Le armi e la droga dei “figli d’arte” di camorra Schiavone e Reccia: ecco le richieste di condanna dell’Antimafia
21 Novembre 2024 - 12:20
CASAL DI PRINCIPE – Nelle scorse ore, durante il processo in rito abbreviato con imputati Emanuele Libero Schiavone, 33 anni figlio di Francesco Schiavoni Sandokan, e Francesco Reccia 21 anni figlio del boss Oreste Reccia, la pm Antimafia Ranieri ha evocato nella sua requisitoria la richiesta di condanna per i due.
Per Emanuele Libero Schiavone la procura ha chiesto 5 anni di carcere, 4 anni, invece, per Francesco Reccia. I giovani rampolli sono difesi dagli avvocati Domenico della Gatta, Paolo Caterino, Dello Iacono.
I reati a carico dei due rampolli di camorra, armi e droga aggravati dalla camorra, prospettano per la Dda la possibilità di una vera e propria rappresaglia tra le due fazioni del clan dei Casalesi: quella dei Bidognetti e quella degli Schiavone.
Dopo un primo tentativo di Schiavone di tendere un agguato, non riuscito, ai danni dei rivali furono i Bidognetti ad esplodere prima alcuni colpi di arma da fuoco in piazza Mercato successivamente, la stessa sera dopo pochi minuti, in via Bologna contro l’abitazione degli Schiavone e, il giorno dopo, in via Ovidio a San Cipriano d’Aversa ai danni dell’abitazione di Oreste Reccia.
Ricordiamo che la pubblica accusa, ovvero la DDA di Napoli, aveva chiesto e ottenuto che il processo fosse celebrato con giudizio immediato, ovvero senza che l’udienza preliminare venga celebrata, opzione possibile se dagli atti di indagine risulta evidente la prova del reato.