L’agguato fallito di Schiavone e Reccia e gli spari contro l’abitazione di Sandokan. Intercettata l’auto usata per il raid di piombo

19 Giugno 2024 - 10:30

I carabinieri grazie ad una serie di intercettazioni e di immagini sono riusciti a ricostruire la sequenza delle azioni criminali andate in scena lo scorso 7 giugno prima in piazza Mercato e poi in via Bologna

CASAL DI PRINCIPE – E’ stato grazie ad una serie di intercettazione e alle immagini acquisite dalle telecamere di videosorveglianza che gli investigatori hanno potuto tracciare la sequenza del ride avvenuto in piazza Mercato attorno alle 23:55 del 7 giugno scorso.

Gli spari in Piazza Mercato sono stati esplosi da una Ford B-MAX, la stessa vettura che pochi minuti dopo è passata anche in via Bologna. Ad esplodere una raffica di colpi è stato il passeggero che sedeva sul lato anteriore. Colpi rivolti prima in aria, nel caso di Piazza Mercato, e poi verso il portone fino ad arrivare alla fine di via Bologna, fare inversione fermandosi all’ingresso dell’abitazione di Emanuele Libero Schiavone e del fratello Ivanohe per esplodere in una seconda raffica.

Tutto ciò, sostengono gli investigatori, per dare un chiaro messaggio ad Emanuele Libero Schiavone figlio di Francesco Schiavone Sandokan fondatore del clan dei Casalesi oggi collaboratore di giustizia

Alle 23:50 dello stesso giorno si registra l’ingresso nell’abitazione degli Schiavone di Francesco Reccia, figlio di Oreste, in compagnia di due donne.

Riccia, probabilmente si accorge subito di cosa è successo, viene inquadrato mentre si poggia la mano destra sul fianco movenza tipica di chi ha un’arma sotto la maglietta pronto ad estrarla.

Preso atto di essere sotto attacco Emanuele Libero viene intercettato mentre dice al Reccia: “senza che parliamo dobbiamo andare a Napoli“ probabilmente, ipotizzano gli investigatori, per chiedere aiuto e protezione a qualche aggancio partenopeo dove ha messo radici il fratello Ivanhoe

Sempre secondo la ricostruzione degli inquirenti Schiavone e Reccia volevano colpire per primi. Avevano organizzato un agguato ed erano intenzionati ad un’azione “importante” nei confronti di un esponente del gruppo rivale scappato all’agguato per una fatalità. L’uomo infatti non si sarebbero trovato nel luogo dove Schiavone e Reccia pensavano di trovarlo.

Emanuele sarebbe rimasto anche coinvolto in un incidente in moto recandosi prima alla clinica di Pineta Grande per poi ripensarci ed andare al pronto soccorso dell’ospedale Moscati di Aversa dove i medici hanno riscontrato diverse ferite al volto e agli arti.