LA NOTA AVERSA. Carmine Palmiero “fa una palla” al mondo intero su legalità e parentopoli e poi il cugino diretto viene assunto nel servizio civile

12 Dicembre 2019 - 18:53

 

AVERSA – (Gianluigi Guarino) Facciamo la solita premessa, che non servirebbe in nessun altro luogo civile e democratico del mondo, ma che qui, in questa landa desolata dell’incultura e dell’ignoranza sesquipedali, siamo costretti a ripetere come una stupida cantilena.

A maggior ragione ci costa perchè le persone a cui ci rivolgiamo in questo articolo, hanno dispensato a CasertaCe, negli ultimi anni, diciamo fino all’estate scorsa, applausi a scena aperta e riconoscimenti di alta virilità giornalistica.

Solo che, come sempre ci capita, chi abbiamo contribuito, per usare un’espressione dialettale, “a far salire“, quando poi sale, comincia a mal sopportare l’impronta indipendente, irriverente, sardonico-goliardica di CasertaCe, che piace a chi dall’opposizione scalpita e morde il freno, ma non piace ai governanti, anche a quelli provenienti dall’esperienza di minoranza.

Ma se uno sale e prende il potere, dall’altra parte, se c’è veramente un giornale, questo, al di la delle considerazioni personali, ha il dovere di fargli le pulci ogni giorno, così come ha fatto con i predecessori che, per effetto di quell’attività, hanno dovuto, magari, alzare bandiera bianca.

Cosa c’entra questo con la premessa, che, badate bene, non abbiamo ancora fatto, perchè a noi piace cazzeggiare un pò, con il giovane Carlo Stabile?

C’entra, c’entra eccome. L’attuale presidente del consiglio comunale di Aversa, Carmine Palmiero, è uno di quelli con cui CasertaCe ha collaborato con entusiasmo durante l’ultimo periodo dell’amministrazione di De Cristofaro, quando il Palmiero, dopo lo strappo tra il sindaco e Noi Aversani, era andato all’opposizione e aveva costruito un rapporto personale, tutto sommato, limpido, con l’allora consigliere di minoranza del Pd Alfonso Golia.

Gli appena citati Alfonso Golia e Carmine Palmiero, anche grazie a quell’attività di CasertaCe svolta soprattutto nel periodo dell’ordinanza The Queen, chiesta ed ottenuta dalla dda e che coinvolse anche l’allora sindaco Enrico De Cristofaro, oggi imputato nel processo incardinato al tribunale di Aversa-Napoli nord, sono diventati, a nostro avviso, meritatamente, i protagonisti della politica normanna, proponendo, in maniera convincente, l’alternativa, assecondata con entusiasmo e con un consenso importante, ampio dagli elettori aversani.

Non c’è stato un colloquio, un contatto tra noi e Palmiero, durante il periodo di De Cristofaro, che non partisse da un’autocertificazione reciproca, da una legittimazione vicendevole, di un’attività politico-giornalistica, condotta alla luce del sole, perchè dalla luce del sole può essere illuminata l’onestà intellettuale dei buoni propositi, della buona fede, della rivendicazione degli alti principi della democrazia, al di la delle ragioni e dei torti, della condivisione o della non condivisione delle prese di posizione di un politico o degli articoli scritti in un giornale.

Carmine Palmiero, sostenuto direttamente da Alfonso Golia in campagna elettorale, è diventato presidente del consiglio comunale. In pratica, seppur non formalmente, il vero numero due della compagine amministrativa e della maggioranza che la esprime.

Bene, bravi, bis. Abbiamo plaudito alla nomina coraggiosa di Benedetto Zoccola ad assessore comunale con deleghe pesanti come quella ai lavori pubblici.

Pur non essendo mai stati convinti dalla dialettica, costruita con la retorica della legalità, però, visto e considerato che questa ha rappresentato una sorta di mantra del progetto politico elettorale di Alfonso Golia e Carmine Palmiero, noi, pur ritenendo che non si sarebbe raggiunta la perfezione, ci siamo ad un certo punto persuasi che qualche passo in avanti, rispetto al passato, sarebbe stato compiuto.

