LA NOTA. AVERSA. Bilancio del Comune, Alfonso Golia, Sagliocco, Innocenti & co. benedicono il covid. Il governo verso una proroga al 15 settembre

11 Agosto 2021 - 11:20

Il comune normanno non l’ha ancora approvato entro la scadenza del 31 luglio, ma sarà graziato dai soliti pretesti che da anni i vari esecutivi nazionali espongono per nascondere il vero e proprio patto scellerato che, a ristoro dei tagli dei trasferimenti erariali, permette ai Carlo Marino di turno, di fare letteralmente strage del danaro pubblico, permettendosi anche di affermare, come ha fatto ieri, perculando i casertani, con grande improntitudine, che lui sta risanando

 

AVERSA – (g.g.) E’ vero sicuramente che nella valutazione di certe decisioni, di certi provvedimenti, occorra possedere la capacità di articolare una visione d’insieme. Lo diciamo noi, che, tutto sommato, potremmo anche non applicare questo metodo di analisi, dato che siamo un quotidiano locale, con la licenza, di fronte alla platealità con cui si sviluppano e si manifestano i casi di mala gestione dei nostri comuni, di insistere, di calcare la mano, anche correndo il rischio di scivolare nella demagogia, di biasimare, di esecrare il governo nazionale sempre di manica larga, quando c’è da fare concessioni agli enti locali, ai comuni in particolare.

E non si tratta di covid, perchè questa barzelletta, tutta nostrana, una vera e propria specialità nello Stivale, dura da una vita. Almeno abbiate il coraggio di eliminarlo il cosiddetto bilancio

preventivo dalle norme d’obbligo, previste dalla legislazione, nel caso specifico, dal Testo Unico degli Enti Locali.

Al riguardo, se torniamo con la memoria a 10 o 15 anni fa, noi vi possiamo dimostrare che ci sono stati comuni in provincia di Caserta che hanno approvato il loro sedicente bilancio di previsione nell’anno 2006 o 2007, non alla fine del 2005 o del 2006, come capita in un qualsiasi posto normale – nel senso che esiste un vocabolario che dà il significato alle parole – bensì addirittura più di un anno dopo.

Ricordiamo, ancora, al riguardo, di quella volta in cui il comune di San Prisco approvò il bilancio del 2006 o 2007 (abbiamo qualche incertezza sulla data precisa ma il fatto è sicurissimo), l’anno successivo. Dunque, un bilancio che doveva prevedere le spese per l’anno 2006, passò al vaglio del consiglio comunale nel 2007.

Insomma, non solo una storia di cattivo governo, ma anche un vero e proprio manicomio. Quest’anno forse non arriveremo a quegli eccessi. Però, prendiamo il comune di Aversa, di qui a poche ore, massimo 24, 48, il governo sancirà che il bilancio di previsione, anno 2021, che ripetiamo, traccia, o meglio, dovrebbe tracciare, stando alla lettera di una legge dello Stato, il programma di lavoro di un ente locale associando a questo, nei vari capitoli, le cifre di spesa e collegando le medesime ai flussi di entrata, potrà essere approvato entro il 15 settembre.

Quindi si sposta il termine, già molto spinto in avanti, del 31 luglio. Se leggete le dichiarazioni rilasciate alla stampa dalla viceministro all’economia Laura Castelli di 5 Stelle, sarete inondati dai soliti bla bla, sul momento difficile, sul momento delicato, su questa epocale pandemia. Perchè, diciamocela tutta, questo covid è diventato una sorta di liberatoria indiscriminata, come se i comuni fossero impediti dal covid a programmare la loro gestione in un tempo dovuto. Ma il covid c’è ora, come c’era il 31 dicembre 2020 e ci sarà ancora il 15 settembre 2020, termine normale per chiunque voglia prevedere qualcosa, anche le spese del detersivo per la casa nell’anno successivo, come c’è stato il 31 luglio.

Tutte scuse. Oggi il covid, ieri altri protesti, altre difficoltà più o meno insormontabili. La verità è che esiste da anni un patto scellerato tra governo ed enti locali per il quale, se il primo è costretto, così com’è stato costretto, a ridurre drasticamente i trasferimenti erariali, cioè i quattrini che lo stato spedisce ai comuni ogni anno, dall’altro viene permesso a questi di fare qualsiasi nefandezza.

