LE ESTORSIONI “INNOVATIVE” del clan dei casalesi. 10mila euro di cure da due noti dentisti, l’usura di Kader. Colpito anche il noto parcheggiatore di lido balneare

4 Dicembre 2022 - 12:53

Completiamo oggi la trattazione dei 32 capi d’imputazione provvisori contestati agli esponenti delle fazioni Bidognetti-Schiavone, che avevano seppur con modalità e con una cifra di definizione diverse, riorganizzato le attività criminali

CASTEL VOLTURNO/CASAL DI PRINCIPE – Completiamo stamattina l’illustrazione sintetica dei 32 capi di imputazione provvisori della ordinanza che martedì 22 novembre ha portato all’arresto di 41 esponenti delle fazioni Bidognetti e Schiavone del clan dei casalesi.

Partiamo dal capo 26 che va a completare l’azione criminale, compiuta dai fratelli Giacomo e Giuseppe D’Aniello, ai danni dei due odontoiatri Costantino D’Alessio e Francesco Perfetto, titolari di due studi ad Aversa e a Lusciano.

Avevamo lasciato i nostri lettori (clicca qui per leggere) alla richiesta estorsiva di 15mila euro. Poi, siccome anche per noi la lettura di questi atti giudiziari costituisce sempre una sorpresa, nonostante la nostra lunga militanza, trascorsa sulle ordinanze e su altri provvedimenti riguardante la camorra e specificatamente il clan dei casalesi, abbiamo subito incrociato, nel capo successivo, la risoluzione della questione, che perfeziona la realizzazione e l’esecuzione del reato di estorsione aggravata a cui si va ad aggiungere, naturalmente, anche la contestazione del reato previsto nell’articolo 416 bis comma 1, un tempo articolo 7 della legge 203 del 19918favori alla camorra).

I due professionisti non pagarono i fratelli D’Aniello in contanti ma in questo caso si trattò di una sorta di pizzo odontoiatrico nel senso che erogarono cure e si occuparono delle dentature dei due esponenti della fazione Bidognetti e di altri loro familiari fino a decorrenza di quei 10mila euro costituenti la richiesta estorsiva.

Dal capo 27 ritorna in scena Nicola Garofalo, stavolta in coppia con Antonio Lanza, loro vittime Luigi e Marcello Russo, titolari della Russo Gel. Utilizzano Clemente Tesone, indagato in altri capi di imputazione provvisoria, ma non in questo, per formulare in prima battuta la richiesta estorsiva. Il riscontro negativo della stessa induce Garofalo e Lanza ad avvicinare direttamente Felice Parisi, autotrasportatore dipendente della Russo gel, al quale dicono testualmente: “Dici al masto tuo che si deve mettere a posto”. Questo accadeva il 24 giugno del 2021 a Castel Volturno nel corso di una consegna di gelati. Sempre Garofalo e Lanza, circa un mese prima, precisamente il 29 maggio, non risparmiano neppure il parcheggiatore Carmine Zara del lido “La Selvetta” di Castel Volturno. Anche qui le parole sono minacciose e perentorie: “I soldi li guadagnate, come ci dobbiamo regolare?” ed ancora “Una settimana di tempo e vedete quello che dovete fare, vedi tu…”. E infine: “Tu, fratello, non sei della zona, noi siamo di qua, io ora sono uscito dopo 17 anni, sono 4 o 5 mesi” ed ancora: “Esco da carcerato, ho fatto i guai qua sopra, ma i guai fratellino”. I due avvicinano anche un’altra vittima un certo Michel, però, non meglio identificato.

Inizia poi una tripletta di contestazioni (capi 29-30-31) a carico di Nicola Sergio Kader, che nella struttura dell’ordinanza viene considerato come un vero e proprio capozona della fazione dei Bidognetti in quel di Castel Volturno, area che, per altro, ha sempre costituito una sorta di roccaforte degli interessi criminali del gruppo fondato da Cicciott e mezzanott, al secolo Francesco Bidognetti, in carcere da più di 31 anni.

Le attività di Nicola Sergio Kader hanno determinato il coinvolgimento in questa stessa ordinanza della moglie Francesca Carrino beneficiaria, e dunque presunta ricettatrice – riciclatrice, di alcuni proventi frutto delle azioni criminali del marito, ma anche della cognata Emiliana Carrino,  a sua volta moglie dell’altro pezzo da novanta del gruppo dei bidognettani cioè moglie di Giosuè Fioretto.

A Kader viene contestato il reato di usura ovviamente aggravato da un bel po’ di altre cosette, per aver prestato la somma di 2200euro a Roberto Lembo, chiedendone poi la restituzione di 3400 euro applicando interessi usurai pari al 110% su base annua. Evidentemente i 3400 euro dovevano rappresentare un acconto, visto e considerato che calcolando il 110% la somma sarebbe dovuta essere di 4620 euro. In questo capo è indagato anche Salvatore Gabriele, che, menomale fa di cognome Gabriele e non Salvatore, altrimenti, il grande registra cinematografico avrebbe sicuramente avuto qualche problemino delle indicizzazioni Google. Il Gabriele, affiancò Kader in occasione delle parole minacciose pronunciate ai danni della vittima. “ Con noi non si scherza stai attento a come ti comporti ti facciamo male se non rispetti i tempi”.

Ma l’attività principale di Kader era costituita, senza ombra di dubbio dalla droga. Nel febbraio del 2021, infatti, a Castel Volturno gli viene sequestrato un quantitativo importantissimo di marijuana ed hashish confezionata in varie buste trasparenti termosaldate. Di qui la contestazione per il reato di droga a cui sin aggiunge nel capo 31 quello relativo alla detenzione illegale di un’arma, una Beretta calibro 9×21, con matricola abrasa.

Dulcis( si fa per dire) in fundo il capo 32 che ri coinvolge il “solito” Nicola Garofalo stavolta in coppia con Luigi Mandato. Il reato è quello “classico” di estorsione, ai sensi dell’articolo 629 del c.p. fortemente aggravata dal richiamo all’art 628 comma 3 n.1, che si completa con la ugualmente usuale contestazione dell’articolo 415 bis comma 1, cioè quello per intenderci di un’attività che ha favorito gli interessi del clan dei casalesi. Questo capo è dgno di rilievo anche perché si tratta dell’attività criminale più recente contestata dalla Dda. Garofalo e Mandato si sarebbero, infatti, recati dalla loro vittima designata cioè Giorgio Abbategiovanni, capocantiere in un lavoro in via Cilea a Castel Volturno, effettuato dalla cooperativa edilizia Gioviale. Pure in questo caso, solito copione: ” Non lo sai che bisogna mettersi a posto con gli amici di Casale se volete lavorare in questa zona”.

Completata l’analisi dei 32 capi d’imputazione provvisoria, da domani ci occuperemo delle ragioni, dei mezzi di prova messia disposizione dei gip dagli inquirenti, in modo da determinarne le sue decisioni, realizzate in questa ordinanza.