LA NOTA. OSPEDALE SAN FELICE. Al momento la marcia indietro di Russo è solo una chiacchiera. L’ordine di servizio che chiude in pratica la Cardiologia non è stato ancora revocato
5 Aprile 2020 - 17:32
Ed è inutile giocare con le parole, dato che in pochi giorni con il blocco dei ricoveri e i cardiologi tutti impegnati full-time a Maddaloni, il reparto chiuderà da sé
SAN FELICE A CANCELLO (g.g.) – Al momento, si tratta solo di un falso movimento. Una dichiarazione, qualcosa del genere, che sempre un più stralunato Ferdinando Russo, direttore generale dell’Asl, divenuto una sorta di barzelletta, perché ogni volta che assume una decisione, la politica, cioè i consiglieri regionali al servizio dei quali De Luca gli ha detto di stare in vista delle elezioni, lo smentiscono e lo costringono a poche gloriose marce indietro.
Ora, uno può avere anche un’idea della vita basata soltanto sul benessere economico, da raggiungere attraverso un super stipendio, frutto non di un’ascesa dettata dalla propria qualità, ma dalla capacità di stare nella politica al posto giusto, nel momento giusto e d’altronde, di direttori generali da 4– ne abbiamo raccontati a decine, negli anni di CasertaCe. Però, almeno
Successivamente, la scelta di fare dell’Ospedale Melorio di Santa Maria Capua Vetere un centro da dedicare solo al covid-19, sulla scia di ciò che è successo a Maddaloni. Anche in questo caso, su pressione del sindaco Antonio Mirra e in base alle necessità elettorali del solito Graziano, la decisione già prese è stata, com’è stata confermata dallo stesso Mirra su Facebook, revocata.
Ora la vicenda di San Felice a Cancello. La direttrice sanitaria Antonella Foglia, spedisce un ordine di servizio ai cardiologi dell’omonimo reparto dell’ospedale di San Felice, nel quale c’è da tempo un centro di riabilitazione per malati di cuore, il più delle volte reduci da infarto o da operazioni delicate. In questa circolare, nell’ordine di servizio viene letto, nel documento che ripubblichiamo in questo articolo, che i medici da ora in poi, cioè da ieri o l’altro ieri, dovranno svolgere i loro turni solo nell’ospedale di Maddaloni. Prima si dividevano tra questo e il reparto cardiologico di San Felice, da ora in poi si dovranno occupare solo di covid-19.
Alle ore 18:09 di domenica 5 aprile, l’ordine di servizio firmato dalla direttrice Foglia non è stato ancora revocato. E’ saltata fuori la notizia di una marcia indietro dell’Asl Caserta, dopo le pressioni fatte dal consigliere regionale Giovanni Zannini, che teme di perdere, alle prossime elezioni, i voti che gli ha promesso il sindaco di Santa Maria A Vico Andrea Pirozzi.
Ma fino a quando il direttore sanitario non azzererà l’ordine di servizio e questo rimarrà in vigore, dunque non ci sarà nessuna marcia indietro reale. Magari succederà domattina, ma al momento ancora nulla si è mosso, al di là delle promesse fatte dal direttore generale Russo, costretto a dire qualcosa dopo che CasertaCe ieri (LEGGI QUI) aveva svelato l’operazione.
Ma perché solo la revoca del documento firmato dalla Foglia rappresenterebbe una vera marcia indietro? Alla domanda rispondiamo con un’altra domanda, però travestita da interrogativo retorico: Ci fate capire, direttore Russo e direttrice Foglia, qual è la differenza tra la chiusura di un reparto, che lo stesso Russo stamattina ha negato, e la disposizione che obbliga l’ospedale di San Felice a Cancello di non fare più ricoveri e a rimodulare i turni solo sull’ospedale di Maddaloni?
Solo se da domattina l’Asl Caserta consentirà la ripresa dei ricoveri dei pazienti cardiopatici nell’ospedale di San Felice, si potrà dire che la decisione sia effettivamente rientrata. L’ordine di servizio definisce un impegno esclusivo dei cardiologi, che prima coprivano sia San Felice che Maddaloni, ora dovranno andare solo a Maddaloni, senza neppure passarci da lontano per l’ospedale di San Felice.
Il depotenziamento dell’ospedale che serve almeno sei o sette comuni e un bacino di molte decine di migliaia di persone può diventare, al di là della validità del servizio erogato che può essere sempre migliorato, un errore madornale. Anche perché si bloccano i ricoveri e dunque si fa in modo che in pochi giorni la cardiologia di San Felice rimanga vuota, creando una situazione di fatto dalla quali magari non si rientrerà più, al netto di qualche promessa o sceneggiata organizzabile in campagna elettorale. Probabilmente, l’emergenza covid-19, con Maddaloni convertito in maniera anche discutibile, poteva essere l’occasione di dare smalto al nosocomio sanfeliciano.
Oggi, invece, la zona che compresa Maddaloni supera i 100 mila abitanti, non ha più né il pronto soccorso, perché quello di Maddaloni è stato chiuso pro malati covid, e adesso non ha più neanche la riabilitazione cardiologica. Se questo è il modo di affrontare razionalmente le necessità dell’emergenza…
Ma d’altronde, quando diventa costume abituale la lottizzazione politica nelle nomine all’interno della sanità, può anche capitare che la Storia, quella con la esse maiuscola, decida di fare un imprevisto imprevedibile ed epocale incrocio con il genere umano. E se un manager è già scarso nella gestione ordinaria, per carità, Russo è uno dei tanti e il malcostume esiste da sempre investendo tutte le gestioni, sia di centrodestra, sia di centrosinistra in Campania,diventa addirittura pericoloso nella gestione straordinaria e nel confronto, a quel punto impari, con la Storia che torna a scrivere pagine fondamentali nei suoi eterni libri.