La Corte di Strasburgo condanna l’Italia per il caso dell’avvocato Enzo Petrella

18 Marzo 2021 - 13:15

I giudici di Strasburgo hanno condannato l’italia a risarcire 5.200 euro per danni morali e 2mila per spese legali perchè i tempi lunghissimi della giustizia determinarono la prescrizione del giudizio penale innescato da una sua querela, impedendogli, dunque, di costituirsi parte civile per ottenere il risarcimento

 

CASERTA –  L’Italia ha violato il diritto a un equo processo di Vincenzo Petrella, avvocato ed ex presidente della squadra di calcio Casertana, perche’ “a causa della condotta negligente delle autorita’ l’uomo non ha potuto far statuire sulle sue richieste di risarcimento per diffamazione da un tribunale penale”. Lo sostiene la Corte europea dei diritti umani nella sentenza di condanna dell’Italia, in cui e’ stabilito che il Paese dovra’ risarcire all’uomo 5.200 euro per danni morali e 2 mila per spese legali. Il caso riguarda la denuncia penale che Vincenzo Petrella ha sporto contro il Corriere di Caserta per diffamazione il 28 luglio 2001. Il giornale aveva pubblicato qualche giorno prima una serie di articoli in cui Petrella era accusato di frode e corruzione.

Petrella voleva costituirsi parte civile nel processo penale per diffamazione e reclamare circa 5 milioni di euro per i danni subiti. Ma non ha mai potuto farlo, perche’ le autorita’ hanno impiegato circa 5 anni e 6 mesi per le indagini preliminari, il reato e’ caduto in prescrizione, e il giudice ha deciso un non luogo a procedere.

I togati di Strasburgo affermano che le indagini preliminari hanno “violato il requisito di durata ragionevole”, evidenziando anche che il caso non era particolarmente complesso, e che durante i 5 anni e 6 mesi non e’ stata condotta alcuna attivita’ investigativa. Inoltre nella sentenza la Corte indica che i diritti di Petrella sono stati violati anche perche’ l’uomo non aveva alcun ricorso a disposizione per far velocizzare la procedura.