Il pentito, che non sempre convince, tira in ballo il noto imprenditore Antonio D’Abrosca: “Riciclava e ripuliva i soldi del clan”
5 Aprile 2019 - 11:02
GRAZZANISE – (g.g.) Premessa, che riproduce un nostro punto di vista legato al confronto documentato, analitico tra quello che il collaboratore di giustizia Benito Natale ha dichiarato e le molte cose che non tornano nelle sue ricostruzioni. In poche parole, per quel che conta il nostro punto di vista, pur non arrivando alla contestazione sulla credibilità assoluta di questo collaboratore di giustizia, possiamo ben dire che si tratta di uno dei più porosi, cioè di un pentito che poi, alla fine, non è che dia un grandissimo aiuto all’autorità giudiziaria inquirente, che fa fatica, probabilmente, a incastrare le sue dichiarazioni con quelle di altri collaboratori, come elemento di riscontro processuale.
Fatta la premessa, in area Basso Volturno, qualcuno ci ha fatto notare, stamattina, un dettaglio che non avevamo colto, allorquando, un anno e mezzo fa, dedicammo una lunga sessione di articoli giornalistici alla illustrazione del Benito Natale-pensiero.
E in effetti, la dichiarazione è interessante, dato che riguarda un imprenditore, Antonio D’Abrosca,
Benito Natale tira in ballo Antonio D’Abrosca definendolo, in pratica, un riciclatore dei soldi dei casalesi mediante l’emissione di false fatture. La dichiarazione, come sempre facciamo, la pubblichiamo in calce a questo articolo, evidenziata col pennarello. Benito Natale chiude il concetto dicendo che spiegherà dettagliatamente, “in seguito” le modalità attraverso cui soldi contanti e in nero venivano da lui incassati e avviati al percorso contrario, ritornando alla camorra ben ripuliti da “regolare fattura“.
QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’INTERROGATORIO DEL PENTITO BENITO NATALE