LA LETTERA. L’avvocato Adinolfi: “Tanti morti in CAMPANIA, anche per l’assenza di un piano pandemico”

23 Dicembre 2020 - 12:06

L’ultimo aggiungiamo noi risale al 2009. Risale per modo di dire visto che in realtà non è mai entrato in vigore, cosa che accade solo quando viene utilizzato dalle asl e dalle aziende ospedaliere per redigere i propri piani pandemici territoriali. E al livello nazionale, va ancora peggio. L’ultimo è del 2006 e per tutto il mese di gennaio scorso, il ministero della salute non c’ha capito un tubo

 

CASERTA(g.g.) E’ indiscutibile ciò che l’avvocato casertano Luigi Adinolfi illustra in questa interessante lettera. La Regione Campania, come del resto l’Italia intera si è fatta trovare totalmente impreparata davanti a questo virus sconosciuto fino all’inizio del gennaio scorso. Addirittura la latitanza di un piano pandemico regionale e conseguente di piani pandemici aziendali che nel caso di Caserta dovrebbero essere quelli dell’Asl e dell’azienda ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano, è anche meno grave rispetto al quadro nazionale, dove l’ultimo piano pandemico è stato approvato addirittura nel 2006.

Un’Italia sprovveduta, incapace di organizzarsi e con una condizione di stabile precarietà che l’ha portata, per tutto il mese di gennaio scorso, a non capirci assolutamente nulla di tutto ciò che stava succedendo. E, d’altronde, con tutto il rispetto, Roberto Speranza è un politico di professione, come si dice un “ammisca

facenn” e non aveva, ma forse ancora oggi, non ha, una competenza specifica della materia di cui si occupa. Ora, è vero anche che il problema coronavirus è dilagato in tutti i paesi del mondo e in quelle nazioni che vanno per la maggiore in termini di organizzazione legislativa, efficienza e funzionamento delle istituzioni. Ma è chiaro che la denuncia, presentata alla procura della repubblica di Santa Maria Capua Vetere, da Luigi Adinolfi e da Raimondo Cuccaro non può essere liquidata come un’azione velleitaria, perchè come potrete leggere dalla lettera, il ragionamento di Adinolfi non poggia su congetture, bensì su un’accusa supportata da omissioni gravi che per le normative vigenti non avrebbero dovuto mai verificarsi.

Le organizzazioni territoriali sono veramente poi l’ultima ruota del carro. Perchè, se è pure vero che la Regione Campania, nel 2009, fece un piano pandemico, varato in occasione delle minacce rappresentate dall’influenza aviaria, è anche vero che questo piano è come se non ci fosse stato, perchè nessuna delle Asl e nessuna delle aziende ospedaliere, lo utilizzò per redigere un proprio piano di intervento che servisse per attivare immediatamente un sistema di protezione civile e di prevenzione avanzata in caso di epidemia.

 

QUI SOTTO LA LETTERA DELL’AVVOCATO ADINOLFI

Caro Direttore,

è il momento in cui la Sua rivista disveli pubblicamente le reali cause dell’impennata dei contagi per Coronavirus nella Regione Campania ed in particolare nella Provincia di Caserta e i suoi lutti.

A seguito di tre istanze di accesso civico generalizzato io ed il mio assistito, Prof. Raimondo Cuccaro, abbiamo scoperto fatti sconcertanti.

La Regione Campania non ha mai aggiornato il Piano Pandemico Regionale neppure dopo la dichiarazione dello stato di emergenza nazionale per pandemia COVID-19 dichiarato dal Governo il 31/01/2020. Il Piano Pandemico Regionale è ancora quello del 2009 predisposto per l’aviaria, con cui si dava la caccia ai polli infetti! Tutt’ora la Regione non lo ha aggiornato e questo spiega la totale disorganizzazione con spreco di danaro pubblico, la curva crescente ed i morti, soprattutto tra i medici. De Luca ha preferito nominare ex novo un Comitato di Crisi che a sua volta non ha aggiornato il Piano Pandemico Regionale, pur sapendo di detta necessità primigenia. Questo spiega anche la parte assunta da De Luca di “castigatore del popolo”. Andavano “puniti” e bacchettati gli ignari cittadini rimasti in balia del virus per assenza del Piano Pandemico Regionale per contrastare il COVID-19, unico strumento previsto dalla normativa vigente per prevenire e poi se del caso contrastare in maniera efficace e coordinata le epidemie. Tutti sanno che le epidemie vanno bloccate sul nascere e non dopo. Per questo motivo il Piano Pandemico Regionale del 2009 prevedeva una serie di accorgimenti da adottare precedentemente alla fase propriamente pandemica, da approvarsi tempestivamente dalla Regione, dalle ASL e dalle A.O. nella fase pre-pandemica.

