“La moglie di Andrea Letizia si occupava dei soldi e del rapporto tra i clan”. Resta in carcere Palma Piccolo Bellopede

17 Settembre 2019 - 17:23

MARCIANISE (red.cro.) – Sono state rese note le motivazioni con cui la Cassazione, avallando la decisione presa dal Giudice per le indagini preliminari, confermata dal Tribunale del riesame di Napoli, ha rigettato il ricorso presentato da Palma Piccolo Bellopede, sorella di Achille e Angelo Piccolo e moglie di Andrea Letizia.

La donna è stata arrestata nella retata dello scorso 8 aprile ai danni del clan Piccolo-Letizia di Marcianise. Per la difesa, la tesi accusativa secondo cui la Piccolo Bellopede avesse il compito di garantire l’integrazione tra le fazioni Piccolo e Letizia e un potere decisionale riguardo al riparto di denaro tra i sodali o al sostentamento dei detenuti è stata frutto “un travisamento della prova“, con il ruolo decisionale sopracitato smentito dal collaboratore di giustizia Mario Russo, così come riportato nelle memorie difensive presentate dall’avvocato della donna.

L’idea portata avanti dagli avvocati difensori, quindi, è quella che vedrebbe Lady Letizia lontana dal lavoro del clan. Si legge nella sentenza della Cassazione che la difesa “lamenta che il Tribunale del riesame, pur enunciando principi teorici condivisibili, non abbia poi riempito di contenuto le affermazioni circa l’esistenza di comportamenti indicativi della sua intraneità al clan“.

Ma per i giudici della 5a sezione penale il ricorso presentato dalla difesa di Piccolo Bellopede è infondato e quindi dev’essere respinto. Per gli ermellini, la decisione del Riesame è stata corretta anche perché “il

Tribunale, con motivazione priva di tratti di manifesta illogicità, ha evinto il ruolo fattivo dell’indagata nell’ambito della compagine“. Ruolo che emergerebbe, secondo l’accusa,  sia sull’aspetto economico decisionale, sia in ordine ai rapporti tra le fazioni del clan, sia quale raccordo comunicativo con i parenti in carcere.

Tra le varie spiegazione utilizzate nel dispositivo che potrete leggere qui in basso, i giudici fanno riferimento ad un’intercettazione in cui Achille Piccolo meditava di affidare la direzione del clan alla sorella. Intercettazioni al tempo pubblicate da Casertace e sintomatiche, a nostro avviso, della Dda, del Gip che al tempo firmò l’ordinanza e adesso anche dei giudici della Cassaizone, dell’attiva partecipazione di cui la Piccolo Bellopede era stata materiale trait d’union, come appartenente alla famiglia piccolo, cioè dei Quaqquarone, aveva sposato Andrea Letizia, unendo fisicamente il sodalizio,

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