LA NUOVA GISEC. Stamattina Magliocca ha nominato gli amministratori: Alessandro Cioffi presidente e Ad, Di Matteo vice e, dulcis in fundo, po’toh chi si rivede, Mena Minafra

17 Agosto 2020 - 12:56

Un buffetto di rimprovero affettuoso, se lo merita anche stamattina il presidente della provincia, ma è chiaro che il passaggio era necessario e doveroso. La speranza è che ci sia una svolta sull’unica cosa che per noi conta: le gare di appalto relative ai trasporti e alle opere legate agli impianti di trattamento dei rifiuti. Ritorna Pio Del Gaudio in un ruolo tecnico

 

CASERTA(Gianluigi Guarino) Un errore, quello compiuto dal presidente della Provincia Giorgio Magliocca, di rinnovare, nella qualità di socio unico e dunque di solo componente dell’assemblea della Gisec spa, il consiglio di amministrazione in quello che, dal punto di vista amministrativo, insieme al 14 agosto, è simbolicamente individuato come il giorno di Ferragosto.

E a Ferragosto tu puoi fare le cose più belle, più utili, più trasparenti del mondo, ma lasci sempre un alone, l’idea, determinata non dalla cultura del sospetto di CasertaCe, bensì dal modo con cui queste giornate sono state utilizzate in certi uffici dirigenziali dei comuni e degli enti locali della nostra provincia, cioè dai vari signor Biondi, anzi fratelli Biondi, Mazzotti, Sorbo e allegrissima compagnia, di voler far qualcosa, che se non è losco, se non è inconfessabile, è quantomeno utile tenere riservato.

Siccome noi siamo convinti, fino a prova contraria, che il rinnovo di tutte le cariche della Gisec, cioè dell’ente strumentale che in nome e per conto della provincia di Caserta gestisce gli impianti della filiera dei rifiuti, ricavandone i lucrosi canoni, peraltro non sempre onorati in tempo, da tutti i comuni che in quegli impianti, a partire dallo stir, vanno a conferire, era a dir poco sacrosanto e peraltro più volte auspicato da chi scrive e da CasertaCe. Per cui, si poteva fare il primo agosto, il 30 luglio. Poi Magliocca ci rimane male quando noi lo bacchettiamo su queste cose. Lui ha un limite: non riesce a liberarsi da un’idea strapaesana della politica e della gestione, rispetto alla quale queste delle operazioni di Ferragosto rappresentano una sorta di rito segreto che poi il più delle volte, come riteniamo in questo caso, non ha proprio niente di losco.

Era necessario perchè la gestione precedente è stata, non solo fallimentare, ma come abbiamo avuto più volte avuto occasione di scrivere, molto, ma proprio molto opaca. Purtroppo, a Caserta occorrerebbe una task force di giornalisti che amano solo il proprio lavoro per seguire tutte le nefandezze che si consumano maneggiando il danaro pubblico, quello che i cittadini affidano allo stato e agli enti derivati per servizi che non gli vengono restituiti, nemmeno per il 10% rispetto a ciò che rappresenta l’esborso fiscale di ogni famiglia. Ma siccome questa task force non è a disposizione, noi siamo costretti a saltare da una parte all’altra, da un’impostura all’altra, senza poterci soffermare, come sarebbe giusto e professionalmente doveroso fare.

Presidente ed amministratore delegato sarà Alessandro Cioffi, che se è professionista che non ha mai nascosto di avere una simpatia politica più orientata verso il centrodestra, a differenza di tanti altri suoi colleghi che fanno i professionisti, ma soprattutto, tanto altre cose, lui occupa i 4/5 della sua gioranta alla scrivania del suo studio e non dentro a qualche segreteria o a qualche retrobottega di questo o di quel capo bastone della politica regnante pro tempore.

Alessandro Cioffi lo abbiamo conosciuto e ci abbiamo anche parlato spesso. Non è un alieno e conosce bene il meccanismo di quello, che in America si chiama spoil sistem ed è una cosa seria e anche giusta, per come è concepita ed organizzata, mentre da noi si chiama lottizzazione, che invece è una robaccia attraverso cui la politica sistema dei perfetti idioti, dei perfetti incapaci a governare processi amministrativi ed economico-amministrativi, distruggendo le strutture di questi enti, che finiscono completamente alla mercè della più sfrenata corsa alla prebenda, alla regalia, al posto di lavoro attribuito senza alcun processo meritocratico.

Conosce queste cose, Alessandro Cioffi, ma si è conquistato anche una reputazione che gli deriva dalla forza professionale, dalla consistenza che riesce a sviluppare come tecnico che si mette a disposizione, nella sua professione privata, degli imprenditori, delle imprese e delle altre partite IVA in perenne, quanto vana, battaglia con il fisco italiano, cioè il peggiore, il più iniquo e il più predatorio del mondo.

Per cui, se mi sbaglierò, non avrò problemi ad ammetterlo, ma vedo piuttosto difficile una prospettiva in cui un Alessandro Cioffi che gestisce la Gisec così come l’hanno gestita i suoi predecessori, i quali, da totali incompetenti (sia detto senza offesa, per le loro rispettabili persone) hanno consentito a certi impiegati, a certi dipendenti, a certi tecnici, che noi conosciamo uno per uno, vita, morte, miracoli e madames,  di fare letteralmente, soprattutto nei procedimenti delle gare di appalto, il bello e il cattivo tempo.