Lo stesso discorso vale per l’A.S.L. di Caserta e per l’Azienda Ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano. Sempre a seguito di istanza di accesso civico generalizzato si è scoperto che tutt’ora non esistono i Piani Pandemici Aziendali vidimati e verificati dal Comitato Pandemico Regionale, comitato che sembrerebbe essere stato esautorato da ogni compito. Il Comitato è stato previsto dal Piano Pandemico Regionale del 2009 quale organo fondamentale per la gestione delle pandemie.

Il Comitato Pandemico Regionale aveva il principale scopo, infatti, di “validare” i Piani Pandemici Aziendali, e cioè quelli delle ASL e delle A.O. per coordinarli con quello Regionale.

Pertanto il caos ed i morti hanno una loro precisa origine e causa: assenza del Piano Pandemico Regionale aggiornato al Covid-19, in uno all’assenza di quelli aziendali validati.

Abbiamo presentato io e Cuccaro un circostanziato esposto per il reato di epidemia ex art. 438 codice penale punito con l’ergastolo e art. 452 c.p. alla Procura di Santa Maria Capua Vetere, nonché denuncia di danno erariale e quella della Corte dei Conti per spreco di risorse pubbliche per spendite scoordinate, ma tutto tace.

Le faccio presente che nel settore dell’emergenza sanitaria regionale i Presidenti della Regione, i Sindaci e i Direttori Generali delle A.S.L. e delle Aziende Ospedaliere, in uno ai Presidenti delle Provincie, ricoprono posizioni di garanzia connotate da obblighi giuridici imposti, proprio, per impedire l’evento epidemia e, quindi, avevano l’obbligo giuridico di rispettare le direttive programmatorie ed esecutive dalle quali discendono detti obblighi giuridici imposti, proprio al fine di prevenire, evitare o contenere una epidemia.

Nel caso di specie la disciplina imposta proprio per evitare il verificarsi dell’evento era l’aggiornamento del Piano Pandemico Regionale ante omnia, la predisposizione e validazione di quelli aziendali, il tutto in un regime di coordinamento regionale.

E’ a tutti noto che non impedire un evento che si ha l’obbligo giuridico di impedire equivale a cagionarlo (art. 40, c. 2, codice penale).

Ho tutto il materiale che vuole. In poche parole abbiamo scoperto l’acqua calda tra l’omertà di tutti in quanto tutti in Regione sanno che il Piano Pandemico risale al 2009 e non è stato aggiornato e tutti i Direttori Generali delle A.S.L. e delle A.O. sapevano che i loro Piani Aziendali andavano aggiornati e validati fin dalla fase “pre-pandemica”, che è quella più importante per evitare il sorgere di quella “pandemica”.

In definitiva nella fase “pre-pandemica” nessuno ha fatto nulla determinando il passaggio della Regione Campania nella fase “pandemica”, che poteva essere evitato tramite l’aggiornamento del Piano Pandemico del 2009, non più attuale in quanto predisposto per l’aviaria. Lo stesso Piano Pandemico del 2009 chiarisce al suo interno che esso va aggiornato tempestivamente di volta in volta in ragione di nuove epidemie. Giunti alla fase propriamente “pandemica” nessuno si è preoccupato almeno di predisporre ed aggiornare i Piani Pandemici, con ulteriore gravità dell’omissione. La conseguenza di tutto ciò è sotto gli occhi di tutti. Si è lasciato che un intero popolo, che andava salvaguardato con i Piani Pandemici sin dalla fase pre-pandemica, fosse aggredito dal virus. Quale è stato il rimedio? Dare la colpa alle scuole di ogni ordine e grado, ai bar, ai ristoranti, ai cinema, alle spa, alle palestre, ai centri estetici, ai teatri, alle discoteche, agli eventi culturali, alle manifestazioni sportive, ai commercianti, ecc…, gettando nella disperazione intere famiglie di onesti lavoratori.

L’unità di crisi nominata da De Luca, composta da una platea di esperti e avvocati tra cui il nostro Sindaco, non ha mai sollevato il problema dell’aggiornamento dei Piani Pandemici, ma si è limitata ad analizzare curve di contagio e a chiudere di volta in volta questa o quella attività e/o a dichiarare zona rossa questa o quella città, tra cui Marcianise.

Resto a disposizione per ogni chiarimento e a fornirle tutta la documentazione.

La questione è molto, ma molto seria e merita attenzione da parte Sua, anche perché sarà l’unica rivista, in un regime omertoso e prono al potere, a dare chiarezza ai cittadini, che potranno iniziare class action contro i responsabili di questo abominio, finora caratterizzato da un silenzio assordante di chi sa ma non parla.

Con stima.

Avv. Luigi Adinolfi