Le parole in codice della CAMORRA. Il salvadanaio salva….Inquieto. Il figlio Luigi: “Sempre con Zagaria, ma ci hanno mollati”

30 Gennaio 2020 - 16:29

CASAPESENNA – Era circa un anno e mezzo che Vincenzo Inquieto era finito dietro le sbarre, catturato in seguito al ritrovamento di Michele Zagaria nel bunker della sua casa, sita in vico Mascagni a Casapesenna.

In quel periodo detenuto, intratteneva dei colloqui con i propri familiari che gli riportavano costantemente la situazione economica della famiglia.

Come potete leggere dallo stralcio che abbiamo deciso di pubblicare oggi, prelevato dall’ultima ordinanza che ha colpito il citato Vincenzo Inquieto, il nucleo familiare, come specifica testualmente il giudice, “percepiva uno stipendio di circa 2000 euro mensili di cui una quota (euro 1.000) proveniva dalle attività gestite da Giuseppe Inquieto“, un altro dei fratelli di Vincenzo.

In uno dei colloqui in carcere pubblicati qui in basso, i familiari lamentano l’esaurimento del patrimonio della famiglia, circostanza confermata da Maria Massa, sorella di Rosaria, all’epoca moglie di Vincenzo e da Daniela, figlia della coppia. E il detenuto li tranquillizzava, sostenendo che avrebbero potuto usufruire di un “salvadanaio”. A detta del giudice, il riferimento è chiaro: si trattava dei “beni intestati ad Inquieto Giuseppe“. Ma su questi era già piombata l’autorità giudiziaria che li aveva posti sotto sigillo già dal mese di febbraio (le conversazioni cui facciamo riferimento partono dal mese di giugno 2013) minando, di fatto, parte delle disponibilità finanziarie della famiglia.

Gli Inquieto avevano un accordo a monte: 2mila euro mensili da inviare ai congiunti detenuti. Ad un certo punto, però, quei soldi non arrivarono più e per Vincenzo il problema era da ricollegare agli screzi tra fratelli: se la sua consorte non fosse stata detenuta, “i dissidi in relazione al denaro non si sarebbero verificati.” E si riprometteva che, all’uscita dal carcere, avrebbe chiarito il tutto con i germani.

Infine, a proposito di soldi, il figlio Luigi si lamenta, sempre nei colloqui nel penitenziario, dei problemi esistenti sul versante “Casapesenna”,facendo chiaro riferimento alla famiglia Zagaria“, scrive il giudice. Il padre allora gli suggerisce di recarsi personalmente dagli Zagaria per “pretendere le risorse economiche pattuite“.

Il dettaglio lo leggete qui in basso.

 

QUI SOTTO ALCUNI STRALCI DELL’ORDINANZA