinarietà, al cospetto della quale le incompetenze dell’Asl di Caserta, a partire da quelle dei direttori, sono state impietosamente messe a nudo.

In questi giorni abbiamo dovuto intervenire, e onestament4 ci dispiace averlo fatto, perché il nostro lavoro potrebbe essere speso in altre cause, visto e considerato che certi meccanismi dovrebbero funzionare in automatico, come fatto scontato, banale, indiscutibile. E invece siamo dovuti entrare a gamba tesa per fermare quest’altra follia delle ambulanze del 118, utilizzate come dei taxi per trasportare i pazienti dalle cliniche private casertane, Villa Delle Magnolie ma non solo, dai reparti dentro i quali vi era stata diagnosticata la positività al covid, alle loro abitazioni, raggiunte in quanto asintomatici.

Ma le cliniche private, convenzionate, che incassano soldi a palate dalla regione grazie alle loro convenzioni, neanche in questo momento tragico, possono mettere mano al portafoglio, organizzandosi con fornitori privati, benché autorizzati e pienamente in grado di garantire standard di sicurezza, in modo da avere a disposizione a disposizione delle ambulanze per questi trasporti che poi non comportano nemmeno rischi eccessivi, visto che,  a più di una anno di distanza dall’esplosione del covid, si sa bene come muoversi e come proteggersi al cospetto di un contagiato.

Ci piacerebbe, poi, dare un’occhiata, in certi momenti, al cosiddetto triage che, riteniamo nella sala operativa del 118 di Caserta, sia gestito in forma digitale, con un programma che colloca, in tempo reale, gli interventi frutto delle richieste arrivate al centralino, in un cluster di colori: il bianco, il verde, il giallo, il rosso. Ci piacerebbe vedere quel computer per renderci conto di quale sia il rapporto tra ambulanze in azione e chiamate ricevute. Ci piacerebbe capire quale sia la media degli stand-by, cioè quante chiamate rimangono più o meno temporaneamente inevase, nell’attesa che un’ambulanza si liberi. La nostra sensazione è che la situazione, su questo fronte, sia disastrosa e che non contribuisca certo ad una fluidificazione del rapporto tra chiamate e interventi, l’utilizzo, in sala operativa,  di personale fondamentalmente inesperto che, come abbiamo spiegato più volte, non solo arranca, ma se non è controllato stabilmente da un tutor, può anche compiere degli errori che, vista materia che si va a trattare, possano diventare pericolosissimi.

L’ultima emergenza di queste ore, riguarda le bombole di ossigeno. Ormai le farmacie dell’intera provincia di Caserta ne sono sprovviste e si è dovuto allertare anche i carabinieri, le forze dell’ordine, per reperirle e consegnarle, ricorrendo pure con l’ausilio del 118.

Noi non individuiamo in una o più persone specifiche e specificate responsabilità assolute per questo andazzo. Anzi, siamo sicuri che chiunque, dirigenti e operatori, stiano facendo il possibile in questo periodo. Ovviamente il possibile in base alle proprie capacità e anche rispetto ad una forma mentis che costruita e consolidata in decenni di conduzione non efficienti, non può essere certo modificata in età matura. E’ ovvio che si proceda con questo andazzo. Non potrebbe essere altrimenti, dato che tutte le scelte dell’Asl di Caserta, comprese quelle relative al 118, i cui ci siamo occupati quando abbiamo in tre occasioni affrontato la questione dell’operatività della coordinatrice del servizio, sono state effettuate in base a valutazioni collegate a relazioni improprie tra aziende e sindacati, soprattutto con la FIALS di Salvatore Stabile, travolta letteralmente dall’inchiesta giudiziaria a cui facevamo cenno prima e che ha portato anche all’arresto di Antonio Stabile, figlio dell’appena citato storico MammaSantissima del citato sindacato.