LE FOTO. Kalashnikov per kalashnikov, una granata, fucili “Uzi”. Ecco il dettaglio dell’arsenale del clan dei casalesi, sotterrato a 3 metri di profondità nel terreno di un’azienda bufalina

21 Aprile 2022 - 10:37

Ieri pomeriggio la rivelazione in esclusiva di CasertaCe. Stamattina la Questura di Caserta ha diramato un comunicato che noi andiamo a riassumere nell’articolo qui sotto

 

CASTEL VOLTURNO – Emergono nuovi particolari sulla notizia, data ieri pomeriggio in esclusiva (CLIKKA E LEGGI) da CasertaCe. Nel comunicato diramato dalla Questura di Caserta, si dà compiuta informazione del ritrovamento delle micidiali armi da fuoco sotterrate in un’area non lontana dalla contrada Bortolotto, dove insiste la famosa discarica, chiusa e dismessa da decenni.

Rispetto all’articolo di ieri pomeriggio, siamo in grado di darvi più particolari, che riassumono l’attività svolta dai poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Caserta, con il supporto degli agenti del Posto Fisso della polizia di Stato di Casapesenna e di quelli del Gabinetto Interregionale della Polizia Scientifica, ai quali si sono aggiunti, successivamente, anche gli artificieri di Napoli perchè all’interno di questa buca, a 3 metri di profondità, l’escavatore della polizia ha rinvenuto anche un ordigno, precisamente una granata di fabbricazione “ex Jugoslavia”.

Entrando nel merito dei dettagli in questione, possiamo anche precisare che il luogo dello scavo è ricompreso nel perimetro di proprietà di un’azienda bufalina di Castel Volturno. E’ stato fornito anche un elenco preciso delle armi sequestrate: pistole,

fucili e silenziatori, una granata di fabbricazione “ex Jugoslavia”, tre fucili mitragliatori, di cui due “Kalashnikov”, quattro pistole mitragliatrici, di cui tre di marca “UZI”,  un fucile a pompa e circa 300 cartucce di vario calibro.

Nell’articolo di ieri abbiamo scritto di due bidoni occultati. In realtà, ne sono stati trovati 3. E’ del tutto evidente che si tratti di un arsenale a disposizione della camorra e, tenendo conto del luogo in cui è stato ritrovato, del clan dei casalesi o fazione dello stesso, non è improbabile che questo luogo sia stato indicato da qualche collaboratore di giustizia. Al riguardo, non abbiamo notizie precise ma la nsotra affermazione si incardina alla casistica, a fatti precedenti simili a questo, capitati nella storia ormai quasi quarantennale della lotta che lo Stato ha ingaggiato contro questo clan camorristico.

Nell’operazione sono stati utilizzati anche strumenti molto evoluti, raffinati soprattutto gli speciali metal detector in dotazione alla polizia di Stato.