IL FOCUS. Un faro del comune per illuminare il parcheggio del caseificio di Ranucci. E’ una bella ordinanza perchè attiva l’azione penale, senza se e senza ma

6 Luglio 2019 - 11:21

TRENTOLA DUCENTA – Due capi di imputazione provvisori, uno per il reato di turbativa d’asta in concorso, l’altro per peculato. La bellezza di questa ordinanza e l’uso del termine bellezza non è casuale, è rappresentata dal dato di fatto che esiste una procura, quella di Aversa-Napoli nord, che non sta lì ad usare il bilancino per creare una gerarchia di fatti “sufficientemente gravi” per essere oggetto dell’azione penale. Un comportamento criminale è tale anche se appare, e diciamo appare, un peccato veniale.

E’ come la storia del calcio di rigore: da una vita ascoltiamo stupidaggini dei moviolisti sui contatti innocenti, leggeri all’interno dell’area di rigore. Tanto leggeri da non giustificare la concessione di un penalty.

Non si tratta di stabilire se il contatto, se il fallo è veniale o grave. Se quel fallo è sanzionato fuori dall’area con un calcio di punizione diretto, dentro all’area, quegli stessi contatti potranno essere punti col rigore. Perchè non esiste un regolamento formale e una prassi materiale che non lo abita. Altrimenti è meglio cambiare le regole e dire che come capita nella pallanuoto, esiste una discrezionalità dell’arbitro nell’area di rigore, nella definizione della gradualità di un fallo con conseguente sanzione diversificata.

Così è per il codice penale: se tu ti metti d’accordo con una ditta che si occupa di pubblica illuminazione, per posizionare un grande palo, che costa al comune e dunque ai cittadini un tot, verso il parcheggio privato di un’attività commerciale, che risulta chiaramente e ingiustamente avvantaggiata e valorizzata, siamo di fronte ad un caso di peculato. Punto e basta. Quello è peculato esattamente com’è peculato essersi appropriato di pubblico danaro o aver utilizzato una super berlina, leggasi auto blu per andarsene in vacanza, con la propria famiglia o con la propria amante.

Poi, in sede di processo la pena, eventualmente, potrà essere commisurata al peso ponderale dell’azione di peculato. Ma in partenza, l’azione penale non può girarsi dall’altra parte, solo perchè si tratta di un faro o solo perchè lo fanno tutti e quindi ogni sindaco dovrebbe essere indagato.

Questo è successo nel caso del capo G dell’ordinanza su Trentola: la ditta Electra Impianti società cooperativa rappresentata da Tammaro Volpe, ha posizionato il faro su ordine dell’amministrazione comunale verso il parcheggio del ristorante-caseificio dei coniugi Raffaele Ranucci e Filomena Esposito. Per questo episodio sono indagati pe ril già citato reato di peculato, il funzionario del comune di Trentola Agostino Fabozzi e i tre imprenditori su menzionati.

 

 

QUI SOTTO IL TESTO INTEGRALE DELLO STRALCIO DELL’ORDINANZA