LA NOTA. Grant, Mastroianni, Molteni, Salvini ma che fate? Candidate Raffaella Zagaria ed Emilio Caterino? E allora perchè non la Di Giunta e il nipote camorrista di Coronella?
5 Febbraio 2020 - 18:50
CASERTA (gianluigi guarino) – Solite istruzioni per l’uso. Anzi, ad uso di chi non capisce, perché culturalmente non può comprendere certi discorsi e per chi, invece, capisce e fa finta di non capire: nessuno discute la legittimità della signora Raffaella Zagaria, del signor Mimmo Giancotti, del signor Gennaro Coronella, già consigliere regionale, già senatore di Alleanza Nazionale, di far politica e anche di candidarsi alle elezioni che ritengono più adatte alle loro aspirazioni. Noi, che conosciamo il giacobinismo, non siamo e non saremo mai, per cultura, dei giacobini e dunque nessun attacco violento finalizzato a costruire processi definitivi e trancianti, ma soprattutto creati a finalizzare un ostracismo per chi, esercitando il proprio libero arbitrio, vuole concorrere a cariche elettive.
Ci siamo capiti, simpatico Gennarone, simpaticissimo Mimmo Giancotti, leggiadra Raffaella Zagaria? Noi ci conosciamo bene, anzi benissimo, da decenni. Per cui, il primo commento che leggo che non sia collegato al contenuto politico-culturale di questo articolo, produrrà una reazione, quella sì, durissima da parte del sottoscritto.
Detto ciò, ritorno ad un argomento che CasertaCe ha affrontato e sviscerato in tempi non sospetti. Matteo Salvini prende una caterva di voti non perché sia un’aquila o un cavallo di razza con l’attitudine dello statista. Prende i voti perché in lui milioni di italiani vedono (o intravedono) qualcosa di differente rispetto a quelle che sono le normali pratiche della politica politicante. Fondata o non fondata che sia, questa percezione oggi questa pervade almeno l’80% dei voti che Salvini e la Lega introitano. Ci siamo capiti o dobbiamo fare i disegnini?
Al Nord, la consistenza del consenso attribuito alla Lega ha anche un connotato storico. Quella storia fatta di ragionamenti interessanti relativi a un diverso modello di vita, ancor prima che di realizzazione della propria cittadinanza, tra Settentrione e Meridione, ma fatta anche di tanta cialtroneria, porzione che storicamente non manca mai in un partito o in un movimento di tipo populista, che al di là del suffisso, non è detto che sia sempre una brutta parola. Il Nord è libero dal bisogno. Tant’è vero che i posti statali della Liguria, del Veneto, della Lombardia o del Piemonte, o del Friuli sono occupati al 90% da professori meridionali, da impiegati del Catasto meridionali, da carabinieri meridionali, da poliziotti meridionali e via discorrendo. Il tessuto socio-economico al di là della Linea Gotica è costituito da una miriade di piccole e medie imprese, di gente che, piaccia o non piaccia, si alza la mattina alle 5, si schianta di lavoro fino al venerdì sera e poi il sabato e la domenica non si fa mancare nulla. Un modello sociale che assomiglia non poco a quello dell’Europa dei paesi ricchi che non a caso presentano un Pil simile a quello delle regioni dell’Italia settentrionale. Dunque, la Lega non ha il problema di stabilire una modalità complessa con cui costruire il suo consenso nelle regioni settentrionali. Come si suol dire, va da sé. Di quel modello sociale la Lega è un interprete naturale. Se finanche il sottoscritto, dopo aver aperto la sua piccola partita Iva, di fronte alla rapina di Stato di una pressione fiscale che è alla base di ogni motivo per cui questo paese non cresce, sta seriamente pensando di votare Salvini, cioè un modello politico lontano anni luce dalla sua sensibilità culturale, figuriamoci un fabbro o un imprenditore del legno della Val Brembana e del Veneto se può essere percorso anche lontanamente dall’idea di votare PD che, e su questo Renzi non ha torto, continua ad essere il partito dei garantiti e, diciamocela tutta, dei parassiti, perché veniteci in un ufficio pubblico della provincia di Caserta a misurare professionalità e competenza, che so in un Consorzio Idrico o in un Consorzio di Bonifica.
L’idea ambiziosissima di Matteo Salvini di costruire un partito nazionale è, dunque, dannatamente complicata. La quadratura del cerchio è a nostro avviso al limite dell’impossibile. Affermare oggi un modello europeo nell’Italia Meridionale delle trastole e delle mille mediazioni; nell’Italia Meridionale di un codice penale che per i reati di corruzione e turbativa d’asta esiste solo in maniera figurativa è infatti, a mio avviso, impossibile (o quasi). E qui viene fuori il Salvini-pragmatico, iper-realista, anche troppo realista, cioè quello che insinua ancora il dubbio sulla sua votabilità, anche da parte dell’elettorato meridionale di buona volontà e che sogna un Sud che possa guardare negli occhi e a testa alta il resto dell’Italia e il resto dell’Europa.
Che fa Salvini? Sapendo che il Sud non lo raddrizzi nemmeno se crei un triumvirato Hitler-Mussolini-Stalin, viene qui e parassitariamente si aggancia alla peggiore politica meridionale, fornendo qualche ragione finanche a Roberto Saviano, che per noi è e resta un pataccaro. Perché Gennaro Coronella, Raffaella Zagaria, Mimmo Giancotti, Enzo Nespoli e compagnia, fermo restando il discorso della legittimità, sono stati e non si capisce perché non dovrebbero esserlo più, la quintessenza del peggior Meridione, quello cialtrone e piagnone, quello che vive con il cappello perennemente in mano e con il palmo teso del mendicante. Sono la quintessenza del Sud che ha consentito a suo tempo al signor Bossi e al suo razzismo vongolaro di nascere e di crescere dal 1987 in poi.
