IL MIRACOLO-POLICLINICO avvenuto solo grazie ad un’università testarda. Stamattina partito il cantiere. La gioia del rettore Nicoletti

16 Gennaio 2021 - 12:53

Leggerete un articolo anomalo, perchè onestamente quelli che raccontano delle cerimonie, non li sappiamo fare. Ci dicono che c’erano anche le cosiddette autorità, ma noi ci concentriamo sui fatti concreti. Su questi, nè la Regione, nè il comune di Caserta hanno acquisito un solo merito, nè materiale e nè morale

 

IL NUOVO POLICLINICO DI CASERTA: TUTTI I NUMERI, 5MILA STUDENTI E 350 POSTI LETTO SU 25 ETTARI

 

CASERTA(Gianluigi Guarino) Ce la prendiamo un poco comoda sulle notizie relative al Policlinico, perchè, come si sa, con rispetto parlando per tutti quelli che, con la scusa della cifra istituzionale, ritengono molto più importanti le cerimonie e non la sostanza delle cose peraltro, il più delle volte, a loro sconosciuta, noi riteniamo, essendo grandi ammiratori della Roma Repubblicana, sobria, guerriera e rotondamente contadina (Cincinnato, do you remember?) e molto meno ammiratori della Roma Imperiale e ancora di meno della Bisanzio che ne ereditò l’impero nell’Eurasia orientale, oggi invece di dedicarvi tre o 4 righe come avremmo fatto in altre circostanze, ci dedichiamo maggiormente ad una notizia, naturalmente espurgandola di tutte le cose che a nostro avviso contano meno di zero, di tutti i discorsi roboanti, retorici e inutilmente verbosi.

Iniziamo a dire subito che tutto quello che c’era da raccontare, tutto quello che c’era da seguire e da prevedere, concedeteci almeno lo sfizio di auto riconoscercelo, l’abbiamo scritto in largo anticipo rispetto a tutti gli altri.

A noi non piacciono gli articoli assertivi. Una cerimonia, al riguardo, non è altro che un’asserzione di un evento e di parole che, salvo in casi eccezionali, non si discosteranno mai dal politically correct.

Può una roba politically correct interessare CasertaCe, giornale cultore del politically scorrect? No, non può interessare. E infatti in questo giornale non leggerete mai un articolo superiore alle 5 righe relativo ad un’inaugurazione piena di grancasse e di parole sempre vane, perchè pronunciate dai politici locali che nella testa hanno solamente, almeno per quanto riguarda il 90% di essi, il proprio tornaconto. Rispetto a questo tipo di comunicazione, noi ci asterremo oppure staremo lì, determinati, a fare la parte del maestro Antonio Scannagatti che reprime ogni tentativo dello zio d’America malavitoso Joe Pellecchia di prendere la parola una volta tornato in visita alla natia Caianello (CLIKKA QUI PER VEDERE).

E allora perchè, CasertaCe impegna, stamattina, la firma del suo direttore per un articolo su una cerimonia? Perchè, l’università della Campania Luigi Vanvitelli, mai da noi trattata teneramente, merita, stavolta, un applauso. Ma non uno di quei battimani che negli impomatati studi televisivi della Rai di un tempo, ma tutto sommato anche di quella di oggi, partivano a comando attraverso l’accensione di una scritta luminosa o attraverso i gesti dei capi claques che ufficialmente venivano definiti assistenti di studio.

Noi non siamo claque di nessuno. Se all’università Luigi Vanvitelli e al suo rettore Gianfranco Nicoletti riserviamo stamattina questo trattamento, è perchè se lo sono meritato col sudore della fronte. Perchè, badate bene, visto il crack della società Condotte, se non ci fosse stata una fortissima volontà dell’università casertana per affrontare e superare gli ostacoli enormi creatisi per effetto di quel fallimento, sarebbe successo che, fra 30 anni, una troupe televisiva sarebbe andata a filmare gli scheletri di quel poco costruito in questi anni, rubricando gli stessi dentro al lunghissimo elenco di “grandi incompiute“, cioè di opere che, partite con grandi ambizioni, sono diventate ricettacolo di tossicodipendenti e luogo sicuro per attivare turpi attività.

