La moglie di Giacomo Capoluongo al marito: “Michele Zagaria meglio morto che pentito”

24 Agosto 2022 - 11:05

L’intercettazione emerge dalla sentenza della corte di Cassazione relativa al ricorso presentato da Luisa Guarino nei confronti della decisione del tribunale del Riesame di Napoli sulla custodia in carcere

SAN MARCELLINO – La corte di Cassazione ha ritenuto inammissibile il ricorso di Luisa Guarino, moglie di Giacomo Capoluongo, pesantemente pregiudicato per reati di camorra, e coinvolta nell’inchiesta sul riciclaggio di denaro sporco del clan dei Casalesi da oltre 100 milioni di euro.

La farmacista 62enne aveva presentato ricorso contro la decisione del tribunale del Napoli che rigettava la richiesta di riesame dell’applicazione della custodia cautelare in carcere, emessa dal tribunale partenopeo, precisamente dal giudice per le indagini preliminare, lo scorso 21 settembre.

Si tratta di una sentenza non esattamente nuovissima, appena sfornata, diciamo così. Infatti, parliamo di una decisione presa diversi mesi fa, cioè il 14 di aprile scorso, ma solo in questi giorni è stato pubblicata la motivazione del rigetto da parte della Cassazione.

Nel dispositivo è interessante andare a leggere alcune citazioni di intercettazioni, utilizzate dal tribunale del Riesame come prova nei confronti di Luisa Guarino.

Tra le parti di conversazione tra Giacomo Capoluogo e la moglie ce ne sono almeno una che riguarda la divisione di soldi, stipendi e forse quella più importante, ovvero una relativa alla paura di un possibile pentimento della boss Michele Zagaria.

Proprio in un passaggio di questa conversazione Luisa Guarino si augurava morte di Michele Zagaria, se questa fosse stata l’unica possibilità affinché il boss non collaborasse con le forze dell’ordine.

Per i giudici, è corretta l’interpretazione delle intercettazioni hanno condotto la corte del Riesame di Napoli che ritiene la Guarino come pienamente consapevole di trasferire denaro, riciclarlo per la camorra.

La Cassazione, che si occupa della legittimità di una decisione, non entrando quindi nel merito della sentenza del Riesame, ha ritenuto in linea con la legge, legittimi i motivi con cui il tribunale aveva rifiutato la revisione della custodia cautelare in carcere per Luisa Guarino.

Ricordiamo che la farmacista è stata condannata a cinque anni di carcere proprio nel processo con rito abbreviato sul riciclaggio di somme di denaro per favorire la fazione Zagaria del clan dei Casalesi. La sentenza è stata emessa lo scorso 12 aprile, proprio due giorni prima della decisione della Cassazione.

Ma detto che il dispositivo adottato dalla seconda sezione penale della Cassazione è dell’aprile scorso, potrebbe essere avvenuta una scarcerazione o un alleviamento posizione cautelare della Guarino in questi mesi.

A nostra conoscenza, però, ciò non è avvenuto e la farmacista moglie di Giacomo Capoluogo dovrebbe essere ancora in carcere.

CLICCA QUI PER LEGGERE LA SENTENZA DELLA CASSAZIONE