INTERPORTO, per starci i dritti, devono esistere i fessi. Santucci e la Sogesa licenziano gli operai, ne assumono altri e se la spassano con gli sgravi fiscali

28 Marzo 2019 - 18:35

MADDALONI/MARCIANISE(g.g.) Diventiamo vecchi e ci ritroviamo a scrivere sempre gli stessi articoli. La nobilissima attività della procura della repubblica di Santa Maria Capua Vetere che ha diretto le indagini svolte dagli uomini del comando provinciale della Guardia di Finanza di Caserta ha focalizzato alcuni aspetti fondamentali delle turpi pratiche truffaldine che da almeno 10 anni, chi scrive denuncia senza se, senza ma e senza cedimenti.

Oddio, rispetto al lavoro di indagine effettuato, ci si poteva anche aspettare che il tribunale concedesse qualcosa in più alle richieste presentate dalla procura. Però, quantomeno per la prima volta nella storia abbiamo a nostra disposizione un’ordinanza che certifica, almeno per quel che riguarda le valutazioni dell’autorità inquirente, e in parte, per quelle di un giudice, che l’Interporto Sud europa è stato un luogo in cui si sono consumate nefandezze e illegalità di ogni genere; un posto che ha praticato in grande stile l’evasione fiscale, investendo non su risorse utili alla promozione dei progetti autenticamente sociali, previsti in un pur discutibilissimo accordo di programma, ma nella costruzione e nella messa in opera di una macchina dell’imbroglio che fino a un mese fa si era dimostrata perfetta, ma soprattutto impermeabile per una serie di motivi che ora è inutile rivangare.

Ma la storia dell’Interporto non si esaurisce nello spaccato, pur importante, della citata ordinanza. Ci sono fatti, situazioni che puntualmente ritornano e che ogni volta vengono archiviate anche da noi con grande soddisfazione degli attori che ne muovono i fili.

Quante volte abbiamo scritto su CasertaCe intorno alla vita e alle opere dell’imprenditore Francesco Santucci, titolare della Sogesa. Tante volte, da qualche mese ci siamo concentrati su altri fronti relativi alla stessa materia dell’Interporto degli imbrogli.

Oggi vogliamo ritornare su questa nostra vecchia conoscenza il quale, il 30 ottobre scorso, ha licenziato i dipendenti rescindendo i contratti che rappresentavano l’impegno, precedentemente assunto dall’impresa, utilizzando lo strumento delle tutele crescenti, leggasi jobs act.

Successivamente, a conclusione di un incontro, svoltosi presso la sede di Confindustria Caserta che evidentemente, con questo Santucci deve avere delle relazioni dirette trattandosi probabilmente di un iscritto, la Sogesa si impegnava a riassumere i lavoratori nel caso ci fossero state nuove commesse. Ora, secondo gli ex dipendenti Sogesa, queste commesse sarebbero arrivate. Ma nonostante questo, sempre secondo la ricostruzione fattaci arrivare dagli ex operai, la Sogesa avrebbe assunto nuovo personale usufruendo degli sgravi fiscali, lasciando 20 lavoratori in aspi disoccupazione. In parole povere, l’ex indennità di disoccupazione.

Suscita perplessità, anche se la questione va approfondita per comprendere tutti i profili che la connotano, eventualmente, nei tratti della legittimità oppure di quelli della illegittimità, la scelta di Santucci e della Sogesa. Naturalmente, questo è l’aspetto giuridico-amministrativo. Sul piano dell’opportunità non ne parliamo proprio e diciamo pure che gli operai fanno male a lamentarsi e a stupirsi del fatto che un impegno assunto in Confindustria non sia stato mantenuto.

Ci chiediamo, anzi lo chiediamo a loro, se di quella riunione esiste un verbale. Se di questo verbale eventualmente abbiano chiesto e ottenuto copia. Perchè se non l’hanno fatto o addirittura se il verbale non è stato redatto, campa cavallo. Al Santucci niente gliene incoglierà. Nella giornata di oggi, gli oeprai hanno incontrato il sindaco di Maddaloni Andrea De Filippo, il quale ha scritto al prefetto di Caserta. Più di questo il sindaco non poteva fare. Ma vista l’aria e il livello di attenzione istituzionale di una prefettura governata fondamentalmente dal neo capo di gabinetto Immacolata Fedele, detta Imma, non è che c’è da sperare più di tanto. Anche perchè se fosse dipeso dalla prefettura di Caserta, il signor Giuseppe Barletta avrebbe dormito sonni tranquilli arrivando all’età di 140 anni, arredando il suo ufficio con la mitica poltrona di pelle umana, ovviamente tolta dagli arti di tutte le persone che ha fregato in questi anni, che Fantozzi racconta quando viene ammesso da inferiore, alla stanza celeste del mega direttore.

 

QUI SOTTO IL DOCUMENTO FIRMATO DAL SINDACO ANDREA DE FILIPPO

QUI SOTTO LA COMUNICAZIONE DI LICENZIAMENTO