La Tangentopoli di Cervino. Ecco le condanne per Angelo Grillo ed i due figli. Mentre l’architetto Ulderico Di Bello…

9 Ottobre 2018 - 19:13

CERVINO ( Tina Palomba) – Condannati per corruzione impropria con l’esclusione dell’aggravante dell’art. 7: è stato questo il verdetto pronunciato per quattro persone che hanno celebrato il rito abbreviato dinanzi ad un gup del Tribunale Napoli con l’accusa della DDA in aula rappresentata dal pm Luigi Landolfi.
Rito normale per altri sette imputati che invece sono stati rinviati a giudizio. Si tratta di una vicenda giudiziaria di quasi dieci anni fa, che vedeva coinvolto anche il sindaco di Cervino Carlo Piscitelli, detto Carlino, (oggi deceduto), anche se il principale imputato è stato l’imprenditore Angelo Grillo, condannato a tre anni, difeso dall’avvocato Carlo De Stavola.
È stato lui, secondo l’accusa, che avrebbe cercato la “spintarella” per la gara d’ appalto dei rifiuti al Comune di Cervino. In sede di ordinanza fu contestato l’.art 7 perché, incoerenza con tutte le altre indagini sui casi di corruzione attuati dall’imprenditore di Marcianise, il suo comportamento e quello dei concorrenti nei reati, erano stati considerati autori di comportamenti atti a favorire il clan Belforte di Marcianise, di cui Grillo, come è emerso da altri processi, è stato considerato componente diretto.
Le altre persone che hanno celebrato l’abbreviato sono l’architetto di Cervino Ulderico Di Bello, per il quale però il reato (turbativa d’asta) si è prescritto, Giuseppe

e Roberto Grillo, figli di Angelo, (per loro 1 anno di reclusione ma pena sospesa) entrambi difesi dall’avvocato Eduardo Napolitano, ed Elpidio Baldassarre, che “si è beccato” tre mesi. Rito ordinario per Maria Grillo, Anna Grillo, Gianfranco Albanesi, Roberto Grillo, Sergio Luciano, Assunta Mincione, Pasquale Valente, Biagio Di Nuzzo ed Alessandra Ferrante.
Al centro dell’inchiesta ci sono le tangenti che sarebbero state pagate a due politici (all’allora vicesindaco Di Nuzzo ed appunto Piscitelli, poi deceduto) dall’imprenditore vicino ai Belforte.

Nelle indagini, seguite dal pubblico ministero della Dda di Napoli Luigi Landolfi, spuntano alcuni favori elargiti dietro il pagamento di tangenti: la più pesante è una presunta mazzetta da 30mila euro che sarebbe stata elargita da Angelo e Giuseppe Grillo, oltre ad un aumento di retribuzione ad un dipendente ed alla somma di 2mila euro quale contributo elettorale.

I Grillo e gli allora dipendenti (Ferrante, Mincione, Baldassarre) sono accusati di aver dato a Biagio Di Nuzzo una mazzetta di  1.000 euro ogni mese, per diversi mesi, per compiere atti contrari ai doveri del suo ufficio, consistiti nell’attivarsi per garantire la prelazione alla Ecosystem.

Nell’ordinanza risultavano indagati:

TUTTI I NOMI DEGLI INDAGATI

Gianfranco Albanesi 1967 Portico di Caserta ORDINARIO

Elpidio Baldassarre 1968 Macerata Campania ABBREVIATO

Ulderico Di Bello 1965 Aversa ABBREVIATO

Biagio Di Nuzzo 1970 Cervino ORDINARIO

Alessandra Ferrante 1977 San Nicola la Strada ORDINARIO

Angelo Grillo 1950 Marcianise ABBREVIATO

Anna Grillo 1972 Macerata Campania ORDINARIO

Giuseppe Grillo 1976 Capodrise (figlio di Angelo) ABBREVIATO

Maria Grillo 1986 Santa Maria Capua Vetere ORDINARIO

Roberto Grillo 1987 Marcianise ORDINARIO

Sergio Luciano 1975 Caserta ORDINARIO

Mincione Assunta 1969 Macerata Campania ORDINARIO

Pasquale Valente 1956 Capodrise ORDINARIO