E allora, onorevole Valentino Grant, coordinatore provinciale Salvatore Mastroianni, coordinatore regionale Nicola Molteni, ma voi volete davvero costruire una lista alle elezioni regionali mettendoci dentro Emilio Caterino, il simpatico assessore ai cornetti Algida della città di Caserta, che noi insignimmo anche di un premio nobel per l’economia honoris causa per una strana teoria sullo sviluppo delle attività economiche nel capoluogo? Onorevole Valentino Grant, coordinatore Salvatore Mastroianni, coordinatore regionale Nicola Molteni, ma voi veramente volete dare alla Lega, che dovrebbe essere il partito della libera e liberale iniziativa economica, le insegne a una Raffaella Zagaria, brava ragazza, per carità, ma figlia e sorella di Edoardo e Francesco Zagaria, i quali (per carità, nulla da dire in termini di fedina penale sicuramente immacolata) sono l’archetipo di un’imprenditoria assistita, che trae il 90% e più del proprio reddito dalla relazione con il settore Pubblico attraverso il sistema delle gare, dunque esattamente il contrario di un’economia responsabilmente liberale e liberista, e che, inoltre, è nata, cresciuta e che soprattutto ha fatto soldi, tanti soldi, nel periodo in cui nella natìa Casapesenna non si muoveva foglia che Michele Zagaria non autorizzasse o desiderasse. Al riguardo, esistono dei passi testuali all’interno di ordinanze di camorra riguardanti anche la famiglia di Raffaella Zagaria (ricordate la storia del cavalluccio?). Mai indagati e assolutamente non colpevoli al 100%, ma comunque citati sgradevolmente. Possiamo sostenere seriamente che Edoardo e Francesco Zagaria si siano affermati vent’anni fa a Casapesenna e nell’Agro aversano, rimanendo totalmente scevri da ogni condizionamento della camorra?
Vedete, gli anni miei sono ormai sufficienti per risparmiarmi l’esercizio dell’ipocrisia. Delle buone maniere, del rispetto del senso comune, dei “discorsi conformi” me ne fottevo da giovani, figuriamoci adesso. Per cui, parlando in faccia al sottoscritto, se qualcuno è pronto a rispondermi affermativamente, accendiamo le telecamere e organizziamo un bel confronto civile che parta dalle pile di atti giudiziari che a CasertaCe conosciamo come e finanche meglio di molti magistrati della Dda e di molti avvocati penalisti che, difendono legittimamente le ragioni della galassia imprenditoriale di Michele Zagaria, hanno costruito delle vere e proprie fortune economiche.
Siccome Giancotti non può candidarsi lui personalmente, gli formuliamo una proposta. Perché non riprende gli antichi rapporti politici di stima reciproca che l’hanno legato per anni a Rita Di Giunta, in modo da candidarla alla Regione assieme ad Emilio Caterino, a Raffaella Zagaria e chissà a chi altro ancora? Manca il rappresentante di Coronella? Anche qui, pronti a dare un consiglio, noi un’idea ce l’abbiamo. Dopo essere uscito dal carcere a seguito di un’altra famosa ordinanza, quella di Aversa relativa alla gestione dei parcheggi a pagamento, Luigi Russo, nipote di Coronella e noto esercente di lidi in quel di Castel Volturno, cominciò ad organizzare riunioni politiche in vista delle elezioni locali. Un nostro articolo, bontà sua, lo indusse a desistere. Beh, siccome il personaggio ha dimostrato passione per la politica, magari gli facciamo rappresentare la corrente di Coronella all’interno della lista della Lega, tutto sommato ha qualche carico pendente per 416 bis e articolo 7, ma che facciamo? Ci mettiamo a spaccare il capello?
Prima e dopo le elezioni politiche del marzo 2018, scrivemmo che Matteo Salvini avrebbe inaugurato il suo declino con una serie di incidenti politico-giudiziari consumatisi proprio a sud del Garigliano. Ne eravamo convinti allora, quando davanti a noi avevamo solamente il modello Enzo Nespoli-Pina Castiello, figuriamoci adesso con questo presepe che si profila all’orizzonte.
Signor Capitano, ma lei pensa veramente di vincere le elezioni a Caserta spedendo a Napoli, in regione, uno di questi con l’insegna della Lega, a Napoli? Lei pensa veramente, al di là dei voti che possono prendere, che ognuno di questi possegga una reputazione politica tale da poterla tradurla in autorevolezza e prestigio per il partito della Lega? Si tratta di una strategia dal respiro corto. Un canto di cicala destinato fatalmente ed ineluttabilmente a terminare.
In questi giorni abbiamo sentito in giro, tra le tante ipotesi più o meno fantasiose che si formulano, il nome del magistrato della Dda Catello Maresca, che di sinistra non è e non l’ha mai negato, quale possibile candidato alla carica di Governatore della Campania.
Capitano, ma lei pensa seriamente che Maresca potrebbe candidarsi avendo dal lato di Forza Italia Armandone Cesaro e da quello della Lega Coronella, Emilio Caterino e Raffaella Zagaria? Ma ‘sto Molteni della Campania ci ha capito qualcosa? Le ha riferito bene la situazione o, in ossequio al suo cognome che evoca una famosissima azienda di insaccati, cammina con due fette di salame attaccate agli occhi?