Ne potremmo citare a decine, anche in Campania. Ma oggi è giusto dare spazio e visibilità all’università che raccoglie un obiettivo concreto. Qui è avvenuto un fatto eccezionale: la governance dell’ateneo casertano ci ha messo la faccia e già da ottobre ha stabilito un cronoprogramma delle varie tappe. E fin qui, tutto normale perchè di cronoprogrammi enunciati e poi puntualmente disattesi, ce ne sono stati a migliaia.

L’eccezionalità è rappresentata dalla circostanza che i tempi annunciati, sono stati, fino ad oggi, tutti rispettati e che un altro cronoprogramma stringente, preciso, di cui abbiamo scritto dettagliatamente (CLIKKA QUI PER LEGGERE IL NOSTRO ARTICOLO) è stato messo, un mese fa, nero su bianco e su di esso il neo rettore Gianfranco Nicoletti, ci ha messo, ancora una volta, la faccia. E siccome, affrontando e raccontando questa vicenda abbiamo avuto la sensazione di abitare in un altro posto, cioè in Svizzera, in Germania, in Francia, allora merita spazio chi è stato l’artefice di quel “fatto concreto” che, per una volta, ha avuto ragione sulla vacuità delle parole.

Le dichiarazioni di Nicoletti, a margine dell’inaugurazione di stamattina, meritano, dunque, di essere pubblicate (e i nostri lettori sanno bene cosa ci vuole per veder pubblicato integralmente un proprio pensiero su questo giornale).

Prima di presentarvi le dichiarazioni di Nicoletti, chiariamo, per chi si fosse perso le puntate precedenti che lo scorso 17 dicembre è stato siglato l’atto di transazione tra l’università e Condotte in amministrazione straordinaria (legge Marzano).

Il mio ringraziamento – ha dichiarato Nicoletti – va soprattutto agli amministratori straordinazi di Condotte. Siamo di fronte oggi ad u n risultato particolarmente significativo non solo dal punto di vista scientifica, sanitario e didattio ma anche sociale ed occupazionale. Risultato che arriva anche grazie al Governatore della Campania che da sempre ha credito nella potenzialià di tale opera sollecitandone la ripresa di lavori. L’intento condivido è dunque eullo di pervenirea d una assoluta integrazione tra Policlinico e Territorio, destinando all’utenza un luogo di cura concepito come “Polo didattico ed universitario” ad elevato comfort ambientale e a misura di studente e di paziente.”

L’occasione diventa adatta per ribadire quello che succederà nei prossimi mesi e di cui noi già abbiamo dato conto. Ubi maior… e dunque è molto più importante che oggi, a ribadirlo, sia il rettore della Luigi Vanvitelli: “L’opera dovrà essere ultimata in 32 mesi con consegna del blocco destinato alla didattica entro 20 mesi dalla ripresa dei lavori. Come l’Università l’obiettivo è quello di creare una struttura dove formare la migliore generazione di futri professionisti e ricercatori di elevata qualificazione, destinando l’opera ad una popolazione studentesca di circa 5mila persone, con un blocco dedicato alla didattica e alla ricera di circa 60mila metri quadri. Il blocco riservato all’assistenza si svilupperà su una superficie di 250mila metri quadri suddiviso in 5 edifici indipendenti su una stuperficie complessiva di 68.500 mq e, a regime, ospiterà 350 posti letto.

Auspico davvero e sono fiducioso che, con la collaborazione di tutte le parti coinvolte, tale opera – conclude il rettore Nicoletti – vedrà la luce, nell’interesse primario degli studenti, in termini di alta formazione, e della popolazione, per un’opera al servizio dei cittadini in grado di rispondere in maniera efficace ed efficiente all’esigenza primaria ed imprenscindibile di tutela del diritto alla salute.