Il buon Carmine Palmiero che, per carità, resta una persona fondamentalmente onesta, ha bisogno, quasi come se la cosa gli servisse per placare ogni tanto una crisi di astinenza, di ripetere costantemente le formulette della legalità, che somigliano tanto alle frasette contenute negli involucri dei Baci Perugina.

Abbiamo scritto più volte che questa retorica non serve, anzi è noiosa, pedante, oziosa; abbiamo scritto costantemente che se una persona, un politico, un amministratore della cosa pubblica è portato a manifestarlo continuamente, ad enunciare le linee di principio di quella che dovrebbe essere una normale attitudine a governare in nome del popolo sovrano e successivamente nell’interesse del popolo dei cittadini, vuol dire che hai una necessità di ricorrere al training autogeno, ad una sorta di auto coscienza, ad una sorta di pratica di auto convincimento, rivolto ad un inconscio che non fila proprio d’amore e d’accordo con ciò che si afferma pubblicamente.

Siamo sicuri che Carmine Palmiero non abbia, nè la coscienza sporca e quindi la necessità di far a pugni col proprio inconscio quotidianamente, nè la coda di paglia. Ma è chiaro che ha sottovalutato le prassi che comunque vincolano l’esercizio del potere in questo territorio, alla concessione di qualche significativo spazio alla gestione clientelare della propria potestà.

Ecco, dunque, quello che contestiamo. Per carità, non stiamo lì a fare il pelo al sindaco Alfonso Golia, al presidente del consiglio comunale Carmine Palmiero, perchè ad oggi la loro esperienza è fondamentalmente migliore, sul terreno della correttezza amministrativa, di quella che l’ha preceduta.

Il problema è un altro. Proseguire con quella che abbiamo chiamato “la pippa della legalità”, espone ad un rischio evidente: quel terreno, cioè l’espressione di un’unità di misura del grado, del numero di carati della legalità con cui l’amministrazione comunale di Aversa si muove, diventa, proprio a causa di questa accentuazione retorica, di questa monocorde ripetitività dialettica, il punto essenziale, se non addirittura l’unico punto su cui il governo cittadino di Golia e Palmiero si gioca la propria reputazione.

E lo diventa anche al di la di quella valutazione di buon senso che noi di CasertaCe facciamo perchè non siamo mai stati degli hayatollah. Lo diventa, finendo per andare al di la di una riflessione raziocinante che non può non porre, non può non valutare la storia di oggi in base a quella che è stata la storia di ieri e in funzione di quella che potrà essere la storia di quella di domani. La legalità, in un posto come la provincia di Caserta, come l’agro aversano, non può che essere un cammino, un percorso.

Chi dice il contrario, chi promette la rivoluzione in un mese o in due mesi, racconta bugie, illude la pubblica opinione. E da questo punto di vista, aggiungiamo, Alfonso Golia e, soprattutto, Carmine Palmiero, “se la vanno a cercare”.

A Palmiero facciamo un ragionamento semplice attraverso un esempio di stretta attualità: se le cose del Napoli calcio fossero andate bene in questa stagione, un genio del football non sarebbe stato solo Carlo Ancelotti, ma anche l’allenatore in seconda degli azzurri Davide Ancelotti. Al rango del miglior dietista della Terra sarebbe assurto il mondragonese Mino Fulco, marito della figlia di Carletto. Siccome, invece, le cose non sono andate bene, Davide Ancelotti è diventato, per la piazza, un coglione raccomandato, il povero dietista addirittura un parassita che vive sulle spalle della famiglia dell’allenatore tra i più titolati del mondo.

