LA NOTA. I campani meritano questa politica: siccome ci sono le elezioni, De Luca chiuderà i rubinetti per radiografie ed analisi del sangue solo il 22 settembre. Campani coglioni e contenti

15 Settembre 2020 - 13:52

Poi ci chiediamo: ma se le risorse sono poche, per quale motivo non organizzare, dato che il marpionazzo salernitano un giorno sì e l’altro pure si crogiola per il superamento della fase commissariale,  in maniera razionale la sospensione e la ripresa dell’assistenza diretta mettendo al centro il cittadino-paziente in modo tale da dare la possibilità di accedervi nell’arco di tutti i 12 mesi?

 

CASERTA(Gianluigi Guarino) Il 31 dicembre scorso, la Regione Campania è uscita (ci piacerebbe anche conoscere tutti i parametri determinanti perchè su alcuni di questi non siamo affatto convinti), dalla fase commissariale. In poche parole, non è più sotto la tutela del governo, anzi, dei governi che però, diciamocela tutta, hanno concesso troppo a De

Luca ma anche ai suoi predecessori, consentendogli di ricoprire la carica di commissario di governo della sanità regionale per lunghi periodi di tempo, creando, a nostro avviso, una condizione paradossale, perchè se lo stato commissaria il centro di spesa principale di una sua regione, è perchè ritiene i rappresentanti della stessa non in grado di gestire la fase di ritorno dagli stratosferici numeri del debito accumulato. Altrimenti non commissaria.

Commissariare e nominare rappresentante del governo lo stesso presidente della Regione è, scusateci il luogo comune, la solita braciola all’italiana.

Si pensava che con il rientro nella gestione ordinaria, le cose sarebbero tornate gradualmente alla normalità. E qual è la normalità: se esistono delle strutture sanitarie private che hanno ricevuto negli anni una patente, un accredito per rappresentare il settore pubblico nell’erogazione dei servizi sanitari territoriali, vuol dire che queste strutture devono lavorare per 12 mesi, perchè è difficile ritenere che un cittadino debba regolare il momento in cui si sente male o in cui ha bisogno di un esame diagnostico, in base ai tetti di spesa della Regione Campania. Il problema è che qui tutta la vicenda di cui ci occupiamo da più di un anno, viene affrontata partendo dall’angolo visuale delle strutture sanitarie private, degli imprenditori.

Al contrario, invece, è il cittadino-paziente a subire questo stato di cose.  Negli ultimi giorni stiamo assistendo ad una sceneggiata veramente rivoltante, vomitevole. Nei vari settori in cui vengono erogati servizi sanitari rimborsati dalla Regione in base alle convenzioni, il tetto di spesa è stato raggiunto. Per cui, bisognerebbe passare all’assistenza indiretta. In poche parole, i cittadini devono pagarsi di tasca propria gli esami di laboratorio o gli esami radiografici perchè evidentemente tutti i quattrini che scuciono ogni mese pagando le tasse, non bastano a mantenere vivo il carrozzone.

E invece, siccome domenica prossima ci sono le elezioni, leggiamo di una proroga veramente tragicomica al 22 settembre, cioè al giorno successivo alla chiusura delle urne e allo spoglio delle schede. Una roba digeribile solo al cospetto di un popolo di coglioni. In poche parole, De Luca, per evitare che ci possano essere ripercussioni elettorali, proroga di una settimana o due il regime dei rimborsi, dando l’idea che allora un margine di manovra esista.

Insomma, la solita storiaccia della pessima politica campana rispetto alla quale cittadini consapevoli saprebbero cosa fare nel segreto dell’urna ma, qui da noi, di consapevole non c’è alcuna entità vivente.

Fatto sta che la settimana prossima tutto si fermerà. Se una persona vorrà fare una radiografia o una risonanza magnetica o un prelievo di sangue, dovrà pagare per intera la prestazione.

Compito di una politica appena passabile, sarebbe quella di dire la verità, che si scontra con gli interessi clientelari ed elettoralistici. Se tu puoi spendere 3 per la radiologia, ad esempio, il primo problema da risolvere è quello di ottimizzare questa spesa. Per cui se tu alla clinica Sant’Anna di Caserta gli dici di poterla rimborsare per 6 mesi su 12, hai il dovere di compensare per gli altri 6 mesi in un’altra struttura che, a rotazione, interviene in modo tale che, nel raggio di pochi chilometri, il cittadino-paziente incroci comunque la possibilità di potersi far curare o far esaminare senza svenarsi e senza andare al di la dei già salati ticket sanitari previsti. E invece qui partono tutti insieme e si fermano tutti insieme e il cittadino la prende a quel posto.

Ma questa cosa qui appartiene ai luoghi in cui abita la civiltà e non a quelli come i nostri in cui esiste una classe politica (centrosinistra, centrodestra, grillini, è la stessa minestra) che a partire dal capo comico Vincenzo De Luca compie una narrazione virtuale, comicamente onirica, delle cose che accadono. La settimana prossima, cioè il 23 e il 22 settembre, un anziano andrà a “farsi il prelievo del sangue” e gli diranno o paghi o ti attacchi al tram. Lui, il giorno prima ha votato De Luca o anche Caldoro e non riuscirà a stabilire una connessione tra quello che gli succede la mattina in cui gli vengono chiesti 100 euro per un prelievo del sangue e ciò che ha fatto 24, 48 ore prima con quella scheda in mano.

 

QUI SOTTO L’ELENCO DELLE PRESTAZIONI DIRETTE CHE ANDRANNO A CHIUDERSI IL 22