IL FOCUS. Lo sceicco della cocaina: 3 donne e 14 figli. La storia, sottovalutata, di Raffaele o’cervinese, l’uomo che ha trattato con i cartelli colombiani e boliviani. Ora potrebbe uscire
27 Luglio 2018 - 10:03
SAN FELICE A CANCELLO (t.p.) – E’ attualmente considerato il più potente cartello criminale dello spaccio in Campania dopo quello di Scampia. Lo confermano recenti indagini, la scalata del gruppo che fa capo al boss Raffaele Piscitelli o’ cervinese oppure o’cervinaro, classe ’68, è stata irresistibile.
Detenuto in un’ala del super carcere di Carinola. Arrestato dopo vari anni di latitanza nel 2011. Speronò persino l’auto dei carabinieri per tentare di sfuggire alla cattura. Tre compagne nella vita, una di loro, la Santorelli, è detenuta pure per droga. Piscitelli sembra che abbia avuto da queste diverse relazioni ben 14 figli.
Uno di loro Antonio, classe ’95, è in carcere per una pesante condanna per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Non molti sanno, inoltre, che O’ cervinese, il boss della coca in provincia di Caserta, avrebbe persino trattato affari di droga con cartelli criminali, non solo del napoletano ma persino in Colombia e in Bolivia che, come si sa, sono i centri mondiali della produzione e della vendita all’ingrosso. Luoghi in cui la distanza tra la vita e la morte, negli ambienti criminali, è più corta di un esile filo e dunque praticabili solo da criminali che nell’aberrante alfabeto dei narcotrafficanti, da Pablo Escobar in poi, sono considerati rispettabili.
Insomma, un vero pezzo da novanta che in passato avrebbe continuato a gestire questi rapporti persino dal carcere. Inoltre, ancora non molti sanno, che per qualche cavillo giudiziario, Piscitelli, dopo l’annullamento in Cassazione, avvenuto una settimana fa, della sua sentenza di condanna a 16 anni di carcere, potrebbe persino tornare libero come il vento. La complessa attività investigativa non si ferma mai su questi soggetti.
Soprattutto perché dopo i tantissimi arresti, le recenti collaborazioni con la giustizia tra Casal di Principe e Marcianise, che raccontano di fatti di un recente passato, e dopo lo smantellamento di tante attività criminali, l’attualità delinquenziale per eccellenza e più remunerativa, rimane, in provincia di Caserta, lo spaccio di coca, persino in zone una volta “off limits” come erano quelle attorno a Casal di Principe, dove regnavano i casalesi, i quali la droga magari vendevano altrove o permettevano che si vendesse in altre zone di influenza (Bidognetti a Castel Volturno), ma non permettevano che un solo grammo circolasse nei comuni da loro, sostanzialmente, governati a tutti i livelli.