Un anno fa scrivevamo che la Gisec ha assegnato appalti per milioni e milioni di euro con procedure, a nostro avviso, illegittime. E oggi, lo ripetiamo ancora, non spostando una virgola di ciò che abbiamo pubblicato a suo tempo. E ripetiamo, dando il benvenuto al nuovo consiglio di amministrazione che i soggetti aggiudicatari di quelle gare appartengono ad un mondo che non è stato ancora capace di riscattarsi e che opera, nelle procedure e nel rapporto con le burocrazie, con le solite modalità, quelle che a noi di CasertaCe non piacciono e non piaceranno mai.

Ma ripetiamo, almeno per quel che riguarda il presidente e aggiungo con franchezza anche il vice presidente Dario Di Matteo, ex sindaco di Teverola, il format ci appare nettamente differente rispetto al passato. Il tratto di discontinuità è rappresentato dal fatto che queste due persone non hanno bisogno, fondamentalmente, di far quattrini nel sottobosco della politica. Sembra una ovvietà, ma non lo è affatto qui da noi.

Guardatevi un poco in giro nei vari consigli di amministrazione degli enti pubblici strumentali della provincia di Caserta e vedrete che a volere essere buoni, possiamo tranquillamente dire che sono densi di “mangiapane a tradimento”, di gente senza arte nè parte, dei veri e propri semi analfabeti, che se non ci fosse la politica a farli campare, sarebbero costretti a fare definitivamente outing, mostrando ufficialmente, costretti a rapinare i supermercati, la loro vocazione di mariuoli.

Il terzo nome del consiglio di amministrazione è la simpatica avvocatessa Mena Minafra. E qui dobbiamo ovviamente dire qualcosa. Niente di grave, per carità. In 20 anni di lavoro a Caserta, le nomine della Minafra sono state come le canzoni di Lucio Battisti, negli anni 70 e 80, sempre in cima alla hit parade.

E allora, proprio per questo motivo, giudizio sospeso, con la speranza che l’ormai stagionata professionista possa aver raggiunto un pieno grado di maturazione che la porti a credere realmente e incondizionatamente solo e solamente sulle sue qualità professionali che, ci dicono, esistono e sono anche evidenti, anche perchè riteniamo che il resto del cda rappresenti, ripetiamo, a nostro avviso e fino a prova contraria, una buona garanzia di corretta gestione.

E poi, senza girarci troppo intorno, questi qua devono fare una sola cosa, non due. Una: prendere il codice degli appalti, prendere tutti i pronunciamenti che per noi sono giurisprudenza (anche se tecnicamente non è così), dell’Anac e applicarli pedissequamente, alla lettera, nelle procedure di gara: Fontana, quell’altro di Villa Literno, quell’altro ancora, pure di Villa Literno, possono anche vincere, perchè magari hanno requisiti e capacità concorrenziale superiori, anche se poi dovremmo capire come ci si è arrivati a certe dotazioni di risorse e dunque a questo vantaggio competitivo, ma se vinceranno, dovrà essere perchè si sono aggiudicati una gara regolarmente svolta e non fatta come sono state fatte le gare fino ad oggi, cioè come potete leggere andando a cercare facilmente nel nostro archivio, articoli di un annetto, un annetto e mezzo fa.

Per cui, noi di CasertaCe non guardaremo a due cose, bensì ad una: alle gare. Mettere a posto quel settore, cioè farle in maniera tale che vinca effettivamente chi più merita e non chi la politica ha deciso debba vincere a monte, sarebbe una rivoluzione ancor più grande di quella che l’ottimo avvocato Minafra farebbe, qualora decidesse di non usare più la tinta per i suoi splendidi capelli.

Speriamo che una mano nell’attività di controllo ce la dia un altro per il quale l’auspicio è che possa funzionare l’antico adagio latino sulla storia maestra di vita, cioè Pio Del Gaudio, da stamattina, se non andiamo errati, organismo di controllo in quanto revisore legale.

Noi non abbiamo mai pensato che Del Gaudio fosse dentro a un meccanismo di malaffare al comune di Caserta. Ce lo conceda, perchè sa bene che non lo diciamo con malanimo, ma con franchezza costruttiva: lui, quel meccanismo, lo teneva lì, a mezzo metro e solo noi di CasertaCe a un certo punto abbiamo capito che Del Gaudio era tanto preso dagli aspetti rituali, formali della sua carica, da non accorgersi di nulla o quasi di nulla, facendo la figura proverbiale dell’asino in mezzo ai suoni, di uno che magari profondeva tantissime energie mentali per non vedere. Ecco, questa nomina a revisore dei conti può essere una prima occasione per esporre la figura di un Del Gaudio rinnovato nella mentalità e più applicato nelle valutazioni tecniche che necessitano di studio, di conoscenza, di applicazione, in pratica di un’erudizione, che sia ridetto con franchezza, al tempo in cui ha fatto il sindaco, non ha dimostrato di avere.