LE FOTO S.MARIA C.V. La Procura lo sequestrò, violato e danneggiato il cantiere dell’Arco di Adriano

24 Marzo 2021 - 12:40

La Sovrintendenza e il comune furono costretti ad attivarlo in conseguenza del provvedimento che il procuratore della Repubblica Maria Antonietta Troncone rese pubblico il 20 giugno scorso. L’idea che ci siamo fatti è quella di una incuria, di una svogliatezza che poi produce di per se atti vandalici come quello che ha portato alla violazione e al danneggiamento del ponteggio

 

SANTA MARIA CAPUA VETERE(g.g.) Nel giugno scorso, per la precisione il 20, La procura della repubblica di Santa Maria Capua Vetere, rendeva noto il provvedimento di sequestro dell’Arco di Adriano, una delle vestigia della storia della vecchia Capua più prestigiose e seconda per notorietà al solo Anfiteatro Campano. I motivi di quel sequestro non furono declinati in maniera ovattata. La Procura, infatti, annunciò di aver anche aperto un fascicolo di indagine, in quel momento a carico di ignoti, per verificare se si fossero registrati i “reati di omissione di lavori in edifici o costruzioni che minacciano rovina e danneggiamento al patrimonio archeologico, storico o artistico nazionale.

Naturalmente le orecchie fischiarono soprattutto alla Sovrintendenza che ha specifiche competenze nella gestione e nella sorveglianza per la manutenzione di monumenti come l’arco di Adriano.

A 8 mesi di distanza da quel comunicato, il cui testo vi riproponiamo integralmente in calce a questo articolo, abbiamo ricevuto, un paio di sere fa, alcune foto che abbiamo verificato erano state scattate proprio pochi minuti prima del loro invio, che testimoniano un serio danneggiamento del cantiere. Si scorge un profondo squarcio nel telo che riveste l’impalcatura, una sorta di ingresso costituito forzando una parte del ponteggio. Sono stati allertati immediatamente i vigili urbani che però non hanno risposto alla chiamata forse perchè alle 8 e mezzo di sera, in servizio non c’è nessuno.

Non ne abbiamo la certezza ma è probabile che a constatare l’accaduto siano poi giunti di carabinieri della locale Compagnia.

Abbiamo voluto iniziare questo articolo con la citazione del provvedimento assunto a suo tempo dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, perchè questo cantiere, danneggiato e che si mostra in evidente stato di abbandono, nasce solo e solamente grazie a quella iniziativa giudiziaria. Fu la Procura, infatti ad obbligare la Sovrintendenza e contestualmente il comune di Santa Maria Capua Vetere, ad intervenire.

Vedremo nei prossimi giorni, l’evoluzione dei fatti.

 

QUI SOTTO IL COMUNICATO DI SEQUESTRO DEL GIUGNO 2020

I Carabinieri della Stazione di Santa Maria Capua Vetere hanno dato esecuzione su disposizione della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere al decreto di sequestro preventivo dell’opera monumentale “Arco di Adriano”, posta sul confine tra il Comune di Santa Maria Capua Vetere ed il Comune di Capua.

L’opera, di rilevante pregio storico-artistico, si presenta come gravemente ammalorata ed in stato di decadimento e di abbandono, condizioni tali da giustificare la configurazione (per il momento a carico di ignoti) dei reati di omissioni di lavori e danneggiamento. Infatti, a seguito dell’acquisizione di notizia di reato in tal senso, che dava luogo all’iscrizione del procedimento, i primi accertamenti e la consulenza tecnica di esperti disposta dall’autorità giudiziaria, hanno evidenziato “la presenza di diversi problemi legati al precario stato manutentivo dell’Arco, per il quale si sono registrati: fenomeni diffusi di deterioramento dei materiali; presenza di lesioni superficiali; parziale distacco di elementi lapidei; presenza di vegetazione infestante dovuta a infiltrazioni di acqua; interventi di risanamento non appropriati che possono minarne la conservazione”.

L’azione della Procura “è ancora una volta tesa a cautelare i beni di rilevante pregio storico-artistico, costituenti patrimonio della Comunità, dall’incuria e dal rischio di una compromissione irreparabile che porti ad un depauperamento di detto patrimonio a scapito delle future generazioni” ha commentato il capo della Procura Maria Antonietta Troncone.