Se Palmiero scrive, come scrive ogni giorno e come ha scritto in questo post che pubblichiamo in testa a questo articolo, che ad Aversa è finita definitivamente l’epoca dei raccomandati, degli assunti per “diritto di famiglia”, dei figli, dei nipoti, insomma, per intenderci, dei Salvatore e dei Peppe Stabile e poi ci si ritrova il nome di uno Stabile che, scusate il bisticcio di parole, non c’entra con gli Stabile della dinastia infermieristico-sanitaria, bensì c’entra  proprio con Palmiero, allora non appena ci sarà qualche problema reale, anche di piccola entità, legata a scelte non azzeccatissime dell’amministrazione, altro che Davide Ancelotti, ci sarà qualcuno ad Aversa che raccoglierà in un’antologia della satira e della pernacchia, tutte le frasi storiche, le dichiarazioni di intenti del sindaco e del presidente del consiglio sulla questione legalità e sulle subordinate di questa rappresentati dalla meritocrazia e dalla lotta al clientelismo.

Perchè Carlo Stabile è cugino diretto di Palmiero, il quale, d’altronde, nei giorni scorsi, si è indignato, ha usato il timbro dell’esecrazione di fronte alle critiche ricevute sulla vicenda della graduatoria del servizio civile, ma non ha detto che Carlo Stabile, nato il 19 febbraio 1995, 11esimo con 70 punti, su 20 idonei selezionati per il servizio civile nella città normanna, è estraneo al suo nucleo familiare.

Il ragazzo, che nella foto compare proprio al fianco di Carmine Palmiero, è il figlio di una sorella della mamma del presidente del consiglio comunale.

Scrivendo scrivendo, ci siamo persi la premessa che recuperiamo come chiosa: Carlo Stabile è il 25enne italiano più generoso, più preparato, più adatto a servire il prossimo suo; Carlo Stabile farebbe la fortuna di tutti i servizi civili italiani; Carlo Stabile sarebbe un eccellente operatore del servizio civile di Aversa. Non possiamo dire che ne siamo convinti perchè non conosciamo di persona il giovane. Ma possiamo dire che è così, fino a prova contraria. Anzi, possiamo dire che l’idoneità e quell’11esimo posto in graduatoria, sono meritati, forse anche più che meritati, parimenti fino a prova contraria.

Detto questo, però, non potrà mai riuscire, il buon Carlo Stabile ad evitare che gli avversari politici di suo cugino Carmine Palmiero, ma anche i suoi sostenitori, possano strumentalizzare, aggiungiamo noi, comprensibilmente, questa assunzione nel servizio civile per dire che il presidente del consiglio comunale è uno che merita veramente di essere visitato da uno specialista, dopo quello che ha scritto su parentopoli solo 3 mesi fa nel post già citato.

In poche parole, e concludiamo, elaborando ulteriormente la premessa, divenuta poi chiosa, il problema non consiste nella valutazione relativa alla preparazione e all’attitudine di Carlo Stabile, ma consiste nel fatto, perchè di fatto si tratta, che il processo di utilizzo, concediamo pure di strumentalizzazione di questa vicenda, sarà un dato da cui Palmiero non potrà sfuggire, soprattutto perchè lui e Alfonso Golia hanno basato il 100% del loro agire, hanno costruito la ragione sociale della loro iniziativa politica, sulla parolina magica “legalità” che loro hanno usato e, a questo punto, è giusto parimenti affermarlo, hanno, a loro volta, strumentalizzato per fini politico-elettorali.

Amico Carmine Palmiero, facciamo una cosa: questo ragazzo ce lo prendiamo noi di CasertaCe e gli facciamo un contratto a termine, in grado di garantirgli lo stesso importo previsto in quello del servizio civile. Ma in quella graduatoria, anche se fosse, ripetiamo, il miglior operatore mondiale della generosità e dell’altruismo, Carlo Stabile non ci può stare. Può stare in quelle degli altri 7913 comuni d’Italia, ma non in quella di Aversa.

E il primo che dice stavolta che abbiamo scritto cose infondate e basate su affermazioni apodittiche, sulla base di un pregiudizio e di una antipatia ad personam, che è esattamente il sentimento contrario rispetto a quello che noi nutriamo rispetto a Carmine Palmiero e per l’esperienza di governo di Alfonso Golia, veramente lo veniamo a prendere a calci sotto al comune.

 

QUI SOTTO LA GRADUATORIA DEGLI IDONEI DEL SERVIZIO CIVILE DI AVERSA