La Democrazia Cristiana non avrebbe mai utilizzato il simbolo istituzionale della Regione per spedire la lettera, come quella di De Luca, che ricorda alle partite Iva il favore da ricambiare alle elezioni
2 Maggio 2020 - 17:31
Tra le altre cose, solo 2.400 micro imprese su 122 mila che hanno fatto richiesta, hanno incassato i 2mila euro. E finanche Stefano Caldoro si è arrabbiato. In calce all’articolo, la sua presa di posizione e la copia della lettera originale spedita dal governatore
CASERTA – (g.g.) Con questa sua iniziativa Vincenzo De Luca è riuscito nell’impresa titanica di far arrabbiare quell’amabile mollaccione di Stefano Caldoro, ovvero l’uomo pantofola, la nostra sogliolona di sempre, che non si era scomposto, in questi due mesi, neppure una volta, di fronte alle rutilanti esibizioni del suo successore.
Evidentemente De Luca ha toccato un elemento che anche il bradipo piacione considera importante in funzione delle prossime elezioni regionali: l’occhiolino clientelare, strizzato a quei micro imprenditori, titolari di partita Iva, che hanno ricevuto i 2mila euro dell’aiuto regionale.
In effetti, questa è una mera operazione berlusconiana. Fu il Cavaliere infatti, al tempo, ad utilizzare le insegne istituzionali del governo per spedire lettere agli italiani nelle quali rivendicava il raggiungimento di qualcuno degli obiettivi economici che avevano riempito i suoi propositi in campagna elettorale.
Lo storico “Fatto” con cui si chiudevano alcuni spot trasmessi sia dalla Rai che dalla rete Fininvest in quei pochi mesi che Berlusconi restò al governo nel 1994, se non è copiata al millimetro da De Luca, in questa lettera, poco ci manca: “Lo
Da che mondo è mondo, dietro ad ogni “fatto” si nasconde sempre una fregatura. Proprio in uno degli ultimissimi videosolitari, De Luca ha ammesso che lui, come CasertaCe e NapoliCe avevano scritto a suo tempo, si aspettava l’inoltro di 70mila richieste. Ha rivelato che, invece, ne sono arrivate ben 122mila alla Regione. Di queste, solo 2.400 hanno ricevuto l’erogazione. Ed è a questi 2.400 che De Luca ha scritto la lettera berlusconiana.
Ora, calcolando un altro fatto, e cioè che il bando è scaduto il 30 aprile, e siccome queste lettere sono arrivate proprio quel giorno, cioè a bando ancora aperto, si ha la sensazione che le erogazioni siano iniziate prima. Ora, può essere anche che questi soldi siano stati dati in maniera corretta, privilegiando il dato cronologico della presentazione documentale. Ma onestamente non ci ricordiamo di un bando che abbia cominciato ad esprimere i suoi effetti concreti mentre è ancora aperto.
Caldoro, evidentemente, avrà avuto una strana sensazione. E siccome è un sogliolone-marpione, uno che se ne intende, avendo fatto il governatore per 5 anni, ha diffidato chiaramente, nel suo comunicato, De Luca affinchè gestisca equamente e senza designare corsie preferenziali degli amici e degli amici degli amici, quella che è pur sempre una erogazione, attinta, non dal conto corrente personale del presidente della Regione, ma dalle casse pubbliche, quelle implementate, riempite dalla pesante tassazione a cui sono sottoposte quelle partite Iva campane a cui oggi si dà lo zuccherino.
Soldi che in parte finiscono anche alla Regione con la vergognosissima Irap e, se non ricordiamo male, anche con una quota sulle accise dei carburanti.
Ma poi, questa storia del patto mantenuto è vera per i 2.400 che i soldi li hanno ricevuti. E le altre 120mila micro imprese? Si dirà: i soldi arriveranno anche a loro. Ma ce ne vorranno altri rispetto a quelli annunciati dal governatore, perchè la cifra, come abbiamo già scritto a suo tempo noi di CasertaCe e NapoliCe, potrebbe coprire al massimo i contributi per 70mila imprese, cioè per quel numero di soggetti su cui De Luca aveva fatto i suoi calcoli.
E le altre 50mila? Che facciamo, gli scriviamo una lettera in cui diciamo che possono ritenersi già fortunati per aver avuto l’onore di vedere attenzionata e, aggiungiamo noi, schedata la loro posizione di difficoltà economica dal munifico governatore?
Ultimissima battuta: la Democrazia Cristiana, ancor più vituperata dell’Irap, scriveva lettere alle persone. Ma si limitava a spedirle ai propri tesserati, unica banca dati che, al tempo, aveva a disposizione. Ma anche se la Dc avesse avuto gli elenchi dell’universo mondo, così come accade oggi, non si sarebbe sognata neppure lontanamente di utilizzare, strumentalizzare il simbolo istituzionale, che come tale, appartiene a tutti, cioè agli amici e agli avversari di De Luca, ai suoi elettori e agli elettori di altri, per spedire quell’occhiolino strizzato, che ha un preciso significato: caro micro imprenditore, quando ti recherai al seggio elettorale ed entrerai in cabina, non dimenticarti di questo mio gesto.
Che dire. E che cazzo dobbiamo dire più!
QUI SOTTO LA LETTERA SPEDITA DA DE LUCA AI POCHI IMPRENDITORI CHE HANNO RICEVUTO I DUEMILA EURO
QUI SOTTO IL TESTO INTEGRALE DELLA PRESA DI POSIZIONE DI STEFANO CALDORO
“La Regione intervenga per tutelare l’immagine dell’Ente. Circola una lettera a firma del Presidente della Giunta che, oltre i limiti fissati dalla procedure, promette bonus economici per singole microimprese”. Cosi’ Stefano Caldoro, capo della opposizione di centrodestra in Consiglio regionale della Campania. “L’Ente intervenga per impedire che ‘interessi privati’ sostituiscano il dovere della imparzialita’ e terzieta’ degli interventi pubblici. Il tentativo di trarre vantaggio dalle difficolta’ economiche di imprese e cittadini e’ – sottolinea – gravissimo. Speriamo sia solo una una notizia fake e che la smentita arrivi subito. Le risorse vanno date ma con correttezza” “Nello stesso tempo si firmano ordinanze piu’ restrittive di quelle del Governo impedendo ad alcune imprese di riprendere le attivita’, come avviene nel resto del Paese e, delibere che escludono dai benefici il 70% delle imprese campane”, conclude.