L’EDITORIALE. Il cazzo finto di Mariano: da ragazzo di sagrestia a rivoluzionario della libertà. Vizi privati e pubbliche virtù normanne

14 Settembre 2019 - 16:10

AVERSA – (Gianluigi Guarino) Non avremmo la necessità di ribadire la posizione che CasertaCe ha assunto sulla vicenda che ha coinvolto il giovane consigliere comunale Mariano Scuotri. Se a qualcuno questa opinione interessa, può CLICCARE QUI.

Siccome, però, la cronaca ci chiama, attraverso le sue evoluzioni, alla doverosa pratica di un giornalismo pensante, abbiamo ritenuto che fosse utile elaborare quel pensiero, espresso nell’articolo appena citato e linkabile in alto.

Vi diciamo sin da ora che qualche notizia l’abbiamo assunta, visto che come scritto nell’articolo appena citato e linkabile,

Elaboriamo partendo dal proposito, dal discorso rimasto aperto 48 ore fa. Scrivemmo e scriviamo che, a noi di CasertaCe, interessa, non tanto la storia del simpatico baccanale inscenato dal giovane consigliere comunale, quanto stabilire chi è stato o chi sono stati il propiziatore o i propiziatori della candidatura e poi anche dell’elezione del 21enne aversano.

Ci hanno detto, in maniera sicuramente generica e anche un po’ sommaria ma sicuramente autentica, che la lista di Mariano Scuotri, è stata definita “quella dei preti“.

Okay, vedremo, allora, quali preti o quale pret, collegato o collegati ai tanti voti raccolti dal giovanotto, abbiano costruito il suo approdo in consiglio comunale.

Fatta la premessa, veniamo alla stretta attualità, cioè a quei fatti nuovi per i quali abbiamo deciso di procedere a questa elaborazione dei concetti espressi nel precedente articolo. Non può essere, al riguardo, additata come un prolungamento della festa di compleanno licenziosa, la decisione del ragazzo di riaprire la sezione delle sue storie Instagram, con una vignetta che, condivida o non condivisa, possiede una chiara, e non sappiamo fino a quanto volontariamente, non banale matrice politica.

Dildo dovrebbe essere la metodologia utilizzata da chi, evidentemente inappagato da un esercizio naturale del sesso, ricorre ad aggeggini vari.

Siccome il pretenzioso fallo di gomma che il giovanotto ha indossato durante la festa è stato il motivo principale dell’esecrazione espressa dalla politica locale, la nuova iniziativa di Scuorti ha creato una sorta di contrasto culturale, che lo ha portato a diventare, da ragazzo dei preti, a ragazzo libertario e, in questo caso sicuramente in maniera involontaria, a epigono di Marco Pannella. E quando uno fa qualcosa di pannelliano, il sottoscritto si intenerisce e adotta anche la difesa dell’esercizio liberal-libertario attraverso cui viene evocata la grande cultura del Radicalismo, con la erre maiuscola, italiano.

In poche parole, il ragazzo dei preti, finisce per additare quali bacchettoni, bigotti, moralisti ognuno di quelli che l’hanno attaccato. Insomma, la solita storia che noi, inguaribilmente e sempre più convintamente pannelliani, riassumiamo con la citazione di un famoso film storico degli anni 70, “Vizi privati e pubbliche virtù” che raccontava la scapestrata vicenda umana del principe Rodolfo di Asburgo.

Allora, se la politica deve esaurire se stessa in un dibattito spoglio sul (a proposito del film citato che di scene licenziose ne contiene a bizzeffe) cazzo di gomma di questo ragazzo, allora, centomila volte meglio il cazzo di gomma che il metodico imbroglio attraverso cui nei comuni casertani e dunque anche in quello di Aversa, si manipola il danaro pubblico, orientandolo verso quei “vizi privati” più o meno inconfessabili e ovviamente coperti dalle pubbliche “virtù” dei conformisti borghesoidi dell’apparenza ipocrita e codina, i quali indossano il vestito buono lungo i marciapiedi di Aversa, salvo poi diventare (altro che cazzo di gomma del ragazzo), motori di mille nefandezze.

A differenza del primo articolo, in cui sottolineavamo come problema questa volontà di Mariano Scuotri di vivere pubblicamente la sua mentalità, il suo modo di essere, perché questo anelito di libertà non veniva sviluppato attraverso un messaggio politico che potesse associarsi al ruolo di consigliere comunale, stavolta, la vignetta “Dildoland”, piaccia o non piaccia, condivisibile o non condivisibile, è, come si diceva, puro esercizio politico. Senza se e senza ma.