La base di spaccio di via Taormina tra le possibili cause dello scontro tra il figlio di Sandokan e un gruppo collegato ai Bidognetti

7 Agosto 2024 - 10:12

Lì, in via Taormina, Emanuele Libero Schiavone si sarebbe recato poco dopo essere tornato in libertà prelevando della droga e picchiando uno dei pusher

CASAL DI PRINCIPE – Prende sempre più piede l’ipotesi del controllo delle piazze di spaccio in città alla base dello scontro tra Emanuele Libero Schiavone, figlio di Francesco Schiavone Sandokan e un gruppo collegato a Bidognetti.

Ad affiancare Giorgio Monaco, Mowgli, nella gestione della piazza dello spaccio alcuni albanesi. E’ questa la tesi su cui stanno lavorando i carabinieri a seguito delle informazioni raccolte. Base dello spaccio, secondo i militari dell’arma di Casal di Principe, era lo stabile di via Taormina immobile dove i carabinieri lo scorso mese di giugno hanno tratto in arresto Monaco.

All’interno dello stabile i carabinieri, al momento del blitz, individuarono una pistola ad aria compressa, foglietti manoscritti riportanti nomi importi e grammi, che per la Procura riguarderebbe il rapporto tra gli acquirenti e i fornitori, ed ancora materiale per selezionare e confezionare dosi di stupefacente. La base di via Taormina era anche sorvegliata da un sistema di monitoraggio al fine di individuare eventuali interventi delle forze dell’ordine. Monaco, dallo scorso 13 giugno è ancora cautelativamente detenuto in carcere.

Stando alle ipotesi investigative Emanuele Libero Schiavone, tornato in libertà lo scorso aprile dopo aver scontato 12 anni di detenzione, aveva preteso proprio dalla base di spaccio di via Taormina una quota del provento dell’attività di spaccio e dinanzi al rifiuto, pochi giorni prima del blitz del dei carabinieri, Schiavone avrebbe fatto visita in via Taormina prelevando della droga e malmenando un giovane in quel momento “in servizio”.

A seguito di questi episodi si sarebbero incrinati gli equilibri criminali in città determinando lo scontro culminato nella stesa prima in piazza Mercato, poi in via Bologna contro il portone di casa dei Sandokan ed infine contro nella strada dove abita Francesco Reccia, figlio del boss Oreste Reccia, recchia ‘e lepre, fidato di Emanuele Schiavone.