IL NOME E LA FOTO. “Regime carcerario incompatibile” cambia la misura per il boss dei casalesi

7 Luglio 2025 - 12:31

Il Tribunale di Sorveglianza di Napoli ha accolto l’istanza presentata dal suo legale

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SAN CIPRIANO D’AVERSA – Nuova svolta nel percorso a carico di Massimo Venosa, ritenuto un ras del clan dei Casalesi. Il Tribunale di Sorveglianza di Napoli ha accolto l’istanza presentata dal suo legale, disponendo che Venosa prosegua l’espiazione della sua pena in regime di arresti domiciliari.


Venosa era stato arrestato nel febbraio 2020 a seguito di una condanna definitiva a 10 anni di reclusione. Le accuse a suo carico includevano associazione a delinquere di stampo mafioso, traffico di sostanze stupefacenti aggravato dall’agevolazione mafiosa, estorsioni e usura.

Inizialmente recluso nel carcere di Sulmona, nel 2022 gli erano stati concessi i domiciliari per incompatibilità con il regime carcerario. Tuttavia, il Tribunale di Sorveglianza partenopeo aveva in seguito revocato tale misura, ritenendo superata l’incompatibilità, e per il boss si erano riaperte le porte dell’istituto detentivo beneventano.


A fronte di ciò la difesa di Venosa aveva presentato ricorso in Cassazione e la Suprema Corte aveva annullato l’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza, disponendo nuovamente gli arresti domiciliari. La decisione odierna del Tribunale di Sorveglianza di Napoli rappresenta una nuova conferma per il regime di detenzione domiciliare per il ras dei Casalesi.