L’EDITORIALE. Feste e bisbocce alla REGGIA, indagati due funzionari. Ma questo non è altro che il sistema Felicori

4 Aprile 2019 - 10:53

di Gianluigi Guarino

L’indagine dei carabinieri è solida e si sta sviluppando da qualche mese. E’ volta ad approfondire, allo scopo di verificare se esistano o meno reati compiuti, tutto quello che si è sviluppato negli anni leggeri, ruffiani, superficiali, crapuli, boccacceschi durante i quali il monumento è stato mortificato dall’incuria, ma anche dalla sua riduzione allo stato di baraccone, che hanno connotato la ferale esperienza di Mauro Felicori. Per mettere a fuoco tutto quello che è capitato, occorrerebbero 40 procure e un migliaio di addestratissimi uomini e donne della polizia giudiziaria.

Va da se, dunque, che si debba lavorare per step, per priorità.

Quell’autentico schifo delle feste, dei matrimoni senza nessun tipo di statuto e di adattamento reale alle prerogative intoccabili ed eterne della conservazione, pesa come un macigno su Felicori che, onestamente, facciamo ancora fatica a convincerci del fatto che sia stato il direttore di uno dei monumenti più importanti del mondo, guidato a colpi di incursioni facebook, di abboccamenti, di rozzi e furbeschi ammiccamenti ad un popolo di “non conoscenti”, dunque, senza alcuna cognizione e coscienza culturali. Tutto ciò rappresenta una ferita aperta che gronda sangue.

Quanti articoli avete letto su questo giornale sul mercimonio legato ai concerti, agli eventi di musica leggera, alle varie certificazioni affidate sempre alle stesse imprese. Non sappiamo se i due funzionari indagati sono quelli che anche noi, nel nostro piccolo, abbiamo indagato e poi condannato con un processo, non giusto, ma giustissimo con una profusione di prove documentali tanto evidenti che da uno come Cesare Beccaria, il grande giurista illuminista, nonno di Alessandro Manzoni, ci saremmo aspettati un applauso a scena aperta.

Non sappiamo se sono quei due lì. Ma come capita spesso nelle inchieste giudiziarie, le medesime non danno la possibilità di costruire interamente le linee di comando da cui acquisire un quadro preciso in merito all’eventuale contestazione di responsabilità. Se questi due funzionari hanno potuto fare quello che solo su CasertaCe avete letto, è perchè c’è stato un sistema, quello di Mauro Felicori, che non solo ha confermato nelle loro posizioni soggetti storicamente noti per certe loro attitudini, e che avrebbero dovuto rappresentare in automatico il target di intervento di uno che si definiva un rinnovatore, ma addirittura ne ha accresciuto il potere, familiarizzando con essi, al punto da frequentare anche le abitazioni private, trascorrendo serate a rabboccar calici.

Staremo a vedere. Non ci potrete tacciare di presunzione, se diciamo dall’alto della vera e propria enciclopedia che abbiamo scritto su queste cose, che noi, solo noi, saremo in grado di leggere le carte, cogliendo eventualmente tra le righe, cose importanti.

Sarà il classico topolino partorito dalla montagna? Si vedrà.