IL VERDETTO. Un reperto archeologico della procedura penale salva dal concorso esterno in associazione di stampo mafioso i fratelli Cesaro, Nicola Ferraro, Isidoro Verolla e altri per la vicenda dell’area Pip di Lusciano
11 Settembre 2024 - 19:14
Intervenuta prescrizione anche per il reato associativo. Ciò perché, trattandosi di fatti antecedenti all’anno 2005, quello in cui lo stesso reato è diventato imprescrittibile, il giudice ha dovuto sancire il non luogo a procedere
LUSCIANO – La notizia era già prevista, calcolatrice alla mano. Prescrizione doveva essere per tutti gli imputati del processo relativo agli insediamenti all’interno della zona Pip di Lusciano, e prescrizione è stata.
Qualcuno potrebbe obiettare: ma scusate, questi imputati non erano alla sbarra anche per il reato di concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso? E quando mai c’è la prescrizione per questi reati? Nicola Cosentino è stato condannato definitivamente dalla Corte di Cassazione il 27 aprile del 2023 per fatti risalenti a quindici anni prima.
Ebbene, questo processo di Lusciano, imbastito a partire dall’applicazione di un’ordinanza di custodia cautelare per quelli che sono diventati, per la maggior parte, imputati, eseguita la mattina del 23 luglio 2014, dieci anni fa, ma che riguardava fatti addirittura risalenti a ulteriori dieci anni prima. Fatti accaduti prima del 2005, cioè prima dell’anno in cui una nuova norma ha sancito la imprescrittibilità dei reati di associazione a delinquere di stampo camorristico e di concorso esterno.
Per cui, oggi, uno dei collegi della prima sezione penale del Tribunale di S.Maria C.V., quello presieduto da Giovanni Caparco, con a latere Francesco Maionese e Patrizia Iorio, ha dovuto trasformarsi in una squadra di archeologi, andando a ripescare la normativa precedente all’anno 2005 che prevedeva l’applicazione dell’istituto della prescrizione anche per il reato di concorso esterno.
Già il Pm l’aveva dovuta chiedere a conclusione della sua requisitoria e verso le 17 ha reso nota la sua decisione. Non una sentenza, visto che la formula è quella della improcedibilità, del non luogo a procedere, della impossibilità di dare prosecuzione a un processo per intervenuta prescrizione.
Attorno al reato principale di concorso esterno, ce n’erano anche altri, quello che di solito vengono definiti reati fine o reati scopo dell’attività associativa, rispetto alla quale gli imputati avrebbero concorso esternamente: concorrenza illecita e turbativa d’asta per l’appalto della costruzione di piscine termali.
Tra gli imputati alcuni nomi eccellenti: Aniello e Raffaele Cesaro, fratelli del parlamentare Luigi Cesaro, l’ex consigliere regionale nonché patron di Eco Campania Nicola Ferraro, l’ex sindaco di Lusciano Isidoro Verolla, difeso dall’avvocato Mario Griffo, Francesco Pezzella, Vincenzo Salernitano, Nicola Mottola, Francesco Pirozzi e Immacolata Verde.
Ci viene da dire: quanti soldi sono stati spesi per realizzare questa indagine che, riferendosi a fatti antecedenti al 2005, si sapeva benissimo che sarebbe terminata con la prescrizione?