Il sindaco di Lusciano Nicola Esposito e l’ex di Villa Literno Tamburrino si fregavano le mani per la prescrizione. Doccia fredda: pm e tribunale aggravano il capo di imputazione

3 Febbraio 2022 - 12:02

ECCO I 20 IMPUTATI. Si tratta del processo aperto al tribunale di Aversa-Napoli nord, riguardante gli episodi di presunta corruzione, avvenuti qualche anno fa e che sfociarono nel dicembre 2019, in una serie di clamorosi arresti che coinvolsero anche imprenditori, dirigenti e funzionari delle due municipalità

 

AVERSA(g.g.) La possibilità che, grazie ai tempi biblici delle procedure giudiziarie, i vari Nicola Tamburrino, già sindaco di Villa Literno, Nicola Esposito, ancora oggi sindaco di Lusciano, Nicola Grimaldi, assessore sempre al comune di Lusciano, Giuseppe D’Ausilio, dirigente al comune di Villa Literno, Anastasia Russo, dirigente al comune di Lusciano, i due Nicchiniello, padre e figlio, Salvatore e Francesco di Villa Literno, imprenditori che avrebbero tentato con azioni corruttive di truccare appalti nei due comuni appena citati, se la potessero “svignare” dal processo almeno per quanto riguarda l’accusa di falso in atto pubblico in concorso, grazie alla prescrizione.

Il periodo di tempo che separa l’inizio dell’indagine, sfociata, poi, nel dicembre del 2019, con gli arresti, operati dai carabinieri del Nucleo investigativo di Caserta, e il presente di un processo ancora alle prime battute, avrebbe reso , infatti, ineluttabile, pressochè certa la prescrizione.

Ma la pubblica accusa, la procura della repubblica presso il tribunale di Aversa-Napoli nord, rappresentata in aula dal pm Paola Da Forno, ha calato ieri il suo asso, chiedendo ed ottenendo dal collegio del tribunale normanno, la modifica del capo di imputazione, che è stato riqualificato: non

più falso ideologico, ma falso fidefacente che prevede tempi di prescrizione raddoppiati.

Per cui, com’è giusto che sia, se gli imputati sono non colpevoli, dovrà essere un tribunale a sentenziarlo e non la prescrizione. In pratica, il giudice ha accolto l’istanza del pubblico ministero relativamente ad atti che, ai sensi dell’articolo 476 comma 2 del codice penale, che definisce questa particolare aggravante del reato di falso in atto pubblico, erano dotati di “fede privilegiata”.

Atti, compiuti da pubblici ufficiali, cioè da dirigenti e funzionari della pubblica amministrazione di Villa Literno e di Lusciano, i quali attestavano ciò che il medesimo pubblico ufficiale “aveva fatto, rilevato o avvenuto in sua presenza.”

In poche parole, atti amministrativi di rango superiore, per i quali il pubblico ufficiale che li redige assume una funzione assimilabile, per capirci, a quella di un notaio. Atti, la cui falsificazione costituisce, come si diceva, una aggravante che va ad appesantire, non solo le pene detentive previste, ma anche i termini di prescrizione. 

Abbiamo dato un’occhiata rapida anche alla giurisprudenza, la quale racconta, attraverso sentenze della Corte di Cassazione, che l’aggravante può essere contestata solo quando “nel capo d’imputazione sia esposta la natura fidefacente dell’atto, o direttamente, o mediante l’impiego di formule equivalenti, ovvero attraverso l’indicazione della relativa norma.

Noi non siamo andati ancora a ripescare l’ordinanza del dicembre 2019, contenente le incolpazioni provvisorie. Magari lo faremo nelle prossime ore, in modo da verificare se già in sede di ordinanza la contestazione riguardava l’articolo 476 comma 2 o se questa evoluzione sia avvenuta quando il pubblico ministero ha formulato il capo di imputazione in sede di richiesta di rinvio a giudizio.

Comunque, le condizioni, sancite dall’appena citata sentenza della Corte di Cassazione, evidentemente esistono, se è vero com’è vero che il tribunale ha riqualificato ieri il capo di imputazione, trasformandolo in pratica da falso in atto pubblico, diciamo così, semplice, a falso in atto pubblico fidefacente. 

Per la cronaca, ecco i nomi degli altri imputati: Eduardo Cotugno di Aversa, Gioacchino Gabriele di Lusciano, Antonio Buonanno di Sant’Antimo; Ettore Bruno di Aversa, Pasquale Migliaccio di Aversa, Antonio Onofrio di Faicchio, Vincenzo Sposito di Maddaloni, Marianna Vanacore, di Casaluce; Vincenzo Vitone di Villa Literno, Angelo Aversano di Villa Literno, Vincenzo Sagliocchi di Villa Literno, Alfonso Bonavolontà 64 anni di Villa Literno.