Il governo è disponibile ad ogni concessione girandosi dall’altra parte o trincerandosi dietro all’ipocrisia di una emergenza chiamata così nonostante la sua ripetitività, la sua ordinarietà.

La visione d’insieme di cui scrivevamo all’inizio, rafforzerebbe le ragioni di della decisione che il governo Draghi si avvia ad assumere, dentro alla quale ci sono anche motivi di carattere generale fondati, quand’anche discutibili. E questo noi lo sappiamo bene.

Ma sappiamo ancor di più di poter mettere al riparo ogni tentazione demagogica con il racconto quotidiano che puntualmente stiamo facendo anche nei giorni di Ferragosto e anzi che facciamo di solito soprattutto nei giorni di Ferragosto, sulla condizione disperata delle finanze dei comuni della provincia di Caserta, tutti o quasi sull’orlo del dissesto, a meno che in dissesto non lo siano già.

E attenzione, qui da noi, in dissesto, ci si va per un solo motivo: tutte le decisioni di gestione sono legate alla necessità di chi ha il bastone del comando, in un dato tempo, di finanziare se stesso, la conservazione del proprio potere, utilizzando il pubblico danaro per distribuire incarichi, affidamenti, prebende, per alimentare costantemente le mangiatoie dei parassiti che sono riusciti nel mestiere di cercatori e compratori di voti elettorali, per assegnare e su appalti in una maniera a dir poco opaca, che poi, al di là della turbativa d’asta, cioè di questa illustre sconosciuta nel codice penale specialissimo ed extraterritoriale della provincia di Caserta, infligge ulteriori danni perchè le procedure, diciamo così, protette con cui si pianificano e si aggiudicano le gare, portano quasi sempre ad un esito che si manifesta con l’aggiudicazione all’unica impresa partecipante.

Tutto grazie a bandi cuciti su misura da abili tessitori. Ciò determina un meccanismo di relazione tra costi delle opere o dei servizi pubblici aggiudicati in una gara e finanza comunale altamente penalizzante, visto e considerato che non essendoci stato un meccanismo di autentica, trasparente concorrenza, il comune spenderà sicuramente di più di quanto avrebbe speso, nel caso si fosse sviluppata una gara normale.

Noi siamo attenti e siamo sempre preoccupati del rischio di scivolare nella demagogia. Perchè questi soggetti che amministrano i comuni della nostra provincia posseggono un’attitudine innata: quella di essere realmente sputati in faccia da chi ritiene che la politica debba essere un servizio reso al cittadino.

Per cui è facile farsi risucchiare in una dialettica fiammeggiante, retorica; è facile farsi tentare nell’invettiva. Siccome noi, la retorica ce la concediamo dopo aver esposto le nostre argomentazioni, il più delle volte corredati da documenti inoppugnabili, e nutriamo invece disprezzo per chi sputa sentenze senza spiegare i motivi profondi per cui è arrivato a quella esposizione retorica, siamo sempre prodighi di contenuti, spesse volte complessi e complicatamente accessibili a chi non ha competenze specifiche nelle materie di cui, volta per volta, trattiamo in articoli che, dunque, per i motivi appena esposti, sappiamo bene, saranno letti da pochissime persone, in un contesto socio culturale a dir poco mortificante, arido, desertificato.

Però, quando abbiamo letto questa notizia stamattina, ci è sembrato giusto, nel momento in cui diciamo che il comune di Aversa, veramente l’ultimo degli ultimi, potrà approvare il suo bilancio con calma, addirittura fino ad ottobre, dato che il 15 settembre ci sarà la scadenza, con i tempi della Prefettura di Caserta, arriviamo tranquillamente al 18, al 20 per la diffida ed ecco che la scadenza ultimativa (?) per approvare quello che si chiama, buffamente, il documento di programmazione, si trasferisce ai giorni già stabiliti per le elezioni comunali che si terranno il 3 e il 4 ottobre.

Non ad Aversa e non in tanti altri comuni della nostra provincia. Ma è chiaro che anche questo rappresenterà un elemento di distrazione. E allora, coraggio, presidente Draghi, coraggio, ministro Franco, coraggio, viceministro Castelli, vediamo se facciamo diventare Aversa la ridicola San Prisco dell’